Page:EBC 1605 09 30 0503.pdf/1

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M.to Rev. Padre mio Ebbi una di V.R. del p° d'agosto alla quale non risposi, perchè V.R. non voleva risposta, e feci della sua lettera quello che lei comandava, e del negozio farò a tempo suo quello che potrò. Res est magna, et prudentia eget. Un'altra ne ho del 30 d'agosto nella quale V.R. mi esorta a parlar forte. Intendo quello che lei vuol dire. Ha lei si ricordarà che il padre Stefano Tucci, volendo parlar forte, fu costretto a ritirarsi presto, e tener longo silenzio. Se parlava più piano, forse parlava pi� tempo, et face vi' va pi� frutto. Io stesso fui invitato a parlare, e nondimeno bi sogn� per questo istesso presto mutar paese. Hora io h� cominciato � parlare, et h� osservato le risposte, e da quelle raccolgo, che non bisogna correre � furia. Il papa � di ottima mente, ma di po che parole, et � tanto oppresso in questo principio della moltitu/T dine,e gravit� di negotii, li qua�i gli sono sopragiunti alla sprovista, perche non aspettava al meno cos� presto questo peso, che non bisogna affrettarsi � caricarlo di molti altri pesi. Santo Bernardo parlava liberamente ad Eugenio papa, perche ci haveva som ma autorit�,come suo padre spirituale, et huomo di tanta santit�, che era stimato pi� che tutti li cardinali insieme. Obedir� all' altri suoi documenti, et massime il non tener parenti in casa, et fargli bene tanto modera�smente, che sit species eleemosinae et minus egeant, non ut ditescant. Ringrazio V.R. delli buoni consi gli, et la priego mi aiuti con le sue orationi ad adempirle. Di Roma li 30 di sett^^ 1605. Di V.R. Servo in X R. 0. B. Archiv. Postul.