Difference between revisions of "APUG 1060 I 101r-103v"

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tal separazione, come gli piace
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tal separazione, come gli piace da che siete fuori non abbiamo avuto nuova propria da voi, né lettera mai, né contrassegno, né ambasciatore ai <unclear>n</unclear>ostri fratelli, né risposta per scusa: è forse perso il vostro carattere, o si è <unclear>scuato</unclear> l’inchiostro; forse non si trova il vostro segretario, o le vostre penne son rotte, o gli ambasciatori non obbediscono al vostro commando, mentre aspettavamo per tanto tempo, come si aspetta la pioggia, necessaria dal Cielo: se è stata colpa nostra, noi ne domandiamo perdono, e Dio rimette la colpa a chi ne domanda il perdono. È mancato l’inchiostro in quelle parti vostre, si che non si potesse comprare? O mancano le carte, o le penne: ma se voi servirete, sarà accettata qualunque scusa, benché dopo tanto tempo: anche l’Apostolo di Dio disse, siate il benvenuto oh Aali: vi saluta chi ciò scrive, e vi ama di cuore, avendovi fatto sapere il tutto. Vi saluto, ma i paesi sono lontani e desidero di venire, avendone somma necessità, ma questa mia lettera supplisce al tuono della mia voce, come il tocco della pietra supplisce alla mancanza dell’acqua. (Altro) Sallo Iddio, e testimoni ne sono le Stelle, che io tutta la notte vegliando non dormo mai; se lecita fosse l’adorazione ad alcuna creatura, io sarei il primo, o mio signore, che v'adorassi: la vostra separazione dalla Patria, cagiona e accresce <unclear>al</unclear> continuo la compassione: passarono tante notti radunati insieme, e consultando dal fatto, e volesse Dio, che non vi fuste allontanato dal Regnante: ma i disegni di Dio camminano conformi al suo volere. (Altro) Il vedere la faccia del mio amato signore è un Paradiso, ma la sua separazione a me è grandissima, non posso spiegare la nostra oppressione, e Dio sa, che noi siamo innocenti: eravate già fra di noi come una festa, che rallegra tutti, e se tornerà a noi, io ne sarò il fortunato Autore. (Altro) Questa mia lettera già è inviata a voi, ma nella risposta da <unclear>voi</unclear> adesso sarà l’indirizzo mio, e dei fatti miei: l’ho scritta, e le lagrime dagli occhi mi piovono in abbondanza, e se non avessi avuto l’inchiostro, avrei tirato queste sigle col mio sangue, e se avessi potuto scorticar la mia pelle, ne avrei fatto tanta carta e avrei in cambio di penne temperate le mie ossa, e se fossi in mia libertà, già sarei venuto volando da voi, e se avesse pericolato il mio capo, non avrebbero pericolato i miei piedi: dico questo, benché poco a quel che meritate, che così conviene a servi di dire del loro padrone. (Altro) O quello per cui io sono partito ed è lontano dagli occhi miei, ed essendo scolpito nell’interno, ma il cuor non lo gode: abbiate

Revision as of 12:56, 5 July 2017

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Lettera scritta al Padre Baldassarre Loyola a Messina da un moro schiavo in Malta, voltata fedelmente dall’Arabico.
Lode a Dio solo e la salute di Dio a Maometto mio Signore.
La lettera è inviata a chi merita dhonore ed è molto aggraziato, fortunato nel mondo presente, e nell’altro ancora felice, quale è il nostro fratello, Amico, e pupilla degl’occhi nostri, in questo mondo già onorato, e nell’altro piacendo a Dio, glorioso: do nuova con questa al mio Padrone, e midolla del mio Cuore: il vostro servo vi da nuova di sé che, tornato dalla Mecca, fu preso da Monseur Rè e lo condusse a Malta, e lo prese il gran Maestro per suo servizio, allora domandai di voi, mi dissero, che sta in Messina, e già istruito nella Legge Cristiana. E mi dissero nuova ancora del signore Maometto figliuolo dell’Arabo Sacaso, e di Abd slam Kesus, e di Ahmed el sciaraibi, con i quali dimorai tre mesi in circa, e arrivati a Fez diedero nuova di lei al suo Padre nostro Padrone, Aabd eluahed Attazi, che ella già ha abbracciato la fede Cristiana, e altri dissero, che era già morto, sia la misericordia di Dio sopra di voi. E vi saluta molto la vostra madre e il fratello Soiar con molti saluti, e vi fa sapere che l’alto vostro fratello Maomet el hharbi già è morto, e dopo tutto questo vi saluta lo scrittore di questa sempre vostro amore intisiehito, e vi prega che l’onoriate della vostra presenza, (per amore di quello, che abbellisce la Mecca, e si fa celebre) il quale schiavo vostro preso in quest'anno vi risaluta di nuovo e rinnova gli onori e la servitù, poiché mai dorme per vostro amore e sempre fa di voi menzioni vegliando: per chi tra di noi fu già con lo spirito e col corpo, che io non muoia per lui è proibito. Questa mia lettera niente supplichevole e fate da pari vostro la risposta per pietà: allontanate da voi gli invidiosi e non credete ai loro detti, e sappiate che io per voi sono quasi morto: con questa spero che Dio ci unirà, date la risposta per ora e non siate amaro: queste mie righe sono già inviate a voi, ma col pensiero voglio tornarvi; se saranno i giorni più lunghi, mi cresce il dolore, ma se la notte mi occuperà prima, basta questo saluto. Voi saluto dunque, e oh quanto amara è la vostra lontananza e il mondo quanto è oscurato e fatto orribile, perché da noi allontanato, avete fatto crescere i nostri desideri e acceso più il fuoco dentro di noi: e forse quello che ciò permette con la sua onnipotenza, lo stesso ci congiungerà dopo

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tal separazione, come gli piace da che siete fuori non abbiamo avuto nuova propria da voi, né lettera mai, né contrassegno, né ambasciatore ai nostri fratelli, né risposta per scusa: è forse perso il vostro carattere, o si è scuato l’inchiostro; forse non si trova il vostro segretario, o le vostre penne son rotte, o gli ambasciatori non obbediscono al vostro commando, mentre aspettavamo per tanto tempo, come si aspetta la pioggia, necessaria dal Cielo: se è stata colpa nostra, noi ne domandiamo perdono, e Dio rimette la colpa a chi ne domanda il perdono. È mancato l’inchiostro in quelle parti vostre, si che non si potesse comprare? O mancano le carte, o le penne: ma se voi servirete, sarà accettata qualunque scusa, benché dopo tanto tempo: anche l’Apostolo di Dio disse, siate il benvenuto oh Aali: vi saluta chi ciò scrive, e vi ama di cuore, avendovi fatto sapere il tutto. Vi saluto, ma i paesi sono lontani e desidero di venire, avendone somma necessità, ma questa mia lettera supplisce al tuono della mia voce, come il tocco della pietra supplisce alla mancanza dell’acqua. (Altro) Sallo Iddio, e testimoni ne sono le Stelle, che io tutta la notte vegliando non dormo mai; se lecita fosse l’adorazione ad alcuna creatura, io sarei il primo, o mio signore, che v'adorassi: la vostra separazione dalla Patria, cagiona e accresce al continuo la compassione: passarono tante notti radunati insieme, e consultando dal fatto, e volesse Dio, che non vi fuste allontanato dal Regnante: ma i disegni di Dio camminano conformi al suo volere. (Altro) Il vedere la faccia del mio amato signore è un Paradiso, ma la sua separazione a me è grandissima, non posso spiegare la nostra oppressione, e Dio sa, che noi siamo innocenti: eravate già fra di noi come una festa, che rallegra tutti, e se tornerà a noi, io ne sarò il fortunato Autore. (Altro) Questa mia lettera già è inviata a voi, ma nella risposta da voi adesso sarà l’indirizzo mio, e dei fatti miei: l’ho scritta, e le lagrime dagli occhi mi piovono in abbondanza, e se non avessi avuto l’inchiostro, avrei tirato queste sigle col mio sangue, e se avessi potuto scorticar la mia pelle, ne avrei fatto tanta carta e avrei in cambio di penne temperate le mie ossa, e se fossi in mia libertà, già sarei venuto volando da voi, e se avesse pericolato il mio capo, non avrebbero pericolato i miei piedi: dico questo, benché poco a quel che meritate, che così conviene a servi di dire del loro padrone. (Altro) O quello per cui io sono partito ed è lontano dagli occhi miei, ed essendo scolpito nell’interno, ma il cuor non lo gode: abbiate