Difference between revisions of "Collegium Romanum restitutum"
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Revision as of 16:13, 27 November 2024
Introduzione
L'albero spezzato
Il gesuita Athanasius Kircher (1602-1680) spinto dal suo universalismo ideò un orologio universale, l'Horoscopium catholicum Societatis Iesu, un marchingegno sulla carta capace di unificare il tempo e lo spazio innanzi alla diversità dell'orbe conosciuto. Rappresenta un espediente erudito per contenere la disgregazione di un sistema sociale che mutava nella sua struttura e nella sua semantica.
L' horoscopium di Kircher, fatto in onore all’elezione del superiore generale Vincenzo Carafa (1545-1649) e destinato alla sua Ars magna lucis et umbrae (1646), ritrae la propagazione dei gesuiti in quel mondo. La Compagnia di Gesù è un frondoso albero che s’innesta nel corpo stesso di Ignazio di Loyola e spande i suoi rigogliosi rami in cui sono iscritti i nomi delle province e delle città dove l'Ordine si era radicato. Secondo l'horoscopium, la presenza della Compagnia incarnava il versetto del salmo 112: il nome del Signore sia proclamato da oriente a occidente, «a solis ortu usque ad occasum». Questo era un modo per sancire la dimensione cattolica, vale a dire universale della Chiesa grazie all’azione della Compagnia di Gesù. Sulla cima dell'albero, un’aquila bicefala ricordava il principio del potere temporale dell'imperatore e di quello spirituale del papa.
L'azione apostolica della Compagnia di Gesù s'innestava ancora nell'idea di una monarchia universale. Era un mondo concepito come casa comune[1], perché in esso erano disseminate le residenze, i collegi, e le missioni dei gesuiti. Quella concezione del mondo riteneva che la religione fosse il fondamento del sistema sociale. L'horoscopium era un modo di contenere la disseminazione della Compagnia nello spazio permettendo anche una lettura sinottica del tempo. La storia iconografica dell’albero conobbe un lungo sviluppo. Non pochi di questi alberi gesuitici, a partire del secolo XVIII, cominciarono a ostentare i suoi rami spezzati per indicare le parziali soppressioni o espulsioni; così lo attesta l’Arbre géographique contenant les établessiments de jésuites par toute la terre (1764) di Louis Denis. La soppressione della Compagnia di Gesù (1773) rappresentò un colpo alla radice dell’albero.
Il 17 maggio 1824 papa Leone XII, con il breve Cum multa, ordinò la restituzione alla Compagnia di Gesù del Collegio Romano. Si consegnò al Superiore Generale P. Luigi Fortis detto collegio con la sua biblioteca, insieme alla Chiesa di Sant'Ignazio e l'osservatorio astronomico. Il binomio continuità/discontinuità, per spiegare il divenire storico, anche se non nuovo nella storiografia dell’Ordine, riapparirà con maggior vigore nel secolo XIX, per affiorare diversamente ancora nella contemporaneità. Lo sforzo dello storico sarà precisamente nascondere ogni segno di rottura. La soppressione e restaurazione dell’Ordine gesuitico si inscrive in una più ampia trasformazione epocale. A partire del secolo XIX si è verificata una temporalizzazione all’interno del sistema sociale che presenta due caratteristiche fondamentali: una laicizzazione del tempo e un’accelerazione del suo ritmo. Il ritorno dei gesuiti al Collegio Romano, che potrebbe avere il sapore di una rivincita, aprirà fin da subito la strada a nuove sfide e a violenti conflitti.
Infranto il sogno dell'universalismo della vecchia Europa, il sistema sociale si evolse verso la differenziazione della società. I diversi sistemi (economia, politica, religione, arte, diritto, ecc.) cercheranno di ridurre la crescente complessità a partire dai propri codici di riferimento. Questo passaggio epocale costrinse la Compagnia di Gesù, restaurata in un contesto sociale nuovo, all'incessante fatica, degna di Sisifo, di interrogarsi sulla propria identità. In questi documenti potranno individuarsi le tracce di questo sforzo.
Fondo Collegio Romano
La documentazione riferibile alla storia della rifondazione del Collegio Romano, dal 1824 al 1873, si compone di 95 segnature nel Fondo generale denominato Fondo APUG e di 130 volumi e faldoni miscellanei in un fondo a parte denominato specificatamente Fondo Collegio Romano (FCR).
Il materiale è prodotto principalmente nel XIX secolo ma è ricco di riferimenti a fonti anche più antiche; significativi inoltre i materiali cinquecenteschi relativi alla fondazione del Collegio Romano, quali i primissimi atti accademici datati 1575-1582 (conservati in APUG 135B) raccolti nell'Ottocento come materiale documentario.
Consistenza del FCR
Il Fondo Collegio Romano (FCR) ha subito un primo lavoro di catalogazione sul finire degli anni Settanta del Novecento; esso è testimoniato dalle schede di catalogo topografico, che riporta 130 unità registrate. Nel corso del secondo lavoro di analisi e catalogazione del fondo, svolto nel 2024, si è riscontrata l'assenza di alcune di esse e la presenza di altri documenti, non catalogati e non coincidenti con le unità mancanti, che si è provveduto a fornire di segnatura. La consistenza definitiva del fondo è risultata quindi di 140 unità registrate e 132 materialmente presenti nel fondo.
Schede del Catalogo topografico cartaceo:
Documenti mancanti
Non rinvenuti
- FZ 1-5 (presente la scheda cartacea)
- FZ 96 (presente la scheda cartacea)
Trattenuti Prov.
- A-7-IX Titolo
- A-12-I
- A-12-II
- A-12-III
- A-12-VII
- A-12-XIX
Documenti catalogati ex novo
- A-5-I
- A-5-II
- A-5-XIII
- A-6-A-II
- A-9-I
- A-9-II
Stato di conservazione dei documenti
I materiali del fondo si presentano principalmente nella forma di fascicoli o carte sciolte, talvolta con cuciture precarie, conservati in camicie di carta o cartelle di cartone.I registri e i diari hanno invece forma libraria con legature in cartone o in quarto di pergamena e riportano spesso l'indicazione delle antiche collocazioni. I danni principali riguardano le carte che presentano strappi e lacune, oltre agli inchiostri acidi che hanno provocato l'imbrunimento della carta. Nella scheda catalografica verrà descritto lo stato di conservazione indicando i pezzi che necessitano di restauro urgente, per i quali si effettueranno interventi mirati. Tutti i documenti saranno condizionati inserendoli in cartelline a PH neutro.
Le serie archivistiche
Nel catalogo nazionale per il censimento dei manoscritti si trovano le descrizioni estese del Fondo Collegio Romano[2].
Fondo APUG relative a documenti ottocenteschi inerenti al progetto.
Alcuni documenti, per i quali si prevede la realizzazione di una edizione critica digitale, saranno inseriti in questa piattaforma (cfr. la pagina del documento APUG 135-I-a).
Indici
Spiegazione dell'utilità
- Indice dei nomi
- Indice dei soggetti
Bibliografia
Bibliograhy Form
- https://jesuitonlinebibliography.bc.edu/
- https://archive.org/details/bibliothquedelac07back/page/n27/mode/2up
- https://archive.org/details/libersaecularish00albe
- ↑ Nuestra casa es el mundo è una frase di P. Jeronimo Nadal. Mon. Nat., V, 364-5. Nadal adotta qui una idea ontologica di mondo propria di quel sistema sociale. Oggi quello che si indica comunemente come mondo è sempre frutto di una distinzione e non ha un corrispettivo ontologico comune.
- ↑ Il fondo è stato oggetto di una tesi di diploma (Archivistica generale, Scuola Speciale per archivisti e bibliotecari - SAPIENZA Università di Roma, 2012) realizzata da Claudia Donadelli: Inventario del Fondo Collegio Romano presso l'Archivio storico della Pontificia Università Gregoriana. Nell'inventario il materiale documentario è stato suddiviso in serie specifiche in base a quelle utilizzate nell'Archivum Romanum Societatis Iesu, l'archivio generale della Compagnia. A questo lavoro si è aggiunto, nel corso del Progetto Collegio Romano svolto da Valerio Greggio e Lorenzo Di Cesare nel 2024, un invetario completo delle unità e dei documenti presenti nel FCR, che ha completato la precedente classificazione in serie.