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Ser.mo Sig.r mio oss.mo
Il Sig.r Prati agente in questa corte per V.A.S.ma m'hà dato conto di quanto teneva ordine di lei, et come l'ho sentito volontieri, così non posso se non laudare la prudenza dell'A.V.S.ma alla quale arrendendo infinite gratie della memoria, che si degna tenere dell' osservanza mia verso di lei, mi rimetto all'istesso suo agente, et gli faccio riverenza, pregandogli da Dio vera felicità. Di Roma il di 5 di Giugno 1612.
Di V.A. S.ma
Devotissimo et aff.mo servitore
Il Card. Bellarmino.