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padre generale in modo, che lo fece confermar il suo parere, senza notificare la comune opinione, e sentimento degl’altri, ch’erono a lui contrarie, e però diede la negativa a’ convittori, che non li voleva concedere la domenica già data a’ chierici e per essersi invitato l’ambasciatore di Spagna non conveniva mancarli per detto giorno di domenica.<lb/> | padre generale in modo, che lo fece confermar il suo parere, senza notificare la comune opinione, e sentimento degl’altri, ch’erono a lui contrarie, e però diede la negativa a’ convittori, che non li voleva concedere la domenica già data a’ chierici e per essersi invitato l’ambasciatore di Spagna non conveniva mancarli per detto giorno di domenica.<lb/> | ||
− | Hor questa negativa partorì una grande alteratione nelli convittori tutti universalmente, di che essendone avvertito il padre rettore, stimò poterli quietare per mezzo di don Gioseffe Cicala suo paesano, quale essendo stato aggratiato di poter continuar di star in Seminario dal quale fu licentiato doppo la penitenza fatta al fine dell’altro rettore per il delitto sopra descritto, con il nuovo rettore suo paesano havendo promesso all’istesso di mutar vita, e dar buon essempio a tutto il Seminario, invece del male dato, pareva al padre Belli rettore che per mezzo di questo Cicala a lui molto obbligato, potesse aquietare li convittori disgustati dalla negativa datali e perché si dubitava assai di qualche risentimento de’ convittori prevedendosi dalli padri del Seminario, che n’avertirono, il padre rettore acciò stesse sul’aviso, d’altro mezzo non si servì che del detto Cicala, quale avisato dal padre rettore di quanto si dubitava dalli padri di Seminario per investigare se vi fosse cosa alcuna di male per ovviarla. Egli assicurò il padre rettore che li convittori non dimostravono risentimento alcuno, né tentavano far verun male per la negativa datali, sicché il padre rettore fidandosi delle parole del Cicala, stimò vani li timori delli padri, che temevano qualche tumulto con molto fondamento prevedendo che volevano impedire, che li chierici ne anco potessero far la loro nel giorno di domenica giaccheé a loro non si voleva concedersi il detto giorno, sapendo benissimo li convittori che li chierici non si curarono di farsi la loro attione nella domenica e non si sarebbono offesi <gap/> se li venisse in qualche modo impedita senza loro colpa. Però li convittori risolsero d’impedire che li chierici non recitassero la domenica con tagliarie le scene, e rovinar il palco per render impossibile il loro recitamento. Il sabato sera fu stabilita questa trama, e la domenica due hore prima che si doveva rappresentar da chierici la loro attione, fu messo in essecutione il stabilito nel sabato, di rovinar il palco con tagliar le scene con le spade, che ciascuno si trovava havere. | + | Hor questa negativa partorì una grande alteratione nelli convittori tutti universalmente, di che essendone avvertito il padre rettore, stimò poterli quietare per mezzo di don Gioseffe Cicala suo paesano, quale essendo stato aggratiato di poter continuar di star in Seminario dal quale fu licentiato doppo la penitenza fatta al fine dell’altro rettore per il delitto sopra descritto, con il nuovo rettore suo paesano havendo promesso all’istesso di mutar vita, e dar buon essempio a tutto il Seminario, invece del male dato, pareva al [[Name::Belli, Giampaolo|padre Belli]] rettore che per mezzo di questo Cicala a lui molto obbligato, potesse aquietare li convittori disgustati dalla negativa datali e perché si dubitava assai di qualche risentimento de’ convittori prevedendosi dalli padri del Seminario, che n’avertirono, il padre rettore acciò stesse sul’aviso, d’altro mezzo non si servì che del detto Cicala, quale avisato dal padre rettore di quanto si dubitava dalli padri di Seminario per investigare se vi fosse cosa alcuna di male per ovviarla. Egli assicurò il padre rettore che li convittori non dimostravono risentimento alcuno, né tentavano far verun male per la negativa datali, sicché il padre rettore fidandosi delle parole del Cicala, stimò vani li timori delli padri, che temevano qualche tumulto con molto fondamento prevedendo che volevano impedire, che li chierici ne anco potessero far la loro nel giorno di domenica giaccheé a loro non si voleva concedersi il detto giorno, sapendo benissimo li convittori che li chierici non si curarono di farsi la loro attione nella domenica e non si sarebbono offesi <gap/> se li venisse in qualche modo impedita senza loro colpa. Però li convittori risolsero d’impedire che li chierici non recitassero la domenica con tagliarie le scene, e rovinar il palco per render impossibile il loro recitamento. Il sabato sera fu stabilita questa trama, e la domenica due hore prima che si doveva rappresentar da chierici la loro attione, fu messo in essecutione il stabilito nel sabato, di rovinar il palco con tagliar le scene con le spade, che ciascuno si trovava havere. |
Latest revision as of 10:44, 8 May 2020
padre generale in modo, che lo fece confermar il suo parere, senza notificare la comune opinione, e sentimento degl’altri, ch’erono a lui contrarie, e però diede la negativa a’ convittori, che non li voleva concedere la domenica già data a’ chierici e per essersi invitato l’ambasciatore di Spagna non conveniva mancarli per detto giorno di domenica.
Hor questa negativa partorì una grande alteratione nelli convittori tutti universalmente, di che essendone avvertito il padre rettore, stimò poterli quietare per mezzo di don Gioseffe Cicala suo paesano, quale essendo stato aggratiato di poter continuar di star in Seminario dal quale fu licentiato doppo la penitenza fatta al fine dell’altro rettore per il delitto sopra descritto, con il nuovo rettore suo paesano havendo promesso all’istesso di mutar vita, e dar buon essempio a tutto il Seminario, invece del male dato, pareva al padre Belli rettore che per mezzo di questo Cicala a lui molto obbligato, potesse aquietare li convittori disgustati dalla negativa datali e perché si dubitava assai di qualche risentimento de’ convittori prevedendosi dalli padri del Seminario, che n’avertirono, il padre rettore acciò stesse sul’aviso, d’altro mezzo non si servì che del detto Cicala, quale avisato dal padre rettore di quanto si dubitava dalli padri di Seminario per investigare se vi fosse cosa alcuna di male per ovviarla. Egli assicurò il padre rettore che li convittori non dimostravono risentimento alcuno, né tentavano far verun male per la negativa datali, sicché il padre rettore fidandosi delle parole del Cicala, stimò vani li timori delli padri, che temevano qualche tumulto con molto fondamento prevedendo che volevano impedire, che li chierici ne anco potessero far la loro nel giorno di domenica giaccheé a loro non si voleva concedersi il detto giorno, sapendo benissimo li convittori che li chierici non si curarono di farsi la loro attione nella domenica e non si sarebbono offesi se li venisse in qualche modo impedita senza loro colpa. Però li convittori risolsero d’impedire che li chierici non recitassero la domenica con tagliarie le scene, e rovinar il palco per render impossibile il loro recitamento. Il sabato sera fu stabilita questa trama, e la domenica due hore prima che si doveva rappresentar da chierici la loro attione, fu messo in essecutione il stabilito nel sabato, di rovinar il palco con tagliar le scene con le spade, che ciascuno si trovava havere.