1 - 1 5 ^ ? - 31 BellRrmin a son frere Thomaa. Rome^ 2 avril 1599.
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/ Molto 111
3ig Fratello
La riaolutione che Angelo venga qua all'ottobre e buona, et io non voglio in
gannare il mondo, occultando un nipote gi� di et� et gi� ho detto al Papa lo sta
to di V. 8. et che di sorelle non ho altri che un nipote. Ma ben desidero che ques-
ta estate non perda il tempo, ma si esaerciti ne fondamenti di graamatica, et saria
forse bene essercitarlo nella grammatica che qua usano i nostri padri, perche non
fusse nuovo in questa sorte di grammatica. 8e bisogna tenergli un maestro a posta,
V. 8. lo pigli a conto mio, perche non ho acrupulo di spender in Angelo, parendomi
limosina.
Ho inteso che V. 3. non lodo che ai mandasse quel corriere a piede il giorno
della promotione. Lei ha ragione, et il torto non e mio, ma di Mg. Domenico, che in
questo mostro il suo giuditio. stando in quella furia di visite et rumori, mi disse
Mg Domenico che era uno in ordine per correre et che desiderava mie lettere: eoei
scrisse subito pensando che quello fusse il primo et corresse la posta. Poi la aera
mi fu detto che non era il primo et che andava a piedi; et nondimeno gli diede 18
testoni, ia quali toccano a pagarli a me. Ma non sara questo l'ultimo errore di Mg.
Domenico. Io non lo volevo in casa, et cosi procurai al principio destramente, ma
non ci l*u rimedio, perche venne da se et piglio la stanza; et, per esser veramente
ai'fettionato, non mi parse di mandarlo via. foco apresso ha cominciato ad imaginarr ai che il Big Giuseppe non gli voglia bene, et cosi esse e il primo che comineia
la disunione in casa. He procurato Battergli in consideratione la sua residenza al
canonicato, et la mala stanza che ha qui in casa mia et che potria pigliar le par
te et dormire in casa sua piu commodamente; ma d'ogni cosa s'inombra. Bavero patien-
re
za fin che potro. Ho conferito con nostro 3ig
del pigliar presenti; et habbiamo
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risoluto che non pigli cose di gran valuta da principi interessati ne da cardinali;
re
et cosi ho cominciato a fare. Nostro Sig
ha promesso provedermi quanto prima.
Mi raccomando a V. S. et alla consorte sua. re Di V. 8. molto 111
Di Roma, li 2 d'aprile 1599*
fratello amorevolissimo per servirla