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Ill.mo e R.mo Sig.r Padrone e Sig.r nostro col.mo<lb/>
 
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Gravi sono le discordie tra questa nostra città di Sessa et il nostro [[Name::Rebaglio, Fausto|Vescovo]]<ref>Si veda ''[https://books.google.it/books?id=4VVV-3GpBc0C&newbks=1&newbks_redir=0&dq=fausto%20rebaglio&hl=it&pg=PA120#v=onepage&q&f=false Memorie d'alcuni uomini illustri della città di Lodi con una preliminare dissertazione dell'antica Lodi dedicate al signor conte abbate d. Cristoforo Barni giureconsulto collegiato, e patrizio lodigiano]''Lodi, 1776.</ref>, ma non però tante et tali che non potessero compor si quando esso prelato si facesse capace di ragione, essendo stata sempre la città devotissima e reverentissima delle persone ecclesiastiche, massimamente de'suoi prelati, da quali per lunga memoria è stata sempre amata, favorita et particolarmente governata. Ma perche il detto Monsignore è insuperabile ne'suoi interessi (il che sia detto con ogni riverenza) e nelle impressioni è tenacissimo con muoversi solamente à i consigli sinistri, i quali lusinghino le sue voglie, nasce che noi tratta non da figliuoli, ma da capitalissimi nemici, anzi non da fedelissimi christiani, ma da meno che Turchi; e di qui viene che ogni giorno crescono le differenze e s'incrudeliscono gl'animi generalmente di ciascuno con mille disordini, danni e pericoli. Però diffidando d'accordo e confidando nella celebrata dottrina e santità di V.S. Ill.ma, humilissimamente la supplichiamo degnarsi per maggiore accrescimento di meriti appresso sua divina Maestà di raccomandarsi à Sua Beatitudine, in maniera che come buon pastore e vicario di Christo rendesse a queste anime la quiete christiana, con proveder loro di tal prelato che facesse il vero officio di padre, potendo esso vescovo con risegnamento e riserva di pensione procurare à se medesimo il riposo. E quando Nostro Signore si degnasse di far questa gratia à questa città, ne senteriamo tutti sommamente favoriti, se ne desse per governo il padre Felice Milensio, maestro Agostino e prior di questo monasterio di Sessa, la qualità di governo bontà e dottrina son note generalmente et in particolare à noi; dal cui zelo e dalla cui prudenza sarebbe composto e fenito ogni disparere. E se sua Santità non fosse inchinata alla mutazione di prelato, la quale è del tutto necessaria, sarebbe almeno mediocre rimedio il mandare un Vicario Apostolico che acque tasse in parte tanti rumori. Ma speriamo che Nostro Signore consolarà
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Gravi sono le discordie tra questa nostra città di Sessa et il nostro [[Name::Rebaglio, Fausto|Vescovo]]<ref>Si veda ''[https://books.google.it/books?id=4VVV-3GpBc0C&newbks=1&newbks_redir=0&dq=fausto%20rebaglio&hl=it&pg=PA120#v=onepage&q&f=false Memorie d'alcuni uomini illustri della città di Lodi con una preliminare dissertazione dell'antica Lodi dedicate al signor conte abbate d. Cristoforo Barni giureconsulto collegiato, e patrizio lodigiano]''Lodi, 1776.</ref>, ma non però tante et tali che non potessero compor si quando esso prelato si facesse capace di ragione, essendo stata sempre la città devotissima e reverentissima delle persone ecclesiastiche, massimamente de'suoi prelati, da quali per lunga memoria è stata sempre amata, favorita et particolarmente governata. Ma perche il detto Monsignore è insuperabile ne'suoi interessi (il che sia detto con ogni riverenza) e nelle impressioni è tenacissimo con muoversi solamente à i consigli sinistri, i quali lusinghino le sue voglie, nasce che noi tratta non da figliuoli, ma da capitalissimi nemici, anzi non da fedelissimi christiani, ma da meno che Turchi; e di qui viene che ogni giorno crescono le differenze e s'incrudeliscono gl'animi generalmente di ciascuno con mille disordini, danni e pericoli. Però diffidando d'accordo e confidando nella celebrata dottrina e santità di V.S. Ill.ma, humilissimamente la supplichiamo degnarsi per maggiore accrescimento di meriti appresso sua divina Maestà di raccomandarsi à Sua Beatitudine, in maniera che come buon pastore e vicario di Christo rendesse a queste anime la quiete christiana, con proveder loro di tal prelato che facesse il vero officio di padre, potendo esso vescovo con risegnamento e riserva di pensione procurare à se medesimo il riposo. E quando Nostro Signore si degnasse di far questa gratia à questa città, ne senteriamo tutti sommamente favoriti, se ne desse per governo il padre [[Name::Milensio, Felice|Felice Milensio]]<ref>Vedi [https://www.treccani.it/enciclopedia/felice-milensio_(Dizionario-Biografico)/ Dizionario Biografico].</ref>, maestro Agostino e prior di questo monasterio di Sessa, la qualità di governo bontà e dottrina son note generalmente et in particolare à noi; dal cui zelo e dalla cui prudenza sarebbe composto e fenito ogni disparere. E se sua Santità non fosse inchinata alla mutazione di prelato, la quale è del tutto necessaria, sarebbe almeno mediocre rimedio il mandare un Vicario Apostolico che acque tasse in parte tanti rumori. Ma speriamo che Nostro Signore consolarà
 
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Ill.mo e R.mo Sig.r Padrone e Sig.r nostro col.mo
Gravi sono le discordie tra questa nostra città di Sessa et il nostro Vescovo[1], ma non però tante et tali che non potessero compor si quando esso prelato si facesse capace di ragione, essendo stata sempre la città devotissima e reverentissima delle persone ecclesiastiche, massimamente de'suoi prelati, da quali per lunga memoria è stata sempre amata, favorita et particolarmente governata. Ma perche il detto Monsignore è insuperabile ne'suoi interessi (il che sia detto con ogni riverenza) e nelle impressioni è tenacissimo con muoversi solamente à i consigli sinistri, i quali lusinghino le sue voglie, nasce che noi tratta non da figliuoli, ma da capitalissimi nemici, anzi non da fedelissimi christiani, ma da meno che Turchi; e di qui viene che ogni giorno crescono le differenze e s'incrudeliscono gl'animi generalmente di ciascuno con mille disordini, danni e pericoli. Però diffidando d'accordo e confidando nella celebrata dottrina e santità di V.S. Ill.ma, humilissimamente la supplichiamo degnarsi per maggiore accrescimento di meriti appresso sua divina Maestà di raccomandarsi à Sua Beatitudine, in maniera che come buon pastore e vicario di Christo rendesse a queste anime la quiete christiana, con proveder loro di tal prelato che facesse il vero officio di padre, potendo esso vescovo con risegnamento e riserva di pensione procurare à se medesimo il riposo. E quando Nostro Signore si degnasse di far questa gratia à questa città, ne senteriamo tutti sommamente favoriti, se ne desse per governo il padre Felice Milensio[2], maestro Agostino e prior di questo monasterio di Sessa, la qualità di governo bontà e dottrina son note generalmente et in particolare à noi; dal cui zelo e dalla cui prudenza sarebbe composto e fenito ogni disparere. E se sua Santità non fosse inchinata alla mutazione di prelato, la quale è del tutto necessaria, sarebbe almeno mediocre rimedio il mandare un Vicario Apostolico che acque tasse in parte tanti rumori. Ma speriamo che Nostro Signore consolarà


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