Difference between revisions of "Conservation"
Line 1: | Line 1: | ||
[[File:Schermata 2022-10-04 alle 14.29.14.png|thumb|''Madonna and Child'' ca. 1483–84 Filippino Lippi. Metropolitan Museum ]] | [[File:Schermata 2022-10-04 alle 14.29.14.png|thumb|''Madonna and Child'' ca. 1483–84 Filippino Lippi. Metropolitan Museum ]] | ||
+ | ==Pensare le pratiche== | ||
Diceva Michel de Certeau che per il semplice fatto di esistere siamo eretici riguardo al passato<ref>M. de Certeau, ''La faiblesse de croire''. Paris, 1987.</ref>. Eresia necessaria per essere all’altezza dei nostri tempi. Solo a partire dal segno della differenza ci è data la possibilità di conoscere qualcosa. Conservare ha sempre qualcosa di eretico. Il movimento che mette in atto la ''traditio'' non solo non dissolve questa ambiguità ma la evidenzia. Si consegna qualcosa a qualcuno, ma in quel passaggio si compie anche un tradimento. Ciò che passa di mano in mano non trascina, necessariamente, l’occhio costruttore, il patrimonio concettuale di cui faceva parte o la struttura ove si collocava. Il restauratore ha la possibilità di capire quanto altera con il suo operare ciò che riceve, mentre smonta e rimonta un manufatto. Eretico anche lui, come lo storico, che non tramanda ciò che era, ma allo stesso tempo si dissocia dall’inganno di restituire qualcosa al presente. Nondimeno, qualcosa si tramanda che potrà essere sottoposta ad altri sguardi e considerazioni e genererà nuove comunicazioni. Questa possibilità ci aiuterà a descrivere, al di là di categorie come continuità o discontinuità che non sono altro che osservazioni, l’evoluzione di un sistema sociale e intravedere i suoi rischi e le sue possibilità. | Diceva Michel de Certeau che per il semplice fatto di esistere siamo eretici riguardo al passato<ref>M. de Certeau, ''La faiblesse de croire''. Paris, 1987.</ref>. Eresia necessaria per essere all’altezza dei nostri tempi. Solo a partire dal segno della differenza ci è data la possibilità di conoscere qualcosa. Conservare ha sempre qualcosa di eretico. Il movimento che mette in atto la ''traditio'' non solo non dissolve questa ambiguità ma la evidenzia. Si consegna qualcosa a qualcuno, ma in quel passaggio si compie anche un tradimento. Ciò che passa di mano in mano non trascina, necessariamente, l’occhio costruttore, il patrimonio concettuale di cui faceva parte o la struttura ove si collocava. Il restauratore ha la possibilità di capire quanto altera con il suo operare ciò che riceve, mentre smonta e rimonta un manufatto. Eretico anche lui, come lo storico, che non tramanda ciò che era, ma allo stesso tempo si dissocia dall’inganno di restituire qualcosa al presente. Nondimeno, qualcosa si tramanda che potrà essere sottoposta ad altri sguardi e considerazioni e genererà nuove comunicazioni. Questa possibilità ci aiuterà a descrivere, al di là di categorie come continuità o discontinuità che non sono altro che osservazioni, l’evoluzione di un sistema sociale e intravedere i suoi rischi e le sue possibilità. | ||
Revision as of 17:12, 16 October 2022
Pensare le pratiche
Diceva Michel de Certeau che per il semplice fatto di esistere siamo eretici riguardo al passato[1]. Eresia necessaria per essere all’altezza dei nostri tempi. Solo a partire dal segno della differenza ci è data la possibilità di conoscere qualcosa. Conservare ha sempre qualcosa di eretico. Il movimento che mette in atto la traditio non solo non dissolve questa ambiguità ma la evidenzia. Si consegna qualcosa a qualcuno, ma in quel passaggio si compie anche un tradimento. Ciò che passa di mano in mano non trascina, necessariamente, l’occhio costruttore, il patrimonio concettuale di cui faceva parte o la struttura ove si collocava. Il restauratore ha la possibilità di capire quanto altera con il suo operare ciò che riceve, mentre smonta e rimonta un manufatto. Eretico anche lui, come lo storico, che non tramanda ciò che era, ma allo stesso tempo si dissocia dall’inganno di restituire qualcosa al presente. Nondimeno, qualcosa si tramanda che potrà essere sottoposta ad altri sguardi e considerazioni e genererà nuove comunicazioni. Questa possibilità ci aiuterà a descrivere, al di là di categorie come continuità o discontinuità che non sono altro che osservazioni, l’evoluzione di un sistema sociale e intravedere i suoi rischi e le sue possibilità.
Preventive conservation
Controllo ambientale
m
Collocazione del materiale
Tutto il materiale si trova collocato in quei mobili compattabili che vengono di solito presentati come la soluzione ideale per chi voglia guadagnare spazio; tale criterio è quanto meno discutibile per un magazzino di conservazione dove tendenzialmente non è prevista una crescita significativa. Del resto la stessa bibliografia recente documenta una serie di problemi collegabili alla conservazione dei materiali documentari in scaffalature compatte: la mancanza di areazione e la creazione di un microclima difficilmente controllabile negli scaffali chiusi, la proliferazione di alcune tipologie di fungo, quali l’Eurotium halophilicum[2], lo scivolamento sui palchetti in metallo dovuto alla movimentazione del compact sul binario e il possibile schiacciamento di volumi caduti.
Per risolvere alcune di queste problematiche siamo intervenuti lasciando uno spazio di apertura tra compact e compact (10 cm minimo), apponendo un tappetino di Plastazote (spessore 5 mm) sul palchetto e girando il palchetto in modo che il bordo anteriore impedisca la caduta.
Poiché la movimentazione e l’apertura dei compact comporta, ovviamente, un deposito maggiore di polvere, si prevede una pulizia approfondita del deposito una volta al mese e una depolveratura dei codici una volta l’anno. Infine alcuni materiali sono stati collocati sul palchetto o in cassettiera in senso orizzontale per evitare deformazioni di carta e pergamena.
Spolveratura
Scientific analysis and research
Treatments
APUG 385b
Bibliography
- Cesare Brandi, Il restauro. Teoria e pratica, a cura di Michele Cordaro, Roma, Editori Riuniti, I ed. 1994, II ed. 2005
- Walter Benjamin, Il carattere distruttivo. L’orrore del quotidiano. Mimesi, 1995
- Jean Baudrillard, Le Système des objets : la consommation des signes, Paris, éd. Gallimard, 1968
- Michel de Certeau, Invention du Quotidien tome 1 : Arts de faire Gallimard, 1990
- Michel de Certeau, « Le mythe des origines », in La faiblesse de croire, Paris, Seuil, 1987.
- François Hartog, Régimes d’historicité. Présentisme et expériences du temps. Paris, Seuil, 2003
- Remo Bodei, La vita delle cose. Laterza, 2011
- Salvador Muñoz Viñas, Teoría contemporánea de la restauración. Sintesis, 2004
- Margaret Holben Ellis, Historical Perspectives in the Conservation of Works of Art on Paper (Readings in Conservation). Getty Conservation Institute, 2015
- Rossana Lista, Proprietà e improprietà della conservazione e della restaurazione. First seminar: Lucubrationes diurne. APUG, Rome, September 30, 2022.