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Lettera scritta al Padre Baldassarre Loyola a Messina da un moro schiavo in Malta, voltata fedelmente dall’Arabico.<br/> | Lettera scritta al Padre Baldassarre Loyola a Messina da un moro schiavo in Malta, voltata fedelmente dall’Arabico.<br/> | ||
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La lettera è inviata a chi merita <unclear>dh</unclear>onore ed è molto aggraziato, fortunato nel mondo presente, e nell’altro ancora felice, quale è il nostro fratello, Amico, e pupilla degl’occhi nostri, in questo mondo già onorato, e nell’altro piacendo a Dio, glorioso: do nuova con questa al mio Padrone, e midolla del mio Cuore: il vostro servo vi da nuova di sé che, tornato dalla Mecca, fu preso da Monseur Rè e lo condusse a Malta, e lo prese il gran Maestro per suo servizio, allora domandai di voi, mi dissero, che sta in Messina, e già istruito nella Legge Cristiana. E mi dissero nuova ancora del signore Maometto figliuolo dell’Arabo Sacaso, e di Abd slam Kesus, e di Ahmed el sciaraibi, con i quali dimorai tre mesi in circa, e arrivati a Fez diedero nuova di lei al suo Padre nostro Padrone, Aabd eluahed Attazi, che ella già ha abbracciato la fede Cristiana, e altri dissero, che era già morto, sia la misericordia di Dio sopra di voi. E vi saluta molto la vostra madre e il fratello <sup><unclear>Soiar</unclear></sup> con molti saluti, e vi fa sapere che l’alto vostro fratello Maomet el hharbi già è morto, e dopo tutto questo vi saluta lo scrittore di questa sempre vostro amore <unclear>intisiehito</unclear>, e vi prega che l’onoriate della vostra presenza, (per amore di quello, che abbellisce la Mecca, e si fa celebre) il quale schiavo vostro preso in quest'anno vi risaluta di nuovo e rinnova gli onori e la servitù, poiché mai dorme per vostro amore e sempre fa di voi menzioni vegliando: per chi tra di noi fu già con lo spirito e col corpo, che io non muoia per lui è proibito. Questa mia lettera niente supplichevole e fate da pari vostro la risposta per pietà: allontanate da voi gli invidiosi e non credete ai loro detti, e sappiate che io per voi sono quasi morto: con questa spero che Dio ci unirà, date la risposta per ora e non siate amaro: queste mie righe sono già inviate a voi, ma col pensiero voglio tornarvi; se saranno i giorni più lunghi, mi cresce il dolore, ma se la notte mi occuperà prima, basta questo saluto. Voi saluto dunque, e oh quanto amara è la vostra lontananza e il mondo quanto è oscurato e fatto orribile, perché da noi allontanato, avete fatto crescere i nostri desideri e acceso più il fuoco dentro di noi: e forse quello che ciò permette con la sua onnipotenza, lo stesso ci congiungerà dopo | La lettera è inviata a chi merita <unclear>dh</unclear>onore ed è molto aggraziato, fortunato nel mondo presente, e nell’altro ancora felice, quale è il nostro fratello, Amico, e pupilla degl’occhi nostri, in questo mondo già onorato, e nell’altro piacendo a Dio, glorioso: do nuova con questa al mio Padrone, e midolla del mio Cuore: il vostro servo vi da nuova di sé che, tornato dalla Mecca, fu preso da Monseur Rè e lo condusse a Malta, e lo prese il gran Maestro per suo servizio, allora domandai di voi, mi dissero, che sta in Messina, e già istruito nella Legge Cristiana. E mi dissero nuova ancora del signore Maometto figliuolo dell’Arabo Sacaso, e di Abd slam Kesus, e di Ahmed el sciaraibi, con i quali dimorai tre mesi in circa, e arrivati a Fez diedero nuova di lei al suo Padre nostro Padrone, Aabd eluahed Attazi, che ella già ha abbracciato la fede Cristiana, e altri dissero, che era già morto, sia la misericordia di Dio sopra di voi. E vi saluta molto la vostra madre e il fratello <sup><unclear>Soiar</unclear></sup> con molti saluti, e vi fa sapere che l’alto vostro fratello Maomet el hharbi già è morto, e dopo tutto questo vi saluta lo scrittore di questa sempre vostro amore <unclear>intisiehito</unclear>, e vi prega che l’onoriate della vostra presenza, (per amore di quello, che abbellisce la Mecca, e si fa celebre) il quale schiavo vostro preso in quest'anno vi risaluta di nuovo e rinnova gli onori e la servitù, poiché mai dorme per vostro amore e sempre fa di voi menzioni vegliando: per chi tra di noi fu già con lo spirito e col corpo, che io non muoia per lui è proibito. Questa mia lettera niente supplichevole e fate da pari vostro la risposta per pietà: allontanate da voi gli invidiosi e non credete ai loro detti, e sappiate che io per voi sono quasi morto: con questa spero che Dio ci unirà, date la risposta per ora e non siate amaro: queste mie righe sono già inviate a voi, ma col pensiero voglio tornarvi; se saranno i giorni più lunghi, mi cresce il dolore, ma se la notte mi occuperà prima, basta questo saluto. Voi saluto dunque, e oh quanto amara è la vostra lontananza e il mondo quanto è oscurato e fatto orribile, perché da noi allontanato, avete fatto crescere i nostri desideri e acceso più il fuoco dentro di noi: e forse quello che ciò permette con la sua onnipotenza, lo stesso ci congiungerà dopo | ||
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tal separazione, come gli piace da che siete fuori non abbiamo avuto nuova propria da voi, né lettera mai, né contrassegno, né ambasciatore ai <unclear>n</unclear>ostri fratelli, né risposta per scusa: è forse perso il vostro carattere, o si è <unclear>scuato</unclear> l’inchiostro; forse non si trova il vostro segretario, o le vostre penne son rotte, o gli ambasciatori non obbediscono al vostro commando, mentre aspettavamo per tanto tempo, come si aspetta la pioggia, necessaria dal Cielo: se è stata colpa nostra, noi ne domandiamo perdono, e Dio rimette la colpa a chi ne domanda il perdono. È mancato l’inchiostro in quelle parti vostre, si che non si potesse comprare? O mancano le carte, o le penne: ma se voi servirete, sarà accettata qualunque scusa, benché dopo tanto tempo: anche l’Apostolo di Dio disse, siate il benvenuto oh Aali: vi saluta chi ciò scrive, e vi ama di cuore, avendovi fatto sapere il tutto. Vi saluto, ma i paesi sono lontani e desidero di venire, avendone somma necessità, ma questa mia lettera supplisce al tuono della mia voce, come il tocco della pietra supplisce alla mancanza dell’acqua. (Altro) Sallo Iddio, e testimoni ne sono le Stelle, che io tutta la notte vegliando non dormo mai; se lecita fosse l’adorazione ad alcuna creatura, io sarei il primo, o mio signore, che v'adorassi: la vostra separazione dalla Patria, cagiona e accresce <unclear>al</unclear> continuo la compassione: passarono tante notti radunati insieme, e consultando dal fatto, e volesse Dio, che non vi fuste allontanato dal Regnante: ma i disegni di Dio camminano conformi al suo volere. (Altro) Il vedere la faccia del mio amato signore è un Paradiso, ma la sua separazione a me è grandissima, non posso spiegare la nostra oppressione, e Dio sa, che noi siamo innocenti: eravate già fra di noi come una festa, che rallegra tutti, e se tornerà a noi, io ne sarò il fortunato Autore. (Altro) Questa mia lettera già è inviata a voi, ma nella risposta da <unclear>voi</unclear> adesso sarà l’indirizzo mio, e dei fatti miei: l’ho scritta, e le lagrime dagli occhi mi piovono in abbondanza, e se non avessi avuto l’inchiostro, avrei tirato queste sigle col mio sangue, e se avessi potuto scorticar la mia pelle, ne avrei fatto tanta carta e avrei in cambio di penne temperate le mie ossa, e se fossi in mia libertà, già sarei venuto volando da voi, e se avesse pericolato il mio capo, non avrebbero pericolato i miei piedi: dico questo, benché poco a quel che meritate, che così conviene a servi di dire del loro padrone. (Altro) O quello per cui io sono partito ed è lontano dagli occhi miei, ed essendo scolpito nell’interno, ma il cuor non lo gode: abbiate | tal separazione, come gli piace da che siete fuori non abbiamo avuto nuova propria da voi, né lettera mai, né contrassegno, né ambasciatore ai <unclear>n</unclear>ostri fratelli, né risposta per scusa: è forse perso il vostro carattere, o si è <unclear>scuato</unclear> l’inchiostro; forse non si trova il vostro segretario, o le vostre penne son rotte, o gli ambasciatori non obbediscono al vostro commando, mentre aspettavamo per tanto tempo, come si aspetta la pioggia, necessaria dal Cielo: se è stata colpa nostra, noi ne domandiamo perdono, e Dio rimette la colpa a chi ne domanda il perdono. È mancato l’inchiostro in quelle parti vostre, si che non si potesse comprare? O mancano le carte, o le penne: ma se voi servirete, sarà accettata qualunque scusa, benché dopo tanto tempo: anche l’Apostolo di Dio disse, siate il benvenuto oh Aali: vi saluta chi ciò scrive, e vi ama di cuore, avendovi fatto sapere il tutto. Vi saluto, ma i paesi sono lontani e desidero di venire, avendone somma necessità, ma questa mia lettera supplisce al tuono della mia voce, come il tocco della pietra supplisce alla mancanza dell’acqua. (Altro) Sallo Iddio, e testimoni ne sono le Stelle, che io tutta la notte vegliando non dormo mai; se lecita fosse l’adorazione ad alcuna creatura, io sarei il primo, o mio signore, che v'adorassi: la vostra separazione dalla Patria, cagiona e accresce <unclear>al</unclear> continuo la compassione: passarono tante notti radunati insieme, e consultando dal fatto, e volesse Dio, che non vi fuste allontanato dal Regnante: ma i disegni di Dio camminano conformi al suo volere. (Altro) Il vedere la faccia del mio amato signore è un Paradiso, ma la sua separazione a me è grandissima, non posso spiegare la nostra oppressione, e Dio sa, che noi siamo innocenti: eravate già fra di noi come una festa, che rallegra tutti, e se tornerà a noi, io ne sarò il fortunato Autore. (Altro) Questa mia lettera già è inviata a voi, ma nella risposta da <unclear>voi</unclear> adesso sarà l’indirizzo mio, e dei fatti miei: l’ho scritta, e le lagrime dagli occhi mi piovono in abbondanza, e se non avessi avuto l’inchiostro, avrei tirato queste sigle col mio sangue, e se avessi potuto scorticar la mia pelle, ne avrei fatto tanta carta e avrei in cambio di penne temperate le mie ossa, e se fossi in mia libertà, già sarei venuto volando da voi, e se avesse pericolato il mio capo, non avrebbero pericolato i miei piedi: dico questo, benché poco a quel che meritate, che così conviene a servi di dire del loro padrone. (Altro) O quello per cui io sono partito ed è lontano dagli occhi miei, ed essendo scolpito nell’interno, ma il cuor non lo gode: abbiate | ||
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pietà di me, e in cortesia fatemi vedere che così Iddio avendo pietà di voi vi farà godere nel felice incontro. (Altro) Saluto il mio signore ancorché non voglia e non vogliate credere che tal saluto <unclear>possa</unclear> spiegarsi da me, ho pianto con sospiri al ricordo del mio amato, come pianse Giacobbe nella perdita di Giuseppe. (Altro) Ci siamo vestiti di lutto, non senza cagione, e la cagione fu comune a tutti, abbiamo interdette tutte le allegrezze, e non abbiamo temuto nel tagliare i capelli e le treccie. In tale stato cominciò e finì la luna, e feci i lamenti Aambera e urlò <unclear>Ghazàla</unclear>: la nostra vita era come di chi naviga in un vascello travagliato dalla tempesta, che nella speranza si perde. (Altro) Tale fu la perdita, che se avessimo avuto tutto il potere di Salomone e tutto l’Imperio di Cesare, non l’avremmo stimato allora un’ala d’un Moscino: perché gli occhi nostri non godevano il loro proprio oggetto: salute a chi tirò se stesso e si partì non degnando di licenziarsi, e tormentò i nostri cuori col fatto e col disprezzo di tutti: tanto si avvicina che mi par di prenderlo, mi delude e però io muoio, o mio Padrone, o amato del mio cuore! Quando avrete questa lettera, almeno degnatevi di leggerla e intendetela come noi nel proprio senso, e questa lettera da un amato all’altro amato va a lui, benché per tale non conosciuto e vi scrive queste righe amico vostro ingranditore della vostra potenza, e vi desidera ogni bene Il Dottore Mahmed figlio di Aabd el slam el hulieg che abitava nel settelioni, e il suo luogo de negozi in Attarino vicino al signore Ali’ figlio di Mani servitore del signore Ahmed Barrosi sotto Markran, dove si vendono le coperte e i tappeti e ancora dall’altra parte appresso hagg Ahmed Bengiallun figlio di hallul abitante nella strada <unclear>Bglial</unclear>, e di più vicino al signore Mahmed figlio di Mani Mezdahi, e di più vicino al signore Aag Abd eluahed hsciubi, che stava appresso di voi; e di più Aag Mahmed Seraibi, il suo fratello mio signore Ahmd, che era con voi a Malta.<br/> | pietà di me, e in cortesia fatemi vedere che così Iddio avendo pietà di voi vi farà godere nel felice incontro. (Altro) Saluto il mio signore ancorché non voglia e non vogliate credere che tal saluto <unclear>possa</unclear> spiegarsi da me, ho pianto con sospiri al ricordo del mio amato, come pianse Giacobbe nella perdita di Giuseppe. (Altro) Ci siamo vestiti di lutto, non senza cagione, e la cagione fu comune a tutti, abbiamo interdette tutte le allegrezze, e non abbiamo temuto nel tagliare i capelli e le treccie. In tale stato cominciò e finì la luna, e feci i lamenti Aambera e urlò <unclear>Ghazàla</unclear>: la nostra vita era come di chi naviga in un vascello travagliato dalla tempesta, che nella speranza si perde. (Altro) Tale fu la perdita, che se avessimo avuto tutto il potere di Salomone e tutto l’Imperio di Cesare, non l’avremmo stimato allora un’ala d’un Moscino: perché gli occhi nostri non godevano il loro proprio oggetto: salute a chi tirò se stesso e si partì non degnando di licenziarsi, e tormentò i nostri cuori col fatto e col disprezzo di tutti: tanto si avvicina che mi par di prenderlo, mi delude e però io muoio, o mio Padrone, o amato del mio cuore! Quando avrete questa lettera, almeno degnatevi di leggerla e intendetela come noi nel proprio senso, e questa lettera da un amato all’altro amato va a lui, benché per tale non conosciuto e vi scrive queste righe amico vostro ingranditore della vostra potenza, e vi desidera ogni bene Il Dottore Mahmed figlio di Aabd el slam el hulieg che abitava nel settelioni, e il suo luogo de negozi in Attarino vicino al signore Ali’ figlio di Mani servitore del signore Ahmed Barrosi sotto Markran, dove si vendono le coperte e i tappeti e ancora dall’altra parte appresso hagg Ahmed Bengiallun figlio di hallul abitante nella strada <unclear>Bglial</unclear>, e di più vicino al signore Mahmed figlio di Mani Mezdahi, e di più vicino al signore Aag Abd eluahed hsciubi, che stava appresso di voi; e di più Aag Mahmed Seraibi, il suo fratello mio signore Ahmd, che era con voi a Malta.<br/> | ||
E noi di già v'abbiamo dato nuova di quanto occorre di noi e dei nostri amici e se domandate di me, io sto a Malta soggetto all’obbedienza del gran Maestro, servendo per cameriere il sottomaestro, e di tutto ciò io ho data notizia, affinché amandovi il signore favorito, voi leghiate i doni di Dio con ringraziamenti | E noi di già v'abbiamo dato nuova di quanto occorre di noi e dei nostri amici e se domandate di me, io sto a Malta soggetto all’obbedienza del gran Maestro, servendo per cameriere il sottomaestro, e di tutto ciò io ho data notizia, affinché amandovi il signore favorito, voi leghiate i doni di Dio con ringraziamenti | ||
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di cuore e ringraziatelo, perché vi ha riempito della sua bontà, la quale partecipa a chi vuole: essendo egli quello che a tutti i tempi raduna le cose perdute, e voi tornando non sarete differenziato da quel di prima; prendete questo tempo nel quale siete aspettato, che nessuno sa dove abbia da morire. Se alcuna cosa v’impedisse, che non andiate abbandonatela e non vi lasciate ingannare dall’attacco di quella; fra gli uomini vi sono de generosi e nel lasciar la cosa si trova il riposo, e nel cuore pazienza all’amato, e ancorché ne prenda fastidio, né tutti quelli che amate vi amano di cuore, né quello a cui voi aprite il cuore, vi aprirà il suo: se uno conserva i doni della Natura non farà mai quel bene, al che viene forzato: e non è bene, che lo sposo così lasci la sua sposa, e contraccambi l’amore con odio, nascondendo la vita passata fra loro e mostrando come cosa vergognosa quella che non era tale per il passato: pace al Mondo, se non vi sarà in quello infedeltà nella cosa creduta, in chi la crede, in chi promette, e in chi la fa: e se vi lasciate vedere <unclear>i</unclear> l’animo aveva il suo contento, ognuno aveva soddisfazione di quel che desidera, e diventerà l’anima contenta dopo tanti travagli, tornando il giudizio stabile dopo la fuga, e goderà il cuore di quello, che è amato e dopo questo, se tornerete da noi, vi darò nuova di quello, che è occorso al vostro Padre con signore Mahmed Maiara e Giudice de Turchi, il signor Mahmed figlio di Suda, e il signore Ahmed Allabar, il signore Abdeltahman figlio del Giudice, e il signore Ahmed figlio di Mezuar, e il signore Ahmed figlio di Giallal, e il signore Mahmed figlio di Mbarak lettore pubblico in <unclear>aino</unclear>, e tutti i Dottori, il beneplacito di Dio sia sopra tutti loro: questi fecero consiglio sopra di voi e diedero nuova di voi, avendo conosciuto l’intimo del vostro cuore e Dio sa quello che mostrate e quello che tenete celato ed io (o mio Padrone) ora sto nel Palazzo del sottomaestro, che era Capitano di <unclear>Cazale</unclear>, fatto oggidì sottomaestro, che è quanto abbiamo di nuovo a dirvi, e noi, o Signore aspettiamo il vostro ritorno da noi, accioché voi scopriate a noi il vostro Cuore, e noi quello che abbiamo nel nostro, e ringrazio Dio che mi ha fatto trovare chi tra di noi è amato e nell’altro mondo molto accetto: dateci presto la risposta, perché siete vicino, e io per vostro amore sono molto attristato, e vi avvisiamo, o signor Baldassarre che arrivata la lettera, subito vi mettiate in viaggio verso i vostri e alla volta mia, | di cuore e ringraziatelo, perché vi ha riempito della sua bontà, la quale partecipa a chi vuole: essendo egli quello che a tutti i tempi raduna le cose perdute, e voi tornando non sarete differenziato da quel di prima; prendete questo tempo nel quale siete aspettato, che nessuno sa dove abbia da morire. Se alcuna cosa v’impedisse, che non andiate abbandonatela e non vi lasciate ingannare dall’attacco di quella; fra gli uomini vi sono de generosi e nel lasciar la cosa si trova il riposo, e nel cuore pazienza all’amato, e ancorché ne prenda fastidio, né tutti quelli che amate vi amano di cuore, né quello a cui voi aprite il cuore, vi aprirà il suo: se uno conserva i doni della Natura non farà mai quel bene, al che viene forzato: e non è bene, che lo sposo così lasci la sua sposa, e contraccambi l’amore con odio, nascondendo la vita passata fra loro e mostrando come cosa vergognosa quella che non era tale per il passato: pace al Mondo, se non vi sarà in quello infedeltà nella cosa creduta, in chi la crede, in chi promette, e in chi la fa: e se vi lasciate vedere <unclear>i</unclear> l’animo aveva il suo contento, ognuno aveva soddisfazione di quel che desidera, e diventerà l’anima contenta dopo tanti travagli, tornando il giudizio stabile dopo la fuga, e goderà il cuore di quello, che è amato e dopo questo, se tornerete da noi, vi darò nuova di quello, che è occorso al vostro Padre con signore Mahmed Maiara e Giudice de Turchi, il signor Mahmed figlio di Suda, e il signore Ahmed Allabar, il signore Abdeltahman figlio del Giudice, e il signore Ahmed figlio di Mezuar, e il signore Ahmed figlio di Giallal, e il signore Mahmed figlio di Mbarak lettore pubblico in <unclear>aino</unclear>, e tutti i Dottori, il beneplacito di Dio sia sopra tutti loro: questi fecero consiglio sopra di voi e diedero nuova di voi, avendo conosciuto l’intimo del vostro cuore e Dio sa quello che mostrate e quello che tenete celato ed io (o mio Padrone) ora sto nel Palazzo del sottomaestro, che era Capitano di <unclear>Cazale</unclear>, fatto oggidì sottomaestro, che è quanto abbiamo di nuovo a dirvi, e noi, o Signore aspettiamo il vostro ritorno da noi, accioché voi scopriate a noi il vostro Cuore, e noi quello che abbiamo nel nostro, e ringrazio Dio che mi ha fatto trovare chi tra di noi è amato e nell’altro mondo molto accetto: dateci presto la risposta, perché siete vicino, e io per vostro amore sono molto attristato, e vi avvisiamo, o signor Baldassarre che arrivata la lettera, subito vi mettiate in viaggio verso i vostri e alla volta mia, | ||
− | + | == 103r == | |
che sono servo vostro malinconico, disgraziato, derelitto, che non mangia, né beve per vostro amore, né dorme vegliando tutta la notte, aspettando la vostra venuta, e se volete menarmi con voi, fate di me quello che più vi piace, o facendomi stare in Messina, o altrove, e Dio vi rimeriti quel bene che farete meco per amore di quello che ha creata la luna risplendente, il quale maneggia e governa giustamente il tutto ed è potente sopra ogni cosa, in lui ripongo tutta la mia speranza: o voi che conoscete i disegni e ogni bene e comandate il giusto per tale conosciuto, o voi che liberate da tutte l’infermità e male, o voi, che tutti provvedete e non forzate nessuno e nutrite anche le formiche, mai sarà vero, che voi, che mi avete creato, mi abbandoniate e mi avete governato nell’intimo vostro: vi prego per l’amor di Maometto, che è bene di tutti, e capo di tutti i Profeti <unclear>agiutatemi</unclear> perché sto molto angustiato: e finalmente se mi volete per schiavo, pigliatemi con voi, e vi servo fedelmente, perché mi conoscete e vi conosco, ma io, o mio Padrone, non vi ho mandata questa lettera finché mi hanno detto i Cristiani che siete appresso loro in grandissima stima, e il Gran Maestro vi amava, e lui faceva sedere accanto a lui; e giungendo questa, di grazia datemi la risposta in fretta, e per fine vi do molti saluti. | che sono servo vostro malinconico, disgraziato, derelitto, che non mangia, né beve per vostro amore, né dorme vegliando tutta la notte, aspettando la vostra venuta, e se volete menarmi con voi, fate di me quello che più vi piace, o facendomi stare in Messina, o altrove, e Dio vi rimeriti quel bene che farete meco per amore di quello che ha creata la luna risplendente, il quale maneggia e governa giustamente il tutto ed è potente sopra ogni cosa, in lui ripongo tutta la mia speranza: o voi che conoscete i disegni e ogni bene e comandate il giusto per tale conosciuto, o voi che liberate da tutte l’infermità e male, o voi, che tutti provvedete e non forzate nessuno e nutrite anche le formiche, mai sarà vero, che voi, che mi avete creato, mi abbandoniate e mi avete governato nell’intimo vostro: vi prego per l’amor di Maometto, che è bene di tutti, e capo di tutti i Profeti <unclear>agiutatemi</unclear> perché sto molto angustiato: e finalmente se mi volete per schiavo, pigliatemi con voi, e vi servo fedelmente, perché mi conoscete e vi conosco, ma io, o mio Padrone, non vi ho mandata questa lettera finché mi hanno detto i Cristiani che siete appresso loro in grandissima stima, e il Gran Maestro vi amava, e lui faceva sedere accanto a lui; e giungendo questa, di grazia datemi la risposta in fretta, e per fine vi do molti saluti. | ||
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Latest revision as of 09:44, 28 October 2019
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Lettera scritta al Padre Baldassarre Loyola a Messina da un moro schiavo in Malta, voltata fedelmente dall’Arabico.
Lode a Dio solo e la salute di Dio a Maometto mio Signore.
La lettera è inviata a chi merita dhonore ed è molto aggraziato, fortunato nel mondo presente, e nell’altro ancora felice, quale è il nostro fratello, Amico, e pupilla degl’occhi nostri, in questo mondo già onorato, e nell’altro piacendo a Dio, glorioso: do nuova con questa al mio Padrone, e midolla del mio Cuore: il vostro servo vi da nuova di sé che, tornato dalla Mecca, fu preso da Monseur Rè e lo condusse a Malta, e lo prese il gran Maestro per suo servizio, allora domandai di voi, mi dissero, che sta in Messina, e già istruito nella Legge Cristiana. E mi dissero nuova ancora del signore Maometto figliuolo dell’Arabo Sacaso, e di Abd slam Kesus, e di Ahmed el sciaraibi, con i quali dimorai tre mesi in circa, e arrivati a Fez diedero nuova di lei al suo Padre nostro Padrone, Aabd eluahed Attazi, che ella già ha abbracciato la fede Cristiana, e altri dissero, che era già morto, sia la misericordia di Dio sopra di voi. E vi saluta molto la vostra madre e il fratello Soiar con molti saluti, e vi fa sapere che l’alto vostro fratello Maomet el hharbi già è morto, e dopo tutto questo vi saluta lo scrittore di questa sempre vostro amore intisiehito, e vi prega che l’onoriate della vostra presenza, (per amore di quello, che abbellisce la Mecca, e si fa celebre) il quale schiavo vostro preso in quest'anno vi risaluta di nuovo e rinnova gli onori e la servitù, poiché mai dorme per vostro amore e sempre fa di voi menzioni vegliando: per chi tra di noi fu già con lo spirito e col corpo, che io non muoia per lui è proibito. Questa mia lettera niente supplichevole e fate da pari vostro la risposta per pietà: allontanate da voi gli invidiosi e non credete ai loro detti, e sappiate che io per voi sono quasi morto: con questa spero che Dio ci unirà, date la risposta per ora e non siate amaro: queste mie righe sono già inviate a voi, ma col pensiero voglio tornarvi; se saranno i giorni più lunghi, mi cresce il dolore, ma se la notte mi occuperà prima, basta questo saluto. Voi saluto dunque, e oh quanto amara è la vostra lontananza e il mondo quanto è oscurato e fatto orribile, perché da noi allontanato, avete fatto crescere i nostri desideri e acceso più il fuoco dentro di noi: e forse quello che ciò permette con la sua onnipotenza, lo stesso ci congiungerà dopo
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tal separazione, come gli piace da che siete fuori non abbiamo avuto nuova propria da voi, né lettera mai, né contrassegno, né ambasciatore ai nostri fratelli, né risposta per scusa: è forse perso il vostro carattere, o si è scuato l’inchiostro; forse non si trova il vostro segretario, o le vostre penne son rotte, o gli ambasciatori non obbediscono al vostro commando, mentre aspettavamo per tanto tempo, come si aspetta la pioggia, necessaria dal Cielo: se è stata colpa nostra, noi ne domandiamo perdono, e Dio rimette la colpa a chi ne domanda il perdono. È mancato l’inchiostro in quelle parti vostre, si che non si potesse comprare? O mancano le carte, o le penne: ma se voi servirete, sarà accettata qualunque scusa, benché dopo tanto tempo: anche l’Apostolo di Dio disse, siate il benvenuto oh Aali: vi saluta chi ciò scrive, e vi ama di cuore, avendovi fatto sapere il tutto. Vi saluto, ma i paesi sono lontani e desidero di venire, avendone somma necessità, ma questa mia lettera supplisce al tuono della mia voce, come il tocco della pietra supplisce alla mancanza dell’acqua. (Altro) Sallo Iddio, e testimoni ne sono le Stelle, che io tutta la notte vegliando non dormo mai; se lecita fosse l’adorazione ad alcuna creatura, io sarei il primo, o mio signore, che v'adorassi: la vostra separazione dalla Patria, cagiona e accresce al continuo la compassione: passarono tante notti radunati insieme, e consultando dal fatto, e volesse Dio, che non vi fuste allontanato dal Regnante: ma i disegni di Dio camminano conformi al suo volere. (Altro) Il vedere la faccia del mio amato signore è un Paradiso, ma la sua separazione a me è grandissima, non posso spiegare la nostra oppressione, e Dio sa, che noi siamo innocenti: eravate già fra di noi come una festa, che rallegra tutti, e se tornerà a noi, io ne sarò il fortunato Autore. (Altro) Questa mia lettera già è inviata a voi, ma nella risposta da voi adesso sarà l’indirizzo mio, e dei fatti miei: l’ho scritta, e le lagrime dagli occhi mi piovono in abbondanza, e se non avessi avuto l’inchiostro, avrei tirato queste sigle col mio sangue, e se avessi potuto scorticar la mia pelle, ne avrei fatto tanta carta e avrei in cambio di penne temperate le mie ossa, e se fossi in mia libertà, già sarei venuto volando da voi, e se avesse pericolato il mio capo, non avrebbero pericolato i miei piedi: dico questo, benché poco a quel che meritate, che così conviene a servi di dire del loro padrone. (Altro) O quello per cui io sono partito ed è lontano dagli occhi miei, ed essendo scolpito nell’interno, ma il cuor non lo gode: abbiate
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pietà di me, e in cortesia fatemi vedere che così Iddio avendo pietà di voi vi farà godere nel felice incontro. (Altro) Saluto il mio signore ancorché non voglia e non vogliate credere che tal saluto possa spiegarsi da me, ho pianto con sospiri al ricordo del mio amato, come pianse Giacobbe nella perdita di Giuseppe. (Altro) Ci siamo vestiti di lutto, non senza cagione, e la cagione fu comune a tutti, abbiamo interdette tutte le allegrezze, e non abbiamo temuto nel tagliare i capelli e le treccie. In tale stato cominciò e finì la luna, e feci i lamenti Aambera e urlò Ghazàla: la nostra vita era come di chi naviga in un vascello travagliato dalla tempesta, che nella speranza si perde. (Altro) Tale fu la perdita, che se avessimo avuto tutto il potere di Salomone e tutto l’Imperio di Cesare, non l’avremmo stimato allora un’ala d’un Moscino: perché gli occhi nostri non godevano il loro proprio oggetto: salute a chi tirò se stesso e si partì non degnando di licenziarsi, e tormentò i nostri cuori col fatto e col disprezzo di tutti: tanto si avvicina che mi par di prenderlo, mi delude e però io muoio, o mio Padrone, o amato del mio cuore! Quando avrete questa lettera, almeno degnatevi di leggerla e intendetela come noi nel proprio senso, e questa lettera da un amato all’altro amato va a lui, benché per tale non conosciuto e vi scrive queste righe amico vostro ingranditore della vostra potenza, e vi desidera ogni bene Il Dottore Mahmed figlio di Aabd el slam el hulieg che abitava nel settelioni, e il suo luogo de negozi in Attarino vicino al signore Ali’ figlio di Mani servitore del signore Ahmed Barrosi sotto Markran, dove si vendono le coperte e i tappeti e ancora dall’altra parte appresso hagg Ahmed Bengiallun figlio di hallul abitante nella strada Bglial, e di più vicino al signore Mahmed figlio di Mani Mezdahi, e di più vicino al signore Aag Abd eluahed hsciubi, che stava appresso di voi; e di più Aag Mahmed Seraibi, il suo fratello mio signore Ahmd, che era con voi a Malta.
E noi di già v'abbiamo dato nuova di quanto occorre di noi e dei nostri amici e se domandate di me, io sto a Malta soggetto all’obbedienza del gran Maestro, servendo per cameriere il sottomaestro, e di tutto ciò io ho data notizia, affinché amandovi il signore favorito, voi leghiate i doni di Dio con ringraziamenti
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di cuore e ringraziatelo, perché vi ha riempito della sua bontà, la quale partecipa a chi vuole: essendo egli quello che a tutti i tempi raduna le cose perdute, e voi tornando non sarete differenziato da quel di prima; prendete questo tempo nel quale siete aspettato, che nessuno sa dove abbia da morire. Se alcuna cosa v’impedisse, che non andiate abbandonatela e non vi lasciate ingannare dall’attacco di quella; fra gli uomini vi sono de generosi e nel lasciar la cosa si trova il riposo, e nel cuore pazienza all’amato, e ancorché ne prenda fastidio, né tutti quelli che amate vi amano di cuore, né quello a cui voi aprite il cuore, vi aprirà il suo: se uno conserva i doni della Natura non farà mai quel bene, al che viene forzato: e non è bene, che lo sposo così lasci la sua sposa, e contraccambi l’amore con odio, nascondendo la vita passata fra loro e mostrando come cosa vergognosa quella che non era tale per il passato: pace al Mondo, se non vi sarà in quello infedeltà nella cosa creduta, in chi la crede, in chi promette, e in chi la fa: e se vi lasciate vedere i l’animo aveva il suo contento, ognuno aveva soddisfazione di quel che desidera, e diventerà l’anima contenta dopo tanti travagli, tornando il giudizio stabile dopo la fuga, e goderà il cuore di quello, che è amato e dopo questo, se tornerete da noi, vi darò nuova di quello, che è occorso al vostro Padre con signore Mahmed Maiara e Giudice de Turchi, il signor Mahmed figlio di Suda, e il signore Ahmed Allabar, il signore Abdeltahman figlio del Giudice, e il signore Ahmed figlio di Mezuar, e il signore Ahmed figlio di Giallal, e il signore Mahmed figlio di Mbarak lettore pubblico in aino, e tutti i Dottori, il beneplacito di Dio sia sopra tutti loro: questi fecero consiglio sopra di voi e diedero nuova di voi, avendo conosciuto l’intimo del vostro cuore e Dio sa quello che mostrate e quello che tenete celato ed io (o mio Padrone) ora sto nel Palazzo del sottomaestro, che era Capitano di Cazale, fatto oggidì sottomaestro, che è quanto abbiamo di nuovo a dirvi, e noi, o Signore aspettiamo il vostro ritorno da noi, accioché voi scopriate a noi il vostro Cuore, e noi quello che abbiamo nel nostro, e ringrazio Dio che mi ha fatto trovare chi tra di noi è amato e nell’altro mondo molto accetto: dateci presto la risposta, perché siete vicino, e io per vostro amore sono molto attristato, e vi avvisiamo, o signor Baldassarre che arrivata la lettera, subito vi mettiate in viaggio verso i vostri e alla volta mia,
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che sono servo vostro malinconico, disgraziato, derelitto, che non mangia, né beve per vostro amore, né dorme vegliando tutta la notte, aspettando la vostra venuta, e se volete menarmi con voi, fate di me quello che più vi piace, o facendomi stare in Messina, o altrove, e Dio vi rimeriti quel bene che farete meco per amore di quello che ha creata la luna risplendente, il quale maneggia e governa giustamente il tutto ed è potente sopra ogni cosa, in lui ripongo tutta la mia speranza: o voi che conoscete i disegni e ogni bene e comandate il giusto per tale conosciuto, o voi che liberate da tutte l’infermità e male, o voi, che tutti provvedete e non forzate nessuno e nutrite anche le formiche, mai sarà vero, che voi, che mi avete creato, mi abbandoniate e mi avete governato nell’intimo vostro: vi prego per l’amor di Maometto, che è bene di tutti, e capo di tutti i Profeti agiutatemi perché sto molto angustiato: e finalmente se mi volete per schiavo, pigliatemi con voi, e vi servo fedelmente, perché mi conoscete e vi conosco, ma io, o mio Padrone, non vi ho mandata questa lettera finché mi hanno detto i Cristiani che siete appresso loro in grandissima stima, e il Gran Maestro vi amava, e lui faceva sedere accanto a lui; e giungendo questa, di grazia datemi la risposta in fretta, e per fine vi do molti saluti.