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Molto R.do Padre, Ho visto quanto mi scrive la R.V. et già m'indovinavo che questo era il partito che la R.V. mi voleva proporre. Una cosa fra le altre mi da grande fastidio, et è che li Signori Cervini, che pretendano la prima di queste figliole per il signor Francesco, ma pensina che noi l'habbiamo impediti; però mi pare necessario che non si tratti del parentado con il mio nipote, se prima non sia chiaramente escluso quello de Cervini, et noi potiamo dire con verità che non l'habbiamo impedito. Et per tor via ogni ombra d'impedimento, bisogna del canto nostro che non si tratti niente fino à quella conclusione, la quale non può allongarsi, vedendo li tutori delle fanciulle che li signori Cervini non escano di debiti, et già la prima figliola comincia ad essere in età nubile. In somma io vorrei che non potessero li signori Cervini mai dire che noi l'habbiamo impediti. Et se bene ci saranno alcune altre difficultà, tutta via questa appresso di me è la prima et la piu principale. Et quando pure il mio nipote ò altri non potessero tenersi di non trattar questo negotio, prima che li signori Cervini fussero chiariti, almeno la R.V. mi sia testimonio che io non ho consentito à questo matrimonio, mentre dura la pretensione dalliCervini. Con questo,mi raccomando alle sue sante orationi. Di Roma li 6 di Giugno 1620. Di V.R.
fratello in Christo
Il Card. Bellarmino.
P. Francesco Bertolini Rettore
del collegio della Comp.a di Giesu.
Montepulciano.
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Al molto R.do Padre,il P.Francesco Bertolini, Rettore del collegio della Compagnia di Giesu.
Montepulciano