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<p style="font-size:90%;text-align:left"> accipe summam rei, lector optime, quae ad salutem vehementer pertinet: universam vero Tridentini Concilii, trium Pontificum distinctam temporibus, historiam, eodem, cuius ad gloriam haec omnia diriguntur, iuvante Deo, propediem expecta..</p></blockquote>
 
<p style="font-size:90%;text-align:left"> accipe summam rei, lector optime, quae ad salutem vehementer pertinet: universam vero Tridentini Concilii, trium Pontificum distinctam temporibus, historiam, eodem, cuius ad gloriam haec omnia diriguntur, iuvante Deo, propediem expecta..</p></blockquote>
 
Questa storia annunciata dal Manuzio, ''propediem'' ("tra poco"), non vide mai la luce.<p>Il tempo ''breve'' che si augurava Manuzio, ritmo proprio della tecnologia della stampa, entra in collisione con la quantità di documentazione prodotta in quasi vent'anni di concilio.  Questa percezione del tempo implicò per i contemporanei dei problemi per l'elaborazione dei criteri di selezione riguardo la tipologia documentaria e il suo contenuto.</p>
 
Questa storia annunciata dal Manuzio, ''propediem'' ("tra poco"), non vide mai la luce.<p>Il tempo ''breve'' che si augurava Manuzio, ritmo proprio della tecnologia della stampa, entra in collisione con la quantità di documentazione prodotta in quasi vent'anni di concilio.  Questa percezione del tempo implicò per i contemporanei dei problemi per l'elaborazione dei criteri di selezione riguardo la tipologia documentaria e il suo contenuto.</p>
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=== La ''Historia Concilii Tridentini'' di Terenzio Alciati ===
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Si dovrà aspettare fino al 1626 anno cui il P. [[Terenzio Alciati]] SJ (1570-1651), avrà accesso agli atti originali del Concilio di Trento depositati nell'Archivio di Castello, ''Archivum Arcis'' (Castel Sant'Angelo) per adempiere la volontà di papa Urbano VIII di scrivere una storia del Concilio di Trento in risposta all’edizione di [[Paolo Sarpi]] del 1619.<ref>''Historia del Concilio Tridentino. Nella quale si scoprono tutti gl'artificii della Corte di Roma, per impedire che né la verità di dogmi si palesasse, né la riforma del Papato, & della Chiesa si trattasse. Di Pietro Soave Polano''.  In Londra. Appresso Giovan(ni) Billio. Regio Stampatore. MDCXIX.  Edizione in Wikisource : https://it.wikisource.org/wiki/Istoria_del_Concilio_tridentino.</ref>  Nell'Archivio di Castello si servì dell'aiuto di [[Giovanni Battista Confalonieri]], all'epoca il suo prefetto, il quale aveva riordinato e realizzato diversi indici del materiale tridentino.  Alciati morì senza riuscire a portare a termine il desiderio di Urbano VIII.<p>La storia inconclusa e inedita di Alciati, ''Pseudo historia Concilii Tridentini refutata'', corrisponde ai codici [https://manus.iccu.sbn.it/cnmd/0000175619 APUG 627], [https://manus.iccu.sbn.it/cnmd/0000175620 APUG 628], [https://manus.iccu.sbn.it/cnmd/0000175621 APUG 629], [https://manus.iccu.sbn.it/cnmd/0000175622 APUG 630] e [https://manus.iccu.sbn.it/cnmd/0000175623 APUG 631] del Fondo Concilio di Trento.</p>
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Trento

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Il cardinale Ercole Gonzaga presiede una seduta del Concilio di Trento in Santa Maria Maggiore (Trento). Elia Naurizio, Congregazione generale del concilio di Trento (1633). Museo diocesano Tridentino.

Il progetto Concilio di Trento

Introduzione

Il progetto Monumenta Concilii Tridentini è promosso dall’Archivio storico della PUG e avviato nel 2018 per descrivere e comprendere la valorizzazione del Fondo Concilio di Trento dalla sua costituzione (fine secolo XVI) ai giorni nostri. Il termine valorizzazione, proprio della comunicazione in ambito economico e posteriormente applicato ai così denominati "beni culturali", è stato definito da Charles Gide come: "hausse factice dans la valeur marchande d'une denrée provoquée au moyen de manœuvres économiques"[1]. In questo senso la valorizzazione è vista come il risultato di un'operazione fittizia destinata a dare valore a una merce che, per la sua scarsità provocata, aumenta il suo prezzo. La introduzione del termine nell'ambito dei "beni culturali" sta a indicare il desiderio di dare un nuovo valore a un determinato oggetto. Anche in questo caso si dovrebbe parlare di un'operazione costruita intorno al determinato oggetto. Se in un momento dato si decide di valorizzare qualcosa è perché in precedenza si era deprezzato. Il valore non è pertanto presente nella cosa in sé ma nell'osservazione che si compie su di essa. Allo storico può interessare quest'alternanza valutativa in quanto indicatore di mutamenti o di possibili evoluzioni sociali.
Quindi, per valorizzazione in questo contesto intendiamo:

L’attribuzione di un valore frutto di una selezione basata su determinate osservazioni che utilizzano distinzioni. L’osservazione è una distinzione che permette di selezionare e indicare una delle parti distinte come differente dall’altra. Per tanto, la modalità dell’attribuzione è sempre contingente e dipende dall’osservazione che si compie sull’oggetto. In questo senso, l'attenzione primaria si rivolge non tanto all'oggetto in quanto tale quanto alle configurazioni di distinzioni operate sul suo conto.

Le azioni che si intraprendono per mettere in valore questa documentazione si manifestano in una serie di operazioni che ebbero inizio nel secolo XVII e che subirono una brusca flessione a partire dalla metà del secolo scorso. Sarebbe possibile marcare, in questo lasso temporale, una sequenza di interventi: la prima raccolta e selezione operata nel XVII secolo, l'operazione di integrazione e sintesi per la pubblicazione della storia del Concilio (1656), gli interventi di raccolta e legatura di metà del '700, l'utilizzo del medesimo materiale per una nuova storia del concilio a metà del '900, fino ad arrivare a un ambizioso progetto di restauro, mai attuato, negli anni '90 del secolo scorso.
Al momento individuiamo le seguenti fasi nel processo di valorizzazione:

  • Verificare lo stato di conservazione dell’intero fondo in vista dell’elaborazione di un piano di emergenza per restaurare, consolidare e condizionare la documentazione. Questa prima osservazione materiale è funzionale per rimodulare successivamente il progetto di ricerca.
  • Catalogare il materiale, azione che implicherà la revisione e integrazione delle schede già presenti in MOL (Manus on line, Fondo APUG). Si realizzerà una descrizione codicologica per ogni unità individuata; questo significherà nel caso di volumi miscellanei la realizzazione di tante schede quanti sono gli elementi contenuti. Il rilevamento dei dati catalografici rappresenta un momento fondamentale per praticare un'osservazione minuziosa di elementi esterni (cucitura, legatura, antiche segnature etc.) ed interni (autori, titoli, lingue etc.) che collegati tra loro possono fornire informazioni storiche. Verranno realizzate schede biografiche relative ai nomi individuati nella fase di catalogazione e nell'annotazione dei documenti realizzando un Authority File.
  • Digitalizzare la documentazione da inserire nella piattaforma GATE, operazione che sarà funzionale alle linee di ricerca proposte. Il rilevamento dello stato di conservazione è comunque preliminare a qualsiasi attività di fotoriproduzione. La digitalizzazione prevede sempre la selezione, la trascrizione e l’annotazione collaborativa del testo. Per la realizzazione di quest’ultimo punto, si compierà un lavoro transdisciplinare tra storici, sociologi, filologi, etc., con l'obiettivo di affrontare una descrizione adeguata della struttura sociale della prima modernità.

La composizione del Fondo Concilio di Trento

La storia del Concilio di Trento sembra essere segnata dalla sua improbabilità. Il primo desiderio di scrivere una storia del Concilio lo si trova nell'edizione di Paolo Manuzio Canones, et decreta sacrosancti oecumenici, et generalis Concilii Tridentini sub Paulo 3., Iulio 3., et Pio 4., pontificibus max. Index dogmatum, & reformationes. Venetiis, 1564:

accipe summam rei, lector optime, quae ad salutem vehementer pertinet: universam vero Tridentini Concilii, trium Pontificum distinctam temporibus, historiam, eodem, cuius ad gloriam haec omnia diriguntur, iuvante Deo, propediem expecta..

Questa storia annunciata dal Manuzio, propediem ("tra poco"), non vide mai la luce.

Il tempo breve che si augurava Manuzio, ritmo proprio della tecnologia della stampa, entra in collisione con la quantità di documentazione prodotta in quasi vent'anni di concilio. Questa percezione del tempo implicò per i contemporanei dei problemi per l'elaborazione dei criteri di selezione riguardo la tipologia documentaria e il suo contenuto.

La Historia Concilii Tridentini di Terenzio Alciati

Si dovrà aspettare fino al 1626 anno cui il P. Terenzio Alciati SJ (1570-1651), avrà accesso agli atti originali del Concilio di Trento depositati nell'Archivio di Castello, Archivum Arcis (Castel Sant'Angelo) per adempiere la volontà di papa Urbano VIII di scrivere una storia del Concilio di Trento in risposta all’edizione di Paolo Sarpi del 1619.[2] Nell'Archivio di Castello si servì dell'aiuto di Giovanni Battista Confalonieri, all'epoca il suo prefetto, il quale aveva riordinato e realizzato diversi indici del materiale tridentino. Alciati morì senza riuscire a portare a termine il desiderio di Urbano VIII.

La storia inconclusa e inedita di Alciati, Pseudo historia Concilii Tridentini refutata, corrisponde ai codici APUG 627, APUG 628, APUG 629, APUG 630 e APUG 631 del Fondo Concilio di Trento.

Content Two

  1. Gide, Ch., Cours d'économie politique, 1919, p. 154
  2. Historia del Concilio Tridentino. Nella quale si scoprono tutti gl'artificii della Corte di Roma, per impedire che né la verità di dogmi si palesasse, né la riforma del Papato, & della Chiesa si trattasse. Di Pietro Soave Polano. In Londra. Appresso Giovan(ni) Billio. Regio Stampatore. MDCXIX. Edizione in Wikisource : https://it.wikisource.org/wiki/Istoria_del_Concilio_tridentino.