d'Aragona, Ascanio Cardinale Colonna, e Camillo Caetano, e fra gli spagno
li Don Franco di Ribera, giunto di Las pesadas, Gregorio Lorano Auditore
di Rota, e visitatori di Sicilia che fu poi del consiglio supremo di Sua Maestà e
Pietro Leoni Reggente del Regno di Sicilia, il che intendendo Papa Sisto
ordino a' mons. Speziano Vescovo di Novara suo Nunzio che facesse offi
cio efficace con il Re in nome della Santità sua perchè la nominazione ca-
desse in persona di D. Ludovico il qual officio per l'amicizia che con lui teneva
fù replicato più volte da mons. Speziano con grandissima efficacia e con abbon
dantissimo testimonio della bontà ed erudizione di Don Ludovico. Ma sendo se
guita la morte di Antonio Cardinale Granvela Presidente del consiglio d'Italia e
del Principe D. Gio: di Tuniga del consiglio di Stato, i quali per l'amicizia
della casa e per la notizia ch havevano nei particolari delle condizioni
di Don Ludovico con l'autorità loro apresso il Re l'aiutarono grandemente.
Il consiglio mandò al Re la consulta sopra questa nominazione senza men
zione alcuna di Don Ludovico la quale veduta dal Re scrisse di sua mano nel
marg.e. Como no se han acordado di Don Luigi di Torres, e chiamato Gio:
Ruiz di Velasco della camera di Sua Maestà li commandò che dallo studiolo
delle cose di Sicilia delle scritture del Patronato, li portasse quel ch'apparte
neva alla nominazione della chiesa di Monreale et alla persona di Don Ludovico.
Poi ordinò che si facesse la presentazione in persona sua con parole di molta stima
e quel che fù di maggior considerazione non dommandò contro il solito che lascias
se li beneficij che possedeva in Hispagna fuorchè ne Prestami che per
esser uniti al Seminario di Cuenta volle che vacassero. Ma sopra tutte
l'altre fù cosa degna d'osservare questa che non si trova mai che da li
Re di Spagna sia stato presentato a' le chiese vacanti alcun parente
propinquo dell'ultimo possessore il che fece a Don Ludovico la maggior
di tutte le difficoltà per questa nominazione e da tutti gl'incindonsi delle cose di
Spagna si credeva che li facesse l'esclusione. In questo tempo il conte
d'Olivares Ambasciator di Sua Maestà Cattolica in Roma domandò a don Ludovico
la Prestamera di San Michele e San Giacomo di Jerez di valor di più di
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