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Molto ill.re Sig.r fratello. La lettera di V.S. è venuta il venerdì sera di notte, talchè non è stato possibile comprare niente, essendo oggi festa solenne, e il procaccio già partito. Con il seguente procaccio si manderà quello che lei desidera e credo sarà a tempo, per ms. Pietro; avendo fatto il Natale a Genova e volendosi trattenere otto giorni a Siena, non sarà così presto a Montepulciano.<lb/>
 
Molto ill.re Sig.r fratello. La lettera di V.S. è venuta il venerdì sera di notte, talchè non è stato possibile comprare niente, essendo oggi festa solenne, e il procaccio già partito. Con il seguente procaccio si manderà quello che lei desidera e credo sarà a tempo, per ms. Pietro; avendo fatto il Natale a Genova e volendosi trattenere otto giorni a Siena, non sarà così presto a Montepulciano.<lb/>
 
Mi dispiace che i libri non si siano mandati subito a Siena o a Perugia, perchè questi libri, se non se vendono presto, non si vendono mai. Altro per ora non ho che dire, se non che no ho ancora la polizza di cambio da Napoli per mandare costi denari; ma presto l'avrò e la manderò. Con questo saluto tutti. Di Roma li 6 di gennaio 1607.<lb/>
 
Mi dispiace che i libri non si siano mandati subito a Siena o a Perugia, perchè questi libri, se non se vendono presto, non si vendono mai. Altro per ora non ho che dire, se non che no ho ancora la polizza di cambio da Napoli per mandare costi denari; ma presto l'avrò e la manderò. Con questo saluto tutti. Di Roma li 6 di gennaio 1607.<lb/>

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Molto ill.re Sig.r fratello. La lettera di V.S. è venuta il venerdì sera di notte, talchè non è stato possibile comprare niente, essendo oggi festa solenne, e il procaccio già partito. Con il seguente procaccio si manderà quello che lei desidera e credo sarà a tempo, per ms. Pietro; avendo fatto il Natale a Genova e volendosi trattenere otto giorni a Siena, non sarà così presto a Montepulciano.
Mi dispiace che i libri non si siano mandati subito a Siena o a Perugia, perchè questi libri, se non se vendono presto, non si vendono mai. Altro per ora non ho che dire, se non che no ho ancora la polizza di cambio da Napoli per mandare costi denari; ma presto l'avrò e la manderò. Con questo saluto tutti. Di Roma li 6 di gennaio 1607.
Per non moltiplicare lettere, V.S. potrà dire a Ms. Pietro che Giovanni Bimbo mi fa intendere da Capua che nei conti dell'abbadia si è scordato mettere che due parzonali restano debitori di 45 ducati e un'altro di 60. E che a me pare che siccome il Sig.r Giuseppe è creditore delle prestanze fatte l'anno avanti, così noi siamo di quelle che si sono fatte questo anno. E questo gli serva per avviso in aggiustare i c[onti].
Di V.S.
fratello amorevolissimo
il Card. Bellarmino.
Al molto ill.re Sig.r fratello, il Sig.r Thomasso Bellarmini. Montepulciano.