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Li VI di Dicembre<lb/>
Tr�ves,6 d�e. 1609. Le Nonce de Cologne � Bellarmin.
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Al Sig.r Card.le Bellarmino.<lb/>
 
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Con la lettera di V.S .Ill.ma di vii di Novem.e ho ricevuto il libretto francese scritto a mano contro quello del re d'Inghilterra, e inteso il ricordo che mi da circa il farlo stampare, e ne le bacio umilmente le mani, sebbene lei può esser certa che etiam da me l'avrei osservato interamente, avendo io avuto sempre il medesimo senso in siffatte materie, come non sono molte settimane che ne feci motto in altro proposito ai Sig.r Card.Borghese. Quanto alle difficoltà che trovo in far stampare il suddetto libro, perchè ne do particolar conto al'autore il quale parimente mi ha scritto nel medesimo proposito, non entrerò a replicarlo a V.S. Ill.ma per non esserle maggiormente molesto, poichè se farò bisogno, potrò intenderlo da lui proprio in voce.<lb/>
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Col medesimo spaccio che ho ricevuto il suddetto libro, ho anche avuto un esemplare de l'Apologia di V.S. Ill.ma mandatami dal Sig.r Card.le Borghese, la quale ho letto tutta con quel diletto e gusto che soglio far tutte le altre opere sue; e posso dir veramente con tanto maggiore quanto che lei ha pienamente soddisfatto a quel che io sopra tutto desideravo in questa materia, e di che avevo in specie ricercato il padre Becano, cioè che s'ingegnasse di far constar più chiaramente che fosse possibile, il re d'Inghilterra non potersi in modo alcuno difendere di non esser eretico; il che V.S. Ill.ma ha reso così palese che nessuno lo può revocar in dubbio. Il suddetto padre non ha finito ancora l'opera sua, ma credo che potrà mandarla al principio del'anno nuovo; e se ben vedo non esserci bisogno alcuno di confutare più chiaramente ne con più solida dottrina gli errori del re, tuttavia spero che la fatica di esso padre non sarà ne soverchia ne inutile, parendomi che nel disputar queste materie abbia certa particolar maniera e grazia che vien lodata e stimata grandemente da ognuno, etiam dai medesimi eretici. E perchè non mi occorre dir altro, io resto etc.<lb/>
 
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Di Treviri
/ Li vi di Dicembre.
 
 
 
Al S�g^ Card^^ Bellarmino.
 
 
 
Con la lettera di V.S.Illma di vij di Novem^ ho ricevuto il li
 
 
 
bretto francese scritto mano contro quello del re d'Inghilterra,
 
 
 
et inteso il ricordo che mi da circa il farlo stampare, et ne le
 
 
 
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Col medesimo spaccio che ho ricevuto il sudetto libro, ho anco
 
 
 
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tanto maggiore quanto che lei ha pienamente satisfatto � quel che
 
 
 
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non sar� ne soverchia ne inutile, parendomi che nel disputar queste
 
 
 
materie babbi certa particolar maniera et gratin.che vien lodata et
 

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Li VI di Dicembre
Al Sig.r Card.le Bellarmino.
Con la lettera di V.S .Ill.ma di vii di Novem.e ho ricevuto il libretto francese scritto a mano contro quello del re d'Inghilterra, e inteso il ricordo che mi da circa il farlo stampare, e ne le bacio umilmente le mani, sebbene lei può esser certa che etiam da me l'avrei osservato interamente, avendo io avuto sempre il medesimo senso in siffatte materie, come non sono molte settimane che ne feci motto in altro proposito ai Sig.r Card.Borghese. Quanto alle difficoltà che trovo in far stampare il suddetto libro, perchè ne do particolar conto al'autore il quale parimente mi ha scritto nel medesimo proposito, non entrerò a replicarlo a V.S. Ill.ma per non esserle maggiormente molesto, poichè se farò bisogno, potrò intenderlo da lui proprio in voce.
Col medesimo spaccio che ho ricevuto il suddetto libro, ho anche avuto un esemplare de l'Apologia di V.S. Ill.ma mandatami dal Sig.r Card.le Borghese, la quale ho letto tutta con quel diletto e gusto che soglio far tutte le altre opere sue; e posso dir veramente con tanto maggiore quanto che lei ha pienamente soddisfatto a quel che io sopra tutto desideravo in questa materia, e di che avevo in specie ricercato il padre Becano, cioè che s'ingegnasse di far constar più chiaramente che fosse possibile, il re d'Inghilterra non potersi in modo alcuno difendere di non esser eretico; il che V.S. Ill.ma ha reso così palese che nessuno lo può revocar in dubbio. Il suddetto padre non ha finito ancora l'opera sua, ma credo che potrà mandarla al principio del'anno nuovo; e se ben vedo non esserci bisogno alcuno di confutare più chiaramente ne con più solida dottrina gli errori del re, tuttavia spero che la fatica di esso padre non sarà ne soverchia ne inutile, parendomi che nel disputar queste materie abbia certa particolar maniera e grazia che vien lodata e stimata grandemente da ognuno, etiam dai medesimi eretici. E perchè non mi occorre dir altro, io resto etc.
Di Treviri