f. 124r
Alli due di Luglio 1663, che fù il secondo anno del mio novitiato in S. Andrea della Compagnia di Giesù nella Città di Roma, hebbi d'Iddio e dalla Santis.a Vergine le seguente gratie, le quali noto in queste carte con la mia propria mano per ordine di chi guida l'anima mea. Però so molto bene che Iddio non mi fece questo per qualche merito mio, mà per mea confusione; perché conosco me stesso per quello che sono vero peccatore e vedo che Iddio si è degnato di fare questo favore ad un in'ingrata e vilissima sua creatura, che è stata sotto i piedi del Demonio. Da qui sì può conoscere la gran bontà d'Iddio il quale non guarda alli meriti de'sua creature, mà liberalissimo nel dare à chi vuole, quanto vuole e come vuole ogni cosa che vuole.
Dico duque che mentre stavo dormendo nella notte anicedente della desta della Visitatione, mi pareva di stare in un luogo fra certa barbara e nemica gente della Fede Sacra Santa di Christo nostro Sig.re. Ecco all'hora mi venne non so come un bellissimo o dolcissimo Bambino il quale stava in piedi sopra una certa cosa fatta di Legno à modo di tavoleto, mà assai grande tenuto era quel sacro bambino con le mie mani aggiunti sopra le sue spalle il quale era tanto allegro e maestoso che mi faceva stare totalmente in lui rapito: nel principio non lo conobbi per quello che era mà poi mi venne un certo lume straordinario che mi fece sapre molto bene ch'era il mio amantis.mo et amatis.mo Giesù e perché havevo alcuni giorni prima havuto continuamente battaglie del Demonio, mi pare che quella barbara e nemica gente era quei spiriti infernal, che mi davano fastidio