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Rome,24 mars 1606.
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Molto ill.re Sig.r fratello. La protezione è de monaci Celestini, e Nostro Sig.re desidera che i Cardinali Protettori facciano da se e non per via di servitori. Gasparre portò una lettera per madonna Faustina Benci con la restituzione del priore dei Servi al suo priorato. Sarà bene avvisare mad.na Faustina e il priore dei Servi che mi facciano sapere se la restituzione è seguita. Quanto al priorato di Turino non ci è ancora nuova che si sia preso il possesso; del che molto mi meraviglio. Il Sig.r Guido Nobili, come soprastante della fabbrica del duomo, mi scrive che m Nicolò e Romolo nostri fratelli si obbligarono pagare ogni anno cinquanta lire per uno, e che questo debito sta ancora acceso; e similmente che la casa è debitrice di sette stara di grano per certa imposizione di uno staro per paro di buoi. Quanto al primo debito io credo che V.S. non sia obbligata, se non ha roba di m Nicolò o di Romulo; ma tuttavia avrò caro sapere come stia questo debito, a ciò sappia quello che devo rispondere. <lb/>
 
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Aspettavo per questa pasqua il rocchetto. Se le monache lavorano così adagio, poco potranno guadagnare. Iddio conceda a tutti la buona pasqua. Di Roma, li 24 di marzo 1606.<lb/>
Bellarmin � son fr�re Thomas.
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Il Card. Bellarmino.<lb/>
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il Sig.r Thomasso Bellarmini. Montepulciano.
/ Molto ilire Sigr fratello. La protettione � de monaci Celesti-
 
ni, et Nostro Sigre desidera che li Cardinali Protettori faccino da s� et non per via di servitori. Gasparre port� una lettera per madonna Faustina Benci con la restitutione del priore de'Servi al jr*suo priorato. Sar� bene avisare mad^^ Faustina il priore de'Servi che mi faccino sapere se la restitutione � seguita. Quanto al prio rato di Turino non ci ancora nuova che si sia preso il possesso; del che molto mi maraviglio. Il Sig^ Guido Nobili, come sopraetant della fabrica del duomo, mi scrive che m Nicol� et Romulo nostri fratelli si obligarono pagare ogni anno cinquanta lire per uno, et che questo debito sta ancora acceso; et similmente che la casa debitrice di sette stara di grano per certa impositione di uno sta ro per paro di buoi. Quantu al primo debito io credo che V.S. non sia obligata, se non ha robbe di m Nicol� � di Romulo; ma tutta-
 
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no cos� adagio, poco potranno guadagnare. Iddio conceda tutti la buona pasqua. Di Roma, li 24 di marzo 1606.
 
fratello aff^� Il Card. Bellarmino.
 
Al molto ill^^ Sig^ fratello il Sig^ Thomasso Bellarmini. Montepulciano.
 
 
 
^^^F.B.1. Lettere origin.
 

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Molto ill.re Sig.r fratello. La protezione è de monaci Celestini, e Nostro Sig.re desidera che i Cardinali Protettori facciano da se e non per via di servitori. Gasparre portò una lettera per madonna Faustina Benci con la restituzione del priore dei Servi al suo priorato. Sarà bene avvisare mad.na Faustina e il priore dei Servi che mi facciano sapere se la restituzione è seguita. Quanto al priorato di Turino non ci è ancora nuova che si sia preso il possesso; del che molto mi meraviglio. Il Sig.r Guido Nobili, come soprastante della fabbrica del duomo, mi scrive che m Nicolò e Romolo nostri fratelli si obbligarono pagare ogni anno cinquanta lire per uno, e che questo debito sta ancora acceso; e similmente che la casa è debitrice di sette stara di grano per certa imposizione di uno staro per paro di buoi. Quanto al primo debito io credo che V.S. non sia obbligata, se non ha roba di m Nicolò o di Romulo; ma tuttavia avrò caro sapere come stia questo debito, a ciò sappia quello che devo rispondere.
Aspettavo per questa pasqua il rocchetto. Se le monache lavorano così adagio, poco potranno guadagnare. Iddio conceda a tutti la buona pasqua. Di Roma, li 24 di marzo 1606.
fratello aff.mo
Il Card. Bellarmino.
Al molto ill.re Sig.r fratello
il Sig.r Thomasso Bellarmini. Montepulciano.