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L'anno 1658 hebbi fortuna di conoscere, e pratticare dimesticamente al Servo di Dio P. Baldassare Loiola e Mandes, che all'hora in habito clericale si tratteneva ancor secolare in Casa professa di Messina e prendeva da me ogni giorno alcune lettioni de'primi rudimenti della lingua latina. Egli allora mi communicò molte cose dell'anima sua, delle quali io scriverò qui solamente quello che mi paiono più notabili e degne di esser sapute.
Si trovava nella detta Casa Professa gravemente infermo il Pre. Paolo Belli, huomo di segnata virtù e de'primi soggetti di questa Provincia, che haveva governato molti Collegi, et ultimamente il Seminario Romano, e poi il Novitiato di Messina. Il Pre. Baldassare asistì con molta carità, et affetto all'infermità del Padre, di cui era assai confidente; hora venuto all'estremo di sua vita e già agonizante, sempre hebbe assitente a detto il servo di Dio, il quale era stato per tutto il tempo dell'oratione della mattina nella Camera del Padre, quando sentì suonare la prima Messa della Casa, et allora determinò di scendere in Chiesa e communicarsi, pregando per il buon passaggio del Padre. Appena fù in Chiesa, che possosi in ginocchio alla cancellata dell'Altar Maggiore, vide il P. Paolo che havea lasciato in letto agonizante vicino al candeliere grande del Corno dell'Epistola, che stà nelli scalini dell'Altare; era tutto mesto, tremava e sentiva il sibattimento de'olenti. Durò in questa maniera lo spatio che si poteva recitare un miserere, poi rasserenatosi, e piegate le ginocchia e la