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I - 1 5 9 9 - 39 L'eveque de Begnorea a Bellarmin. Bagnorea, 17 Mai lb99.

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/ 111"^ et Rev"*� Sig*^^ et padrone mio colendissimo. In questa diocesi e radicata sifattamente una opinione per cagione d'una pre

dica gi� fatta da un frate in questo Imago, per quanto mi viene detto, che essendoci

CK)lte inimicitie et molti in bando per homieidi, parte con ragione mondana, parte

per malitia, parte per difesa di propria vita commessi, venendo doppo moltissimi

anni et disaggi patiti con le famiglie loro per tali osigli a chiedere perdono alle

parti con ogni humilta et con ogni promessa ancora per

obligo di scrittura pu-

blica di recarli qualunque sodisfatione ragionevole vogliono, e senaa gi� mai offen

der loro o dependenti di loro sangue et famiglie con cenni, parole et atto alcuno,

con obligo di severissima pena di robbee et persona ed arbitrio del vescovo et suc

cessori suoi, quando pero eglino non fossero malitioaamente dalle parti provocati;

che con tutto ci� non e possibile ad ammollire alcuno di questi intorno alla pace

et vi sono donne vecchie che fanno le sante et passano li dieci anni di offese et

solo dicanotelo gli perdonavo col core, ma pace non la voglio fare in modo alcuno,

perche basta questo; ne se lo vedessi dormire l'offenderei un tantino. Io ho ten

tati tutti li mezi possibili per indurre questi indurati a christianamente piegarsi

ma poco o nulla giova. ^!o esservi opinioni in questo dubio et so ancora la maggior

parte et di piu approvati auttori difendere ass�verantemente cotaii non doversi as

solvere, non potendo io giudicare l'interno del cuore loro se non per alcum segno

^^7 esterno. Anzi qui veggo il contrario, poich� sotto questa parola 'Gl'ho perdonato

col cuore' molti si sono confessati et communicati, et fra tanto a parenti han mi

nacciato et protestato male, se acconsentiranno a tale pace. So che santo Thomasso

dottore angelico, nella seconda seconda,questione 83. articolo 8�, dice espressa

mente eh'e tenuto l'inimico perdonare all'altro quando gli chiede perdono, anzi a-

marlo, anzi giovarli anco con segni speciali; et nel terzo delle Sentenze, dist.30

quest.1, art.2 ad 5^"* dice, che Negare homini familiaritatis aigna, quando ipae

veniam petit, quando hostis non simulate et irrisorie faciat, charitati est adversum. Io dico, se la carit� e la stessa gratia d'iddio reipaa, licet nomine differat,

ergo questi sono senza gratta et de industria et forse ex malitia, ergo

So che