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quel luogo, come non fu stimato buono per Visse, venendo spesso querele e memoriali contro di lui. Onde si fece concetto che bisognasse dargli altra gente da governare che Norcini. Ora tutti li governi son dati, e bisogna che abbia patienza finchè vaca Fabriano, e se io non gli servo bene per agente in Roma, trovi un altro che a me sarà carissimo, perchè gli servo con molta mia spesa, pagandogli i brevi, e pure bastasse questo, si che io son stracco del fatto suo. A V. S. non ho altro che dire, se non che ogni uno stia nella sua opinione, e ognuno faccia quello che gli detta la conscienza. Alcuni anni sono V.S. diceva che se io mettevo tremila scudi di stabili in casa, la casa sarebbe in uno stato tollerabile. Io ve ne ho messi quattro mila, e poi ogni anno gli ho dato tanto quanto lei sa per estinguere i debiti e per altri bisogni, et sempre pare che la povertà cresca. Quanto al neg&tio dell'indulgenza, si vedr� quello che si pu� fare et si far� volentieri quello che si potr�. Con ques to saluto tutti di casa. Di Roma li 16 d� gennaro 1609. fratello aff^^ di V.S. il Card. Bellarmino. Ho fatto parlare al secretarlo della oongregat�one dell'indulz , vescovo di Anagni, informatissimo di tutti li negot�� della congregatione, et ha risposto che bisognarla sapere il tenore del breve dal quale son cavate l'�ndulgenze,che V.S. mi ha mandato, stampate in Firenze; perche, se queste indulgenze sono concesse per virt� dell'aggregat�one, non vagliano niente, ne si concederiano di nuovo senza nuova aggregat�one; ma se sono concesse alla compagnia della Concettione nella chiesa de Servi in Pistoia, senza mantiene di aggregatione, allora sono valide ne vi bisogna altra confirmatione. Si che V.S. faccia vedere il breve,�, se gli pare,lo mandi qu�, che poi si vedr� quello che si possa fare.

Al molto illustre Sig^ fratello,il Sig^ Thommasso Bellarmini.

Montepulciano.

(cach.pap.)