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f. 124v


mà Giesù stava meco ridendo delli fatti loro.
Fatto poi il giorno mi sono levato all'hora solita per far mia oratione mà prima che cominciassi mi venne un ardentissimo desiderio e mirabile fiducia d'haver in quella mattina una visita della Beatissima Vergine Maria, mà dall'altra parte mi pareva che fosse cosa molto strana per che veddi ch'erano già passati molti mesi che non hebbi tal gratia, tutta via non so che ne come hebbi una certezza stabile e forma nel cuore che così sarà, e senza dubio alcuno haverò la gratia desiderata benche sono indegnissimo di tal favore celeste. Feci qualche diligenza tanto nell'interno come anche nello sterno, e diedi principio alla mia oratione con un colloquio alla gran Madre di Dio, nel quale supplicandola si come haveva fatta tanta carità nel visitare Santa Elisabetta in questo sollennissimo giorno, si degna ancha per carità di visitare e consolare questo poverello abbandondato. Ecco non passò credo tanto tempo quanto si può dire due miserere, mi pareva di veder'una stanza, ò per dir megio una saletta, dove erano due Balchi maestosi, uno incontro l'altro, in uno ci stava Giesù Christo sedendo con tre corone à capo e veste Papale, come si vede il Pontefice in qualche solennità. E nell'altro Balco, che stava alla parte della porta di quella saletta verso la parte sinistra nell'intrare, ci stava la Regina dell'Angeli mestosamente et honestamente vestita, e con un scetro à mano e corona aperta, di sopra larga, ornata molto bene con varij intaglij, porta sopra il suo capo. Et per ch' all'hora non veddi in quella stanza altro che loro, mi fecero sapere che quella stanza sove habita Giesù e Maria non voglio che ci sia in essa altro
intendo