preso tra un gruppo di persone che mi aspettano: P. Huarte, P. Lazzarini, Mons. Pucci, Pietro, e tanti altri. Mi lascio trasportare. Qua e la sento il mio nome. Il capostazione Morichini mi stringe la mano e mi fa entrare nella saletta reale.
La folla è arginata. Varie personalità, parenti dei salvati, la moglie di Biagi con la bambina "Chi? Italia? - !Ah già già. Il Signore la benedica".[1]
Usciamo - una batteria di macchine fotografiche. No, no, andiamo - riusciamo a passare, poi a scivolare dietro la folla fino allo spigolo del Marpino. Altri Padri. Entriamo in un taxi e via. Vogliono che io racconti. Racconto e cerco di benedire il Signore. Mons. Pucci sta sul predellino e segue con attenzione il mio racconto. Non ci pensavo che era un giornalista.
Alla Gregoriana la porta è spalancata. Padri e Fratelli sono là, e un bel gruppo di giovanotti. Ma ci salutiamo in fretta perchè il Padre Ministro vuol farmi andare in Refettorio prima che suoni mezzanotte. Ci andiamo tutti Padri e Fratelli. Poi in Cappella.[2]
- ↑ La secondogenita di Giuseppe Biagi è nata il 22 luglio; il papà apprende la notizia in diretta dalla Sala Radio della "Città di Milano", il giorno stesso che la nave parte dalla King's Bay per ripornare i superstiti sulla terraferma. E' stata simbolicamente ed emotivamente chiamata Italia, "il più bel nome del mondo" come ebbe a dire poi Biagi nel suo libro di memorie "Biagi racconta".
- ↑ Un'uscita in sordina, riservata, lontana dai clamori. Immaginiamo soddisfatto dell'esperienza vissuta, tuttavia desideroso di riprendere la quotidianità dei propri studi, ricerche ed insegnamento.