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Sebbene V.A. Ser.ma non mi fa mai grazia di suoi comandamenti come desiderari per soddisfare all'obbligo che tengo di servirla; nondimeno non posso lasciare all'occasione di supplicarla delle sue grazie e favori. Onde per il desiderio ch'io tengo di vedere ogni bene al Dottore Ricciardo Benci da Montepulciano, si per essermi fratello cugino, come perchè lo conosco meritevole per il buon saggio che ha dato della sua persona in molti governi che ha fatto in questo stato della Chiesa, senza che si sia mai sentita querela contro di lui; ho voluto supp.e l'A. V. a farmi grazia di riceverlo sotto la benigna sua protezione per suo devotissimo servitore e fedelissimo vassale, e come a tale impiegarlo in qualche ufficio, o di Cancellarie, o altri Governi di cotesto suo stato; poichè io son sicuro, che egli, per il desiderio, che ha di meritarsi la buona grazia di V.A. col mezzo della sua servitù, ora che si trova ben introdotto nei governi per l'esperienza di molti anni, si porterà onoratamente e fedelmente come ha sempre fatto. Di questa grazia ne voglio restare io con obbligo perpetuo all'A. V. alla quale raccomandando più che posso questo mio cugino prego da Dio N. S.re ogni vera felicità.<lb/>
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Ext.: Al Ser.mo Sig.r mio oss.mo il Gran Duca di Toscana.
/ ^Sermo -Sogr mi.o ossmo
 
Sebene V. A. Serma non mi f� mai gratia di suoi commandamenti
 
 
 
come desiderarii per sodisfare all'obligo che tengo di servirla;
 
 
 
nondimeno non posso lasciare all'occasione di supplicarla delle
 
 
 
j^sue gratie et favori. Onde per il desiderio ch'io tengo di videro
 
 
 
ogni bene al Dottore Ricciardo Benci da Montepulciano, si per es
 
 
 
sermi fratello cugino, come perche lo conosco meritevole per il
 
 
 
buon saggio che ha dato della sua persona in molti governi che ha
 
 
 
fatto in questo stato della Chiesa, senza che si sia mai sentita
 
 
 
^^7 querela contro di lui; ho voluto supp^ l'A. V. a farmi gratia di
 
 
 
riceverlo sotto la benigna sua protettione per suo divotissimo ser
 
 
 
vitore et fidelissimo vassale, et come a tale impiegarlo in qual
 
 
 
che ufficio, o di Cancellarie, o altri Governi di cotesto suo sta
 
 
 
to; poich� io son sicuro, che egli, per il desiderio, che h� di
 
 
 
meritarsi la buona gratia di V. A. col mezo della sua servit�, bo
 
 
 
ra che si trova ben'introdotto nei governi per Inesperienza di
 
 
 
molti anni, si porter� honoratemente et fidelmente come h� sempre
 
 
 
fatto. Di questa gratia ne voglio restare io con obligo perpetuo
 
 
 
all'A. V. alla quale raccomandando pi� che posso questo mio cugino
 
 
 
^^7 prego da Dio N.
 
 
 
ogni vera felicit�.
 
 
 
Di Roma il di 6 Luglio 1601.
 
 
 
Di V. A. Ser^^
 
 
 
humiliss� et devotiss� servitore
 
 
 
Sermo Gran Duca.
 
 
 
Il Card. Bellarmino,
 
 
 
Ext. : Al Ser^� Sig^ mio oss^^ il Gran Duca di Toscana. cachet
 
 
 
Florence. Archiv. Mediceo, voi.3780. Signat.autogr.
 

Revision as of 11:33, 16 November 2017

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Ser.mo Sog.r mi.o oss.mo
Sebbene V.A. Ser.ma non mi fa mai grazia di suoi comandamenti come desiderari per soddisfare all'obbligo che tengo di servirla; nondimeno non posso lasciare all'occasione di supplicarla delle sue grazie e favori. Onde per il desiderio ch'io tengo di vedere ogni bene al Dottore Ricciardo Benci da Montepulciano, si per essermi fratello cugino, come perchè lo conosco meritevole per il buon saggio che ha dato della sua persona in molti governi che ha fatto in questo stato della Chiesa, senza che si sia mai sentita querela contro di lui; ho voluto supp.e l'A. V. a farmi grazia di riceverlo sotto la benigna sua protezione per suo devotissimo servitore e fedelissimo vassale, e come a tale impiegarlo in qualche ufficio, o di Cancellarie, o altri Governi di cotesto suo stato; poichè io son sicuro, che egli, per il desiderio, che ha di meritarsi la buona grazia di V.A. col mezzo della sua servitù, ora che si trova ben introdotto nei governi per l'esperienza di molti anni, si porterà onoratamente e fedelmente come ha sempre fatto. Di questa grazia ne voglio restare io con obbligo perpetuo all'A. V. alla quale raccomandando più che posso questo mio cugino prego da Dio N. S.re ogni vera felicità.
Di Roma il di 6 Luglio 1601.
Di V.A. Ser.ma umiliss.o e devotiss.o servitore
Il Card. Bellarmino.
Ser.mo Gran Duca.
Ext.: Al Ser.mo Sig.r mio oss.mo il Gran Duca di Toscana.