APUG 1060 I 101r-103v

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+ Lettera scritta al Padre Baldassarre Loyola a Messina da un moro schiavo in Malta, voltata fedelmente dall’Arabico.
Lode a Dio solo e la salute di Dio a Maometto mio Signore.
La lettera è inviata a chi merita dhonore ed è molto aggraziato, fortunato nel mondo presente, e nell’altro ancora felice, quale è il nostro fratello, Amico, e pupilla degl’occhi nostri, in questo mondo già onorato, e nell’altro piacendo a Dio, glorioso: do nuova con questa al mio Padrone, e midolla del mio Cuore: il vostro servo vi da nuova di sé che, tornato dalla Mecca, fu preso da Monseur Rè e lo condusse a Malta, e lo prese il gran Maestro per suo servizio, allora domandai di voi, mi dissero, che sta in Messina, e già istruito nella Legge Cristiana. E mi dissero nuova ancora del signore Maometto figliuolo dell’Arabo Sacaso, e di Abd slam Kesus, e di Ahmed el sciaraibi, con i quali dimorai tre mesi in circa, e arrivati a Fez diedero nuova di lei al suo Padre nostro Padrone, Aabd eluahed Attazi, che ella già ha abbracciato la fede Cristiana, e altri dissero, che era già morto, sia la misericordia di Dio sopra di voi. E vi saluta molto la vostra madre e il fratello Soiar con molti saluti, e vi fa sapere che l’alto vostro fratello Maomet el hharbi già è morto, e dopo tutto questo vi saluta lo scrittore di questa sempre vostro amore intisiehito, e vi prega che l’onoriate della vostra presenza, (per amore di quello, che abbellisce la Mecca, e si fa celebre) il quale schiavo vostro preso in quest'anno vi risaluta di nuovo e rinnova gli onori e la servitù, poiché mai dorme per vostro amore e sempre fa di voi menzioni vegliando: per chi tra di noi fu già con lo spirito e col corpo, che io non muoia per lui è proibito. Questa mia lettera niente supplichevole e fate da pari vostro la risposta per pietà: allontanate da voi gli invidiosi e non credete ai loro detti, e sappiate che io per voi sono quasi morto: con questa spero che Dio ci unirà, date la risposta per ora e non siate amaro: queste mie righe sono già inviate a voi, ma col pensiero voglio tornarvi; se saranno i giorni più lunghi, mi cresce il dolore, ma se la notte mi occuperà prima, basta questo saluto. Voi saluto dunque, e oh quanto amara è la vostra lontananza e il mondo quanto è oscurato e fatto orribile, perché da noi allontanato, avete fatto crescere i nostri desideri e acceso più il fuoco dentro di noi: e forse quello che ciò permette con la sua onnipotenza, lo stesso ci congiungerà dopo

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