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Molto ill.re signora sorella, Gia che non gli piace ritirarsi à stare in casa di suo fratello et nipoti, come loro et io desideravamo: faccia quello che gli piace: ma se bene desidero che essendo libera da mantenere il marito, che porta la metà della spesa, V.S. non mi domandi piu denari, massime per quest'anno, che io mi ritrovo in grandi strette, et mi è bisognato mandare alla signora Francesca cinquecento scudi per monachare la figlia, et altri cinquecento bisognarà mandargli per finire di pagare la dote al signor Livio, il quale l'ha girata à certi suoi parenti che fanno grandissima furia: et io non voglio morire con lasciare debiti che non si possine pagare, come fece il nostro nipote, vescovo di Thiano; et hora mi trovo scortissimo di denari. V.S. ha podere et vigne et altri stabili, che se le saprà cultivare, havera d'avanzo, et se non li saprà cultivare, sarà la culpa sua, et non devo io spendere per chi non sa cultivare i suoi terreni. Iddio sia con lei, et gli dia giuditio per governarsi bene quel poco di tempo che gli resta di vita. Di Roma li 11 di Aprile 1620.
Di V.S. molto ill.re
fratello amnrevoliss.o
II Card.le Bellarmino.
La Sig.ra Camilla.
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Alla molto illustre Sig.ra sorella, la Sig.ra Camilla Bellarmini
Montepulciano