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la presenza di sette cardinali, riuscendo molto bene e con molto plauso dell’attori.
Il giovedì grasso alli 28 [febbraio] non fu rappresentata attione alcuna, essendosi invitata per il giorno seguente la signora donna Olimpia cognata del papa.
Il venerdì primo di marzo li chierici fecero la loro attione italiana con la presenza di detta eccellentissima signora, e delle principali dame di Roma, intervenendoci anco due cardinali con sommo plauso, e lode de chierici, tanto che li convittori volendo replicare la 3° volta la loro latina, e desiderando d’haverci spettatori grandi, come havevano havuto li chierici in due volte, stimorono che la giornata del sabato, ch’a loro toccava, non fusse a proposito per haver cardinali e gente grande per esser giorno de spaccio, e di scriver lettere, e per haver dame, men meno era giorno opportuno, sicché designarono di havere la domenica di quinquagisima già data alli chierici, per replecare la 3° volta la loro.
Il sabato mattina alli 2 di marzo comminciorono li convittori a negotiare per havere la domenica dichiarandosi di non voler il sabato che gli toccava di maggiore. Li chierici essendo richiesti di cedere a convittori la domenica di quinquagisima non hebbero alcuna difficoltà, contentandosi del lunedì seguente. Il padre rettore solamente ostava perché s’era invitato l’ambasciatore di Spagna per la domenica per esser l’attione italiana, e non pareva al padre rettore che sua eccellenza si dovesse ritardare al lunedì per detta attione né farlo venire la domenica per l’attione latina però il padre rettore non voleva in modo alcuno, che li convittori pigliassero alli chierici la loro giornata ancorché loro glila cedessero volentieri. E sibene la difficoltà c’haveva il padre rettore dell’ambasciatori invitato, si sarebbe aggiustata dal signor cardinal Di Lugo che s’offerse a disporre il detto ambasciatore a deferire a lunedì, overo a sentir anco la latina, con tutto ciò il padre rettore volse star constante nel suo primo decreto che li convittori non recitassero la domenica con tutto che vedesse che seguirebbe con gran disgusto de tutti convittori persuadendosi che non conveniva cedere a loro, e sodisfare alli loro desideri ancorché leciti, e raggionevoli vedendo di più che tutti li padri di Seminario, come li suoi consultori, e repetitori adderivano assai al voler de convittori, egli nulla di meno contro il commun parere, persisteva nel proprio, e perché così sentiva informò il padre