Difference between revisions of "Robert Leiber Collection"
Line 20: | Line 20: | ||
====Nota biografica==== | ====Nota biografica==== | ||
+ | |||
+ | |||
+ | |||
+ | P. Robert Leiber S.J. (Deggenhausertal, 10 aprile 1888-Roma, 18 febbraio 1967) fu consigliere del nunzio apostolico Pacelli in Germania (1924-29), quindi segretario particolare dello stesso Cardinale Pacelli alla Segreteria di Stato e infine segretario di Papa Pio XII. <br> | ||
+ | Avviò i suoi studi in filosofia e teologia (interrotti, questi ultimi, dallo scoppio della Prima Guerra mondiale, durante la quale prestò servizio presso alcuni ospedali di campagna) all’Ignatiuskolleg di Valkenburg. Dopo la fine della guerra – e dopo aver frequentato lezioni di storia per due semestri a Berlino (1921-1922) – entrò nella cerchia di collaboratori di Ludwig Pastor a Roma, contribuendo al lavoro di ricerca per gli ultimi volumi della Storia dei papi (soprattutto in riferimento alla figura di Innocenzo XI). Il primo incontro con Eugenio Pacelli – di cui sarà consigliere e segretario particolare (a Berlino, dal 1925; a Roma, a partire dal 1930), ma sempre in veste ufficiosa, per oltre trent’anni – risale al 1924. Leiber insegnò storia in Gregoriana per tutto il periodo della sua permanenza a Roma. Negli ultimi anni della sua vita fu coinvolto (attraverso articoli, interviste ed interventi pubblici) nella polemica sui rapporti fra Pio XII e il nazionalsocialismo. Morì a Roma il 18 febbraio del 1967. | ||
===Descrizione del fondo=== | ===Descrizione del fondo=== |
Revision as of 12:00, 22 July 2022
Correspondence | Works | Bibliography | |
---|---|---|---|
La nascita del progetto
Con motivo dell’apertura dei fondi archivistici della Santa Sede relativi al pontificato di Pio XII, (1939 – 1958) avvenuta il 2 marzo 2020 la documentazione relativa al gesuita Robert Leiber ha cominciato a suscitare un certo interesse.
Nota biografica
P. Robert Leiber S.J. (Deggenhausertal, 10 aprile 1888-Roma, 18 febbraio 1967) fu consigliere del nunzio apostolico Pacelli in Germania (1924-29), quindi segretario particolare dello stesso Cardinale Pacelli alla Segreteria di Stato e infine segretario di Papa Pio XII.
Avviò i suoi studi in filosofia e teologia (interrotti, questi ultimi, dallo scoppio della Prima Guerra mondiale, durante la quale prestò servizio presso alcuni ospedali di campagna) all’Ignatiuskolleg di Valkenburg. Dopo la fine della guerra – e dopo aver frequentato lezioni di storia per due semestri a Berlino (1921-1922) – entrò nella cerchia di collaboratori di Ludwig Pastor a Roma, contribuendo al lavoro di ricerca per gli ultimi volumi della Storia dei papi (soprattutto in riferimento alla figura di Innocenzo XI). Il primo incontro con Eugenio Pacelli – di cui sarà consigliere e segretario particolare (a Berlino, dal 1925; a Roma, a partire dal 1930), ma sempre in veste ufficiosa, per oltre trent’anni – risale al 1924. Leiber insegnò storia in Gregoriana per tutto il periodo della sua permanenza a Roma. Negli ultimi anni della sua vita fu coinvolto (attraverso articoli, interviste ed interventi pubblici) nella polemica sui rapporti fra Pio XII e il nazionalsocialismo. Morì a Roma il 18 febbraio del 1967.
Descrizione del fondo
“La questione che ci interessa può essere affrontata da tre punti di vista: possiamo porla, cioè, come questione del valore – quale valore, quale significato, quale compito assumono la religione e la Chiesa per la società umana, all’interno della totalità dello Stato? Ma possiamo affrontare lo stesso problema dal lato del diritto, e allora la domanda suonerà: qual è la quintessenza giuridica dei rapporti – progettati o sussistenti – fra Stato e Chiesa? Entrambe le domande sono fra loro strettamente connesse e si completano a vicenda. Chiesa e religione orientano il loro rapporto giuridico con lo Stato a partire dal compito che svolgono all’interno della società – e viceversa: a seconda del loro rapporto giuridico con lo Stato, religione e Chiesa saranno in grado di assolvere al proprio compito in misura maggiore o minore. Qui vogliamo occuparci di entrambi i lati della questione.”
RL 13, folder III: Religion u. Gesellschaft, Kirche u. Staat
“Progettati o sussistenti”: sfogliando il faldone che ospita queste dispense su “Religione e società” ci si imbatte in copie annotate dei Patti lateranensi e in altri materiali utilizzati da Leiber durante le trattative per i concordati tedeschi. Le domande filosofiche accennate negli appunti convivevano, dunque, con gli interessi politici (e giuridici, in senso tecnico) del collaboratore di Pacelli. Difficile dire cosa venisse prima. Ma non c’è dubbio che il futuro Pio XII si affidò a Leiber anche per la sua capacità di mettere a fuoco problemi particolari utilizzando il grandangolo dello sguardo storico e filosofico.
Il Fondo Leiber, da questo punto di vista, può essere letto come un unico tema con variazioni: “Die Konkordatsfrafge”, “Lectio de historia relationis inter Ecclesiam et Rem publicam”, “Die Lage der Kirche” e via dicendo. Anche quando si trattò di rispondere alle accuse di connivenza, omertà (talvolta persino complicità) con il nazismo che venivano mosse a Pacelli – soprattutto dopo il 1963 e la pièce Il vicario di Rolf Hochhuth – Leiber non abbandonò mai quel terreno. I sei faldoni (13-19) e l’epistolario testimoniano di un’attività intellettuale e politica (in senso lato) centrata sui cardini del binomio Chiesa-Stato. L’essenza stessa della Chiesa, come si evince da un’aggiunta interlineare all’ennesimo appunto, non poteva essere determinata, per Leiber, se non in riferimento a quel complesso di problemi: “Scopo della Chiesa: connettere immediatamente la persona singola con Dio [in interlinea:] (cfr. Stato e Chiesa!)” (Fondo Leiber, 13, I.14). Del resto, come spiegava all’inizio della stessa nota, la differenza fra il presente e i “tempi di Bellarmino” risiedeva proprio in questo: nella diffusione di un “soggettivismo universale”. L’alleanza con lo Stato – e con uno Stato forte, verrebbe da aggiungere – rappresenta l’argine indispensabile, secondo quelle premesse, al contenimento del principio soggettivo. Fedele a tale critica, il Fondo Leiber non reca traccia – salvo qualche quadernetto di esercizi spirituali – della ‘persona’ Leiber.