quale era di poco ritornato con animo di non haversene d’allontanare per un gran
pezzo. Conoscendo però che maggior servizio di Dio fosse per esser di servir la Santa Chiesa nel Governo d’una legazione che della sua chiesa, alla quale anco da
poteva sufficientemente provedere, volse sottometer la sua sodisfatione al
comandamento del Sommo Pontefice senz’haver altro fine che servire la Sede Aposto-
lica strnato affatto di qualsivoglia humano interesse. Ma perché gli veniva scritto
dal Cardinale Borghese nipote di Sua Santità che senza venir a’ Roma quanto prima potesse si
sbrigasse da Genova per andar a ferrara, egli subito si spedì per il viaggio et in cinque giornate
se n’andò alla città di ferrara, dove essendo arrivata la nuova della sua
partenza da Genova se li preparavano di farli quell’honorevoli incontri che
meritava un legato, volendolo come tale riceverlo, il che prevedendo Monsignor
Spinola e conoscendo benissimo esser spese superflue, e mera vanità l’ambire incontri
di Carrozze di Nobiltà, e gl’applausi del populo nelli primi ingressi, usò ogn’artifi
cio per sfugir ogn’incontro solito farsi determinando d’entrar in ferrara non co
gnosciuto sicome gli riusci con assai maggior applauso della sua Virtù, massime
sapendosi che fuggiva gl’honori e le Dimostrazioni esteriori per non esser d’incomodo
e di spesa al suo populo. Per entrar dunque in ferrara incognito, et all’impro
viso tenne questo bel modo degno d’esser descritto et amirato. Quando si trovò poche
miglia lontano dalla città di ferrara, havendo già inviata la sua corte per diverse
strade, Egli in un sospiro piglio a’ nolo una Vilissima carrozza tirata da due
cavalli di diverso pellame, antillo cioè uno bianco e l’altro nero e salendovi
sopra in habito non conosciuto accompagnato da un solo de suoi servitori di poca
presenza si fece portare a’ ferrara sin alla chiesa Cattedrale, e quivi fatta una
longa oratione avanti il Santissimo Sacramento se n’andò a piedi drittamente al Castello
Palazzo del legato per darsi a’ conoscere a’ mons. Vicelegato alle cui stanze essen
do arrivato, niuna della famiglia di detto Mons. Giudicò d’ammetterlo alla
presenza del Principe che si trovava a tavola mangiando, se non quando doppo
il suo pranzo diede il nome e si scoperse qual egli fosse. Ne prima si divolgò il
suo arrivo che la mattina seguente quando s’udì nella piubblica piazza into-
nare un Bando fatto di suo ordine contro quelli che ardissero d’estrarre Grazi
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