Page:EBC 1605 12 09 0522.pdf/1

From GATE
This page has been proofread

Molto Ill.re Sig.re. Quando scrissi per l'altro ordinario che non si spediria commissarii, lo scrissi per coniettura, ma poi mi sono informato minutamente dal segretario della congregazione dei vescovi di quello che ci era, e mi disse che non ci era pensiero di mandar nessuno, ma solo di scrivere al vicario che s'informasse di alcune cose, che qua erano state rappresentate, e che rimediasse come gli pareva, e mi diede la lettera a ciò la mandasse, come la mando con una mia aggiunta. Onde tanto più resto meravigliato che il capitolo sia ricorso a Fiorenza senza aver certezza di niente, e abbia dimostrato tanto poca osservanza verso la S.ta Sede Apostolica. Non era meglio scriver una parola a me? Pensavo venire per ogni modo l'anno seguente a Montepulciano e farci qualche bene; ma questo atto mi ha fatto pigliare tanta eversione da cotesto clero che sono risoluto starne sempre lontano.
Ho fatto l'officio con il Sig.r Cardinal Tarugi, e l'ho trovato dispostissimo, e dice che gli piace assai il partito di dare la sua pronipote al Sig.r Giuseppe, e che gli darà tremila scudi di moneta di dote, e che ne scriverà al suo cavaliere, del quale non dubita che si contenterà. Gli par bene che si scriva allo stesso cavaliere padre della giovane dal Sig.r Cav.e Vignanese o da tutti due; e io scriverò domani al Sig.r Giuseppe di ogni cosa.
Ho aspettato ieri e oggi il Sig.r Valerio e non è comparso. Quando verrà, lo riceverò volentieri e mandarò costà. Ligurio domani verrà a stare in casa. Con questo gli prego da Dio ogni bene. Di Roma li 9 dicembre 1605.
Aff.mo di V.S.
il Card. Bellarmino.
---page break---
Al molto ill.re sig.r fratello, il Sig.r Thomasso Bellarmini. Montepulciano.