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Ill.ma et Ecc.ma Signora<lb/>
Rome,3 aout 1611.
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Ho parlato a N.S. dell'indispositione sua, per la quale non si leva di letto, ne anco nelle feste principali. Però la S.tà sua compatendola con molto affetto, si è contentato che la gratin della messa nella propria cappella, gli vaglia sempre, non eccettuando manco le feste principali. Ma se Dio gli farà gratia co'l tempo di potersi levare, et andare alle chiese, allora vole che l'eccettione del breve stia nel suo vigore. Et si contenta che questa mia lettera basti per dichiaratione del breve. Io poi gli prego da Dio una perfetta patienza in cosi longa et fastidiosa infermità, et tengo conto che gli servirà per purgatorio nell'altra, vita, et essercitio di virtù in questa. Desidero mi comandi sempre. Di Roma li 3 d'Agosto 1611.<lb/>
 
 
Bellarmin � la duchesse di Monteleone. 1086
 
 
 
/ 111"^ et Ecc^^ Signora
 
Ho parlato N.S. dell'indispos�tione sua, per la quale non si leva di letto,ne anco nelle feste principali. Pero^ la St� sua com patendola con molto affetto,si contentato che la gratin della J^messa nella propria cappella, gli vaglia sempre, non eccettuando manco le feste principali. Ma se Dio gli far� gratin co'l tempo di potersi levare, et andare alle chieser allora vole che l'eccettione del breve stia nel suo vigore. Et si contenta che questa mia lettera basti per dichiaratione del breve. Io poi gli prego da D�o /^^una perfetta pat�enza in cosi longa et fastidiosa infermit�, et tengo conto che gli servir� per purgatorio nell'altra, vita,et essercitio di virt� in q uesta. Desidero mi comandi sempre. Di Roma li 3 d'Agosto 1611.
 
 
 
 
Duchessa di Monteleone. Napoli.
 
Duchessa di Monteleone. Napoli.
 
Arch.Vatic. Gesuit.19 fol.68. Minute autogr.
 

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Ill.ma et Ecc.ma Signora
Ho parlato a N.S. dell'indispositione sua, per la quale non si leva di letto, ne anco nelle feste principali. Però la S.tà sua compatendola con molto affetto, si è contentato che la gratin della messa nella propria cappella, gli vaglia sempre, non eccettuando manco le feste principali. Ma se Dio gli farà gratia co'l tempo di potersi levare, et andare alle chiese, allora vole che l'eccettione del breve stia nel suo vigore. Et si contenta che questa mia lettera basti per dichiaratione del breve. Io poi gli prego da Dio una perfetta patienza in cosi longa et fastidiosa infermità, et tengo conto che gli servirà per purgatorio nell'altra, vita, et essercitio di virtù in questa. Desidero mi comandi sempre. Di Roma li 3 d'Agosto 1611.
Duchessa di Monteleone. Napoli.