perché il quadrato è occupato dagli ufficiali. Avviso i cucinieri e qualche altro che stanno qui sul corridoio e poi celebro la S. Messa. L'Angelo Custode assisterà, e gli Angeli dei marinai.
Poi anche io mi sistemo per andare sul ghiaccio. Scarpe da ghiaccio con chiodi, nuove valdostane che ho comprato a Tromsø, pelliccia e casco, macchina fotografica. Scendo con la scala sul ghiaccio, insieme al Comandante in prima, un ufficiale e un sotto ufficiale. Il Comandante ed io andiamo in racchette, gli altri due in ski. Il ghiaccio in qualche punto è crepato e bisogna andare cauti, ma per lo più si cammina sopra la neve che lo ricopre per venti o trenta centimetri. La neve è finissima e asciutta, sembra sabbia bianca, e sotto le raffiche di vento prende le ondulazioni e le increspature della sabbia dei deserti.
Arriviamo all'hangar con una marcia di una buona mezz'ora, sudati; eppure siamo a vari gradi sotto zero. Ho preso un fazzoletto bianco e uno di colore prima di partire e tengo il fazzoletto entro la tasca del giubbone di pelle eppure dopo un po' lo trovo irrigidito dal ghiaccio in modo che non lo posso aprire.
Alle 11 si avvista il dirigibile che sfiora l'ultima collina che chiude la baia a Sud Ovest. In una mezz'ora arriva sopra di noi. E' bella questa nave aerea che viene dall'Italia tranquillamente, saldamente fino a queste tormente dell'oceano polare. Acclamiamo all'Italia, ma
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