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Rome,21 septembre 1^19. Frangole Sacch�ni � Bellarmin.
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Ill.mo et R.mo S.re<lb/>
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Il luogo di Seneca è nell'ep. 26. al fine, con queste parole, egregia res est mortem condiscere. Supervacuum forsitan putas id discere, quo semel utendum est. Hoc est ipsum,quare meditari debeamus. Semper discendum est, quod an sciamus, experiri non possumus. Hora m'accorgo, che non mi restava tanto fedelmente alla memoria il concetto di Seneca, quanto mi dava occasione di formarsi quell'altro che l'imparare a ben morire è diff.le perchè valendo l'altre arti, per impararle, l'essercitio, e prattica, questa non si poteva imparare essercitandola. Al che però potrebbe dirsi, che la mortifi.ne è qualche essercitio della morte etc.<lb/>
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Il luogo di Seneca � nell'opra 26. al fine, con queste parole,
 
 
 
egregia res est mortem condiscere. Supervacuum forsitan putas id
 
 
 
discere, quo semel utendum est. Hoc est ipsum,quare meditar! de-
 
 
 
^Tbeamus. Semper discendum est, quod an sciamus,experiri non possu-
 
 
 
mus. Hora m'accorgo, che non mi restava tanto fedelmente alla me
 
 
 
moria il concetto di Seneca, quanto mi dava occasione di formar
 
 
 
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Nel libro de brevitate vitae il medes/o Seneca al fine del 0.6
 
 
 
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Con questo f� hum�liss/a riverenza � V.S.Ill/ma e mi racq/do alle
 
 
 
/^^sue S/te orationi. Di Casa � di 21.di %/bre 1619.
 
 
 
Di V.S.Ill/ma
 
 
 
hum�liss/o Servo in X�
 
 
 
Francesco Sacchini. All'Ill/mo et R/mo Sig/re 03s/mo,il S/r Cardinal Bellarmino.
 
 
 
Arch�v.di Stato. Roma. Gesuiti.Censupae librorum t.V fol.4.
 
 
 
 
 
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Ill.mo et R.mo S.re
Il luogo di Seneca è nell'ep. 26. al fine, con queste parole, egregia res est mortem condiscere. Supervacuum forsitan putas id discere, quo semel utendum est. Hoc est ipsum,quare meditari debeamus. Semper discendum est, quod an sciamus, experiri non possumus. Hora m'accorgo, che non mi restava tanto fedelmente alla memoria il concetto di Seneca, quanto mi dava occasione di formarsi quell'altro che l'imparare a ben morire è diff.le perchè valendo l'altre arti, per impararle, l'essercitio, e prattica, questa non si poteva imparare essercitandola. Al che però potrebbe dirsi, che la mortifi.ne è qualche essercitio della morte etc.
Nel libro de brevitate vitae il medes.o Seneca al fine del C.6 e principio del seguente hà alcune belle sentenza à proposito.
Con questo fò humiliss.a riverenza à V.S. Ill.ma e mi racc.do alle sue S.te orationi. Di Casa à di 21.di S.bre 1619.
Di V.S. Ill.ma
humiliss.o Servo in X.°
Francesco Sacchini.
All'Ill.mo et R.mo Sig.re oss.mo, il S.r Cardinal Bellarmino.