168 Bellarmin � son fr�re Thomas Rome, 13 juillet 1601.
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/ Molto 111^^ Sig^^ Fratello. Per la risposta, che V. S. da
al mio maestro di casa, ho compreso,che lei non habbia haute le
mie lettere. Per� torno � dirgli, che delli 90 scudi mandati, pre
tendo,che 60 siano per uso di V. S. et 30 per mad. Camilla: altri
tanti, se viveremo, ne mandar� al Natale, et cosi ho stabilito per
hora, dare per le necessit� quotidiane dieci scudi il mese � V. S.
et cinque alla sorella. Se potr�, metter� anco in monti non vaca
bili, per le doti delle figliole,qualche cosa, come ho gi� comin
ciato. Intendo, che il male della lingua di Angelo va avanti, et
potria cagionare alcun male incurabile. Har� caro sapere, se la
sorella di Angelo si risolvea di monacarsi. Mi raccomando � tutti
di casa. Di Roma li 13 di luglio 1601.
fratello ^ff"^
il Card. Bellarmino.
volti carta
(au verso) Angelo mi scrisse alcuni giorni sono una lettera, nella
quale diceva molto male del collegio di
Bernardo,et come i gio
vani si partivano � furia;che non ci era costumi,ne creanze, et che
ci haveva persa la sanit�. Io non credendo � lui,mandai quella let-
tera al p. Lutio Benci,rettore del collegio della Compagnia di Giesu
mio amico, et lo pregai,che mi svisasse quello che passava. Mi ris
ponde quello che V. S.potr� leggere. Di pi� un'altro mio amico,Anton Maria Gallinella,mi scrive l'altra lettera,che pure V. S.potr� leg gere. Vorrei che V. S. mandasse qualch'uno � Perugia,di chi si possa
fidare, et intendesse ogni cosa, et quando gli paresse, che Angelo perda tempo, et sia in pericolo di malattia incurabile, potria farlo
venire � Montepulciano, � tenerlo in Perugia fuor di collegio, et poi all'Ottobre mandarlo � Roma.In somma tanto appartiene � voi. quanto � me per� mi pare conveniente,che,se io mi contento fare la spesa,lei si contenti averne pensiero. Ext.: Al m^� ill^^ sig�^ fratello / il sig^^ Thommasso Bellarmin!. F.B. 1. Autogr.