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parte di Pulcinella quale fece risolvere all’altro di seguitare, ma contendendosi fra loro di voler far l’istessa parte, Pantalone decise la questione con far provar l’un e l’altro con far un discorso, qual fu fatto molto ridicolo e fu data la sentenza al primo e si seguitò la comedia. Il 4° intermezzo fu musico d’un cieco, e d’un storpio, et un che guidava il cieco, due soprani et un tenore.
Alli 13 [febbraio] venardì non havendo il Seminario attione da recitare fu invitato dal cardinale Barberino[1] ad un’attione che recitorono gl’alunni di San Pietro, e fu l’historia latina di Susanna accusata da’ vecchi. Per gl’intermezzi fu recitata un altra attione in musica di San Eustachio composta da monsignor Rospiglioso, e la musica dal Mazzochi maestro di cappella di San Pietro. La siena [i.e. scena] mezz’apparteneva all’attione di Susanna, e mezza all’altra d’Eustachio. Il prologo fu fatto da un Festarolo ch’acomodava e ’taccava alcuni panni d’arazzo malamente acconci, e di varie sorte e tra sé disuguali e difformi da una parte e l’altra venendo fuori del palco uno che vidde sì malamente ordinata la scena bravò al festarolo che taccava li ’razzi sì difformi e malconci. Sopravenne un altro in difesa del festarolo, e diede raggione perché causa s’era fatto tal apparato sì difforme con dire che dovendosi rappresentare due attioni fra sé difforme ricercava la siena di quella maniera divisa, qual inventione piacque assai.
Alli 14 fu rappresentata l’attione fatta il lunedì di San Odoardo, et in questo giorno fu distribuita la lettera stampata di Franesco Borri convittore, nella quale racconta l’argomento con la distintione dell’atti e scene, e coli nomi de’ recitanti. Venne in questo giorno il cardinale Raggi che non poté venire il lunedì. Vi furono due figli del Palatino del Reno cugini del re d’Inghilterra [Carlo I], quali stavono incogniti nel palco dell’organo. Alla porta del Seminario fu necessario metter li svizzeri della guardia del papa e furono dieci per tener a dietro il gran concorso che era alla Porta.

Alli 15 domenica in quinquagesima s'andò alle 40 hore del Giesù[2] la mattina, fatte con bel apparato distinto in tre historie con li suoi scompartimenti d'archi. In uno si rappresentato La caduta della manna, nel 2° Li pani di Melchisadec, e nel 3° L'acqua che fece scaturire Moisé con la sua verga. Fece il sermone il padre Albritio con 13

  1. In quell'anno erano cardinali sia Antonio Barberini che Francesco Barberini seniore.
  2. Nella chiesa del Gesù.