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Revision as of 14:36, 16 March 2020
Ill.mo et R.mo Signor padrone colend.mo
Assicuro V.S. Ill.ma che la venuta di Marcello qua non è proceduta da lui, ma da me che mandai huomo a posta a Ronciglioni per condurlo, et quanto al disgustarmi havendo già saputo le sue disgratie con mio grandissimo dolore, la sua venuta piu mi poteva alleggerire che gravare il dispiacere, come è seguito, che al meno ho questo contento di trovarlo dispostissimo a obbedire non solo a quanto hora V.S. Ill.ma comanda, ma a quello piu ancora che saprà essere di sua sodisfatione, poi che egli non ha giamai preteso altro in ogni sua attione che ben servirla et mostrarsi come obbligato servitore aff.mo alle cose et interessi di V.S. Ill.ma, di modo che piu per indiscreto zelo che per mala intentione disgratiatamente gli può esser accaduto di passare i termini della debita modestia et reverenza che deve e porta à V.S. Ill.ma e pero si è dato grandissimo fastidio di haver fatto et detto cosa che gli sia dispiaciuta mentre ella come benignissima alle molte gratie già fatte li aggionge hora questo altro favore del buono offitio che si è degnata fare per lui col signor Niccolò suo nipote col quale Marcello è stato et sarà sempre pronto giustificarsi che non con mala intentione, ma per ogni buon fine ha proceduto come sa V.S. Ill.ma alla quale mi occorre di re che Marcello non ha colpa di quanto gli tratto dello stato di ca sa mia, perche tutto fece per mio ordine che credevo potere senza sospetto di disgustarla farla da lui informare delle cose mie con più verità che forse altri non ha fatto che agrandirle fuor del dovere, à fine che V.S. Ill.ma sapesse che io non potevo con le mie de boli entrate mantenere questo figliolo à Roma senza molto scomodo della casa et del fratello carico di famiglia et di debiti di circa due mila scudi, et potesse piacendoli degnarsi in occasione di vacanze ricordarsi di lui, et farlo conoscere con servirsene da prelati della corte, et tirarlo inanzi et aprirli la strada di potersi
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