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Rome,10 mars 1606.

Bellarmin � son fr�re Thomas.

550

/ Molto �ll^^ Sig^ fratello. Le medaglie non sono benedette, ma

sono monete che da il Rapa � cardinali il giorno che piglia il pos

sesso in S^� Giovanni Laterano.

Qua sempre si � stimato che il Sig^ Lelio doveria prima man-

jT dare le scritture, et se queste non giovano, venire, et cos� dice

ancora m Valerio, il quale aggiogne che, se il Sig^^ Lelio viene,

bisognar� che si trattenga longo tempo. Tuttavia, quando sia per

otto � dieci giorni, non mancar� di tenerlo in casa et dargli la

tavola, massime se viene doppo l'ottava di Pasqua, perche andaremo

� stare nel palazzo di

Maria in Trastevere, dove ci � piu com-

modit� di stanze che non � qua in palazzo del Papa.

Belli denari dati a madonna Camilla resto sodisfatto.

Marcello mi ha mandato la lettera del card.di Siena et di Gas-

parre scritte � Lui; et non mi scrive niente � che effetto le man-

/T di. Questo non serve ad altro che � pagar porti di lettere. Se vi

pare che le rimandi, le rimandare; se non, le stracciar�. Gasparre � parti hieri per tornare � casa. Ho visto il memoriale di Popilio

Bgid^ii et dubitiamo che habbia il torto, perche non doveva,quando

vend� il palazzo, pigliare per prezzo cose dotali, che hanno mille

privilegi; ne � bene che io gravi il Gran Duca in cose ingiuste et

che saranno forse dannose, perche nella revisione della causa ci

anderanno delle spese et forse indarno. M Valerio considerar� be

ne il casp; et se sar� degno di raccomandatione al Gran Duca, si

raccomandar�. Non rispondo al Sig^ Lelio Mancini, perche non ho c

/ ^ c h e dire. V.S. potr� fare la scusa et accennargli quanto scrivo �

lei. Iddio sia con tutti. Di Roma li 10 di marzo 1606. fratello aff^^ di V.S. il Card. Bellarmino.

F.B.I.. Autogr.