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Penzo ritorna verso le 16 dopo aver percorso la costa occidentale dello Svalbard senza trovare alcuna traccia di Amundsen.
E' arrivato a bordo il pilota finlandese che è ospite nostro. Egli parla abbastanza l'italiano, ha l'aspetto di un ragazzo di 18 anni. Egli ha fiducia di poter planare sui ghiacci e trasportare gli uomini.
A bordo si dice che la nostra nave partirà per il Nord perchè il Braganza dovrà tornare verso il Sud con i due idrovolanti norvegesi.
Per quando andiamo a pranzo la partenza è decisa, ma non so a che ora.
Alle 22 non si riesce ad aver niente da "Italia". Però ho saputo che nella mattinata qualche cosa si è ricevuto. Il Generale dice che sono molto sollevati dagli aiuti ricevuti.
Anche uno svedese li ha trovati iersera ed ha lasciato qualche cosa. Ma non ostante ciò sentono tutta la precarietà della loro posizione per l'inconsistenza dei ghiacci. [1]
Verso le 23 vado a dormire tutto vestito sul divano per essere pronto ad ogni manovra. I lavori di preparazione per la partenza si protraggono e io finisco per addormentarmi bene. Mi sveglio qualche volta ma non sento rumori preoccupanti, e non mi accorgo se siamo o no in navigazione. Alle sei guardo l'orologio, la sveglia non suona, nessun

  1. In realtà il pilota svedese Einar Lundborg alle 21.00 del 23 era riuscito ad atterrare nei pressi della Tenda Rossa, a fornire una prima assistenza, prelevando per primo il Generale Nobile, ripromettendosi di tornare da lì a breve per il recupero progressivo dei restanti naugraghi.