Difference between revisions of "Page:EBC 1611 06 04 1064.pdf/1"

From GATE
(→‎Not proofread: Created page with "Category:EBC_Letters Category:EBC_Not proofread Category:EBC_Pages Rome,4 juin 1611. Bellarmin �.son fr�re Thomas. IO64 / Molto ill^^ 8ig�^ fratello. Non...")
 
Page statusPage status
-
Not proofread
+
Proofread
Page body (to be transcluded):Page body (to be transcluded):
Line 1: Line 1:
 
[[Category:EBC_Letters]]
 
[[Category:EBC_Letters]]
[[Category:EBC_Not proofread]]
+
[[Category:EBC_Proofread]]
 
[[Category:EBC_Pages]]
 
[[Category:EBC_Pages]]
 
+
Molto ill.re Sig.or fratello. Non credo,che il Papa habbia saputo niente di quello,che si diceva del mio venir costì, all'Aprile, o al Maggio, perchè cose si piccole non penetrano alle sue orecchie, ne anco in Roma se n'è parlato, fuor che da paesani. Ma la S.tà Sua non mi lassa partir di qua, perchè non ha altri Cardinali theologi, de quali si possa servire nelle cose, che occorrano. Io non ho chiamato qua li canonici, ma ho permesso, che venissero, a ciò si scapricciassero, e toccassero con mano, che non manca da me di venir costà. ma gl'ho detto sempre, che non ci havevo speranza. Sarei venuto volentieri per riposare un poco da continui travagli, i quali mi sono cresciuti doppo la morte del Card. Paravicino, perchè sono restato il primo protettore del collegio Germanico,et di S.ta Martha: et al primo protettore tocca tutta la fatiga.<lb/>
Rome,4 juin 1611.
+
Ho compassione ad Ippolita, perchè havendo havuta la disgracia corporale di essere, come lei mi scrive, molto piccola, et deboia, et zoppa: habbia ancora de esser afflitta nel'animo, stando contra sua voluntà fuora di casa, et rinchiusa nella prigione del monastero. La vocatione alla religione ha da esser da Dio; et si come non si può ritrarre senza peccato dal servitio di Dio quella che è chiamata: così non si può forzare ne direttamente, ne indirettamente quella che non ne ha voglia, et in questo non si ha da guardare, se è buona, o non è buona per il mondo, Oltre che io credo, che sia poca buona per la religione quella che è così indisposta. Questo ho voluto scrivere per dire il mio parere, et quello che io farei, si lei fusse mia figliola, ciò è che la verrei in casa, et non gli pariarei da monasterio, se lei non me ne pregasse. Con questo saluto tutte di casa. Di Roma li 4 di Giugno 1611.<lb/>
 
+
Di V.S.<lb/>
Bellarmin �.son fr�re Thomas.
+
fratello aff.mo<lb/>
 
+
Il Card. Bellarmino.
IO64
+
<pb/>
 
+
Al m.o ill.re Sig.or fratello, il Sig.or Thomasso Bellarmini. Montepulciano.
/ Molto ill^^ 8ig�^ fratello. Non credo,che il Papa habbia saputo niente di quello,che si diceva del mio venir cost�,all'Apri
 
 
 
le,al Maggio, perche cose si piccole non penetrano alle sue ore-
 
 
 
chie, ne anco in Roma se n'parlato, fuor che da paesani. Ma la
 
 
 
Sua non mi lassa partir di qua, perche non ha altri Cardinali
 
 
 
theologi, de quali si possa servire nelle cose, che occorrano. Io
 
 
 
non ho chiamato qu� li canonici, ma ho permesso, che venissero,
 
 
 
ci� si scapricciassero, e toccassero con mano, che non manca da me
 
 
 
di venir costatma gl'ho detto sempre, ohe non ci havevo speranza.
 
 
 
Sarei venuto volentieri per riposare un poco da continui travagli,
 
 
 
i quali mi sono cresciuti doppo la morte del Card.Paravicino, per
 
 
 
che sono restato il primo protettore del collegio Germanico,et di StA Martha: et al primo protettore tocca tutta la fatiga.
 
 
 
Ho compassione ad Ippolita, perche havendo havuta la disgracia
 
 
 
/Scorporale di essere,come lei mi scrive, molto piccola,et deboia,et
 
 
 
zoppa: habbia ancora de esser afflitta nel'animo, stando centra z
 
 
 
sua volunt� fuora di casa, et rinchiusa nella prigione del monas
 
 
 
tero. La vocatione alla religione ha da esser da Dio; et si come
 
 
 
non si pu� ritrarre senza peccato dal servitio di Dio quella che
 
 
 
chiamata: cosi non si pu� forzare ne direttamente, ne indiretta
 
 
 
mente quella ohe non ne ha voglia, et in questo non si ha da guar
 
 
 
dare,se buona,non buona per il mondo, Oltre che io credo,
 
 
 
che sia poca buona per la religione quella che � cosi indisposta.
 
 
 
Questo ho voluto scrivere per dire il mio parere,et quello che io
 
 
 
farei, si lei fusse mia figliola, ci� � che la verrei in casa,et
 
 
 
non gli pariarei da monasterio, se lei non me ne pregasse. Con
 
 
 
questo saluto tutte di casa. Di Roma li 4 di Giugno 1611.
 
 
 
Di V.S.
 
 
 
fratello affmo
 
 
 
Il Card.Bellarmino.
 
 
 
Al m� ill^^ Sig^^ fratello,il Sig^^ Thomasso Bellarmini. Montepulciano.
 
Fondo Germanico. Autogr.
 

Revision as of 16:03, 9 April 2018

This page has been proofread

Molto ill.re Sig.or fratello. Non credo,che il Papa habbia saputo niente di quello,che si diceva del mio venir costì, all'Aprile, o al Maggio, perchè cose si piccole non penetrano alle sue orecchie, ne anco in Roma se n'è parlato, fuor che da paesani. Ma la S.tà Sua non mi lassa partir di qua, perchè non ha altri Cardinali theologi, de quali si possa servire nelle cose, che occorrano. Io non ho chiamato qua li canonici, ma ho permesso, che venissero, a ciò si scapricciassero, e toccassero con mano, che non manca da me di venir costà. ma gl'ho detto sempre, che non ci havevo speranza. Sarei venuto volentieri per riposare un poco da continui travagli, i quali mi sono cresciuti doppo la morte del Card. Paravicino, perchè sono restato il primo protettore del collegio Germanico,et di S.ta Martha: et al primo protettore tocca tutta la fatiga.
Ho compassione ad Ippolita, perchè havendo havuta la disgracia corporale di essere, come lei mi scrive, molto piccola, et deboia, et zoppa: habbia ancora de esser afflitta nel'animo, stando contra sua voluntà fuora di casa, et rinchiusa nella prigione del monastero. La vocatione alla religione ha da esser da Dio; et si come non si può ritrarre senza peccato dal servitio di Dio quella che è chiamata: così non si può forzare ne direttamente, ne indirettamente quella che non ne ha voglia, et in questo non si ha da guardare, se è buona, o non è buona per il mondo, Oltre che io credo, che sia poca buona per la religione quella che è così indisposta. Questo ho voluto scrivere per dire il mio parere, et quello che io farei, si lei fusse mia figliola, ciò è che la verrei in casa, et non gli pariarei da monasterio, se lei non me ne pregasse. Con questo saluto tutte di casa. Di Roma li 4 di Giugno 1611.
Di V.S.
fratello aff.mo
Il Card. Bellarmino.
---page break---
Al m.o ill.re Sig.or fratello, il Sig.or Thomasso Bellarmini. Montepulciano.