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Intendo che D. Cristoforo, che si fuggì da coteste carceri passeggia ora per Rimini con pretesto di avere da me salvo condotto e perchè egli non ha avuto da me simil cosa, ma solo una lettera mia responsiva ad una sua con la quale gli dicevo che venisse pure allegramente a costituirsi qua, secondo si offriva da fare, che non gli sarebbe stato fatto torto; desidero che V.S. procuri segretamente di farlo di nuovo carcerare, ne guardi a pretesto alcuno che possa avere detto monaco perchè non può avere se non cosa falsa, che è quanto mi occorre a dire a V.S. alla quale prego da Dio ogni contento.<lb/> | Intendo che D. Cristoforo, che si fuggì da coteste carceri passeggia ora per Rimini con pretesto di avere da me salvo condotto e perchè egli non ha avuto da me simil cosa, ma solo una lettera mia responsiva ad una sua con la quale gli dicevo che venisse pure allegramente a costituirsi qua, secondo si offriva da fare, che non gli sarebbe stato fatto torto; desidero che V.S. procuri segretamente di farlo di nuovo carcerare, ne guardi a pretesto alcuno che possa avere detto monaco perchè non può avere se non cosa falsa, che è quanto mi occorre a dire a V.S. alla quale prego da Dio ogni contento.<lb/> |
Revision as of 16:21, 8 May 2019
Ill.re e molto Reverendo Signor come fratello.
Intendo che D. Cristoforo, che si fuggì da coteste carceri passeggia ora per Rimini con pretesto di avere da me salvo condotto e perchè egli non ha avuto da me simil cosa, ma solo una lettera mia responsiva ad una sua con la quale gli dicevo che venisse pure allegramente a costituirsi qua, secondo si offriva da fare, che non gli sarebbe stato fatto torto; desidero che V.S. procuri segretamente di farlo di nuovo carcerare, ne guardi a pretesto alcuno che possa avere detto monaco perchè non può avere se non cosa falsa, che è quanto mi occorre a dire a V.S. alla quale prego da Dio ogni contento.
Di Roma il di 17 di novembre 1607.
Come fratello di V.S.
il Card.le Bellarmino
S. Vic.o Apost.co di Cesena