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Capua,l8 aout 1604.
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Molto Ill.re Sig.r Fratello. Volentieri farò la carità doppia, come V.S. dice; ma perchè la nostra entrata sta nella vendita dei grani, e il prezzo è maggiore al tempo della semente, ciò è a mezzo ottobre, e anche maggiore al Natale e a marzo e aprile, noi non vorremmo vendere fino a mezzo ottobre, per non scapitare troppo. E perchè anche questo anno è una carestia grandissima e questa città è piena di poveri, e io sono il padre dei poveri, non ardisco mandar fuori più che mille scudi per ora, e questo solo è necessario per monacare le due figliole di m Marcello; anzi mi mraviglio che ci bisogni tanto, essendo la dote delle monache di Bernardo cinquecento fiorini solamente. Onde bisognarà comperare solamente per mille scudi, ovvero che ci aspettino per li altri mille, e allora si potria pigliarne cento il mese dalla provvigione di Roma. Un dubbio mi sovviene, che ho paura che, se m Marcello vende tanta roba, esso poi con la sua famiglia non possa vivere, e parerà che noi l'abbiamo impoverito. Però V.S. consideri se fosse bene fare anche a lui una vera carità con monacargli una figliola
 
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gratis, domandandogli cinquecento scudi e comprando del suo per mille altri scudi; e allora saria più facile pigliar da Roma un poco di denari. Questo scrivo, supposto che stia in necessità, che altrimenti non pariaria di donargli niente, massime sapendo che lui non è anco per ringraziarmi, e a me non mancano poveri a chi prevvedere.<lb/>
Bellarmin � son fr�re Thomas.
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Mi meraviglio anche che V.S. voglia spendere in Colombelle, che terra da niente, e bisogna spenderci assai in ingrassarla e non se ne cava il seme. Per mio consiglio non compraria se non S. Gervasio; ma faccia quello che gli più piace, Iddio la conservi con tutta la famiglia. Di Capua, li 18 di agosto 1604. <lb/>
 
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Fratello aff.mo di V.S. / il Card.Bellarmino
421
 
 
 
/ Molto 111^^ Sig^ Fratello. Volentieri far� la carit� doppia,
 
 
 
come V.S. dice; ma perche la nostra entrata sta nella vendita de
 
 
 
grani, et il prezzo maggiore al tempo della semente, ci� � � me-
 
 
 
zo ottobre, et anco maggiore al Natale et al marzo et aprile, noi
 
 
 
j^non vorremmo vendere fino � mezo ottobre, per non scapitare troppo.
 
 
 
Et perche anco questo anno una carestia grandissima et questa s
 
 
 
citt� � piena di poveri, et io sono il padre de'poveri, non ardisco
 
 
 
mandar fuora pi� che mille scudi per hora, et questo solo � necessa
 
 
 
rio per monacare le due figliole di m Marcello; anzi mi maravi-
 
 
 
glio che ci bisogni tanto, essendo la dote delle monache di
 
 
 
Ber
 
 
 
nardo cinquecento fiorini solamente. Onde bisognar� comperare sola
 
 
 
mente per mille scudi, � vero ohe ci aspettino per li altri mille,
 
 
 
et allora si potria pigliarne cento il mese dalla provisione di Ro
 
 
 
ma. Un dubio mi sovviene, che ho paura che, se m Marcello vende
 
 
 
tanta robba, esso poi con la sua famiglia non possa vivere, et pa
 
 
 
rer� che noi l'habbiamo impoverito. Per� V.S. consideri se fusse
 
 
 
bene fare anco � lui una vera charit� con monacargli una figliola
 
 
 
gratis, domandandogli cinquecento scudi et comprando del suo per
 
 
 
mille altri scudi; et allora saria pi� facile pigliar da Roma un po-
 
 
 
co di denari. Questo scrivo,supposto che stia in necessit�, che al
 
 
 
trimenti non pariaria di donargli niente, massime sapendo che lui
 
 
 
non anco per ringraziarmi, et � me non mancano poveri chi preve dere.
 
Mi maraviglio anco che V.S.voglia spendere in Colombelle, che
 
 
 
terra da niente, et bisogna spenderci assai in ingrassarla et non
 
 
 
se ne cava il seme. Per mio consiglio non compraria se non S.Gerva-
 
 
 
sio; ma faccia quello che gli pi� piace, iddio la conservi con tu^-
 
 
 
la la famiglia. Di Capua, li 18 di agosto 1604. Fratello aff^^� wn di V.S. / il Uard.Bellarmino�
 
 
 
Adresse comme de coutume.
 
 
 
(cachet pap.)
 
 
 
F.B.1. Autogr.
 
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Molto Ill.re Sig.r Fratello. Volentieri farò la carità doppia, come V.S. dice; ma perchè la nostra entrata sta nella vendita dei grani, e il prezzo è maggiore al tempo della semente, ciò è a mezzo ottobre, e anche maggiore al Natale e a marzo e aprile, noi non vorremmo vendere fino a mezzo ottobre, per non scapitare troppo. E perchè anche questo anno è una carestia grandissima e questa città è piena di poveri, e io sono il padre dei poveri, non ardisco mandar fuori più che mille scudi per ora, e questo solo è necessario per monacare le due figliole di m Marcello; anzi mi mraviglio che ci bisogni tanto, essendo la dote delle monache di Bernardo cinquecento fiorini solamente. Onde bisognarà comperare solamente per mille scudi, ovvero che ci aspettino per li altri mille, e allora si potria pigliarne cento il mese dalla provvigione di Roma. Un dubbio mi sovviene, che ho paura che, se m Marcello vende tanta roba, esso poi con la sua famiglia non possa vivere, e parerà che noi l'abbiamo impoverito. Però V.S. consideri se fosse bene fare anche a lui una vera carità con monacargli una figliola gratis, domandandogli cinquecento scudi e comprando del suo per mille altri scudi; e allora saria più facile pigliar da Roma un poco di denari. Questo scrivo, supposto che stia in necessità, che altrimenti non pariaria di donargli niente, massime sapendo che lui non è anco per ringraziarmi, e a me non mancano poveri a chi prevvedere.
Mi meraviglio anche che V.S. voglia spendere in Colombelle, che terra da niente, e bisogna spenderci assai in ingrassarla e non se ne cava il seme. Per mio consiglio non compraria se non S. Gervasio; ma faccia quello che gli più piace, Iddio la conservi con tutta la famiglia. Di Capua, li 18 di agosto 1604.
Fratello aff.mo di V.S. / il Card.Bellarmino