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Dalla benignità di V.S. Ill.ma riconosco il cortese uffitio dell'annuntio di buone feste, nel quale se bene mi ha prevenuto, non mi ha però avanzato nel pregargliele continuam.te dal S.re Dio piene per molti anni di ogni consola.ne et prosperità; così piaccia a S.D.M. di darmi attitudine di poterla servire come devo, et desidero. Conche baciandole hum.te la m.o della grata memoria, che tiene della servitù mia verso della persona sua, gli faccio riverenza. Di Roma il di 29 di Dec.re 1610.<lb/>
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Dalla benignità di V.S. Ill.ma riconosco il cortese uffitio dell'annuntio di buone feste, nel quale se bene mi ha prevenuto, non mi ha però avanzato nel pregargliele continuam.te dal S.re Dio piene per molti anni di ogni consola.ne et prosperità; così piaccia a S.D.M. di darmi attitudine di poterla servire come devo, et desidero. Conchè baciandole hum.te la m.o della grata memoria, che tiene della servitù mia verso della persona sua, gli faccio riverenza. Di Roma il di 29 di Dec.re 1610.<lb/>
 
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Ill.mo et R.mo Sig.r mio oss.mo
Dalla benignità di V.S. Ill.ma riconosco il cortese uffitio dell'annuntio di buone feste, nel quale se bene mi ha prevenuto, non mi ha però avanzato nel pregargliele continuam.te dal S.re Dio piene per molti anni di ogni consola.ne et prosperità; così piaccia a S.D.M. di darmi attitudine di poterla servire come devo, et desidero. Conchè baciandole hum.te la m.o della grata memoria, che tiene della servitù mia verso della persona sua, gli faccio riverenza. Di Roma il di 29 di Dec.re 1610.
Di V.S. Ill.ma et R.ma
humiliss.o et aff.mo servitore
il Card le Bellarmino.
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S.r Card.le di Givry. Vico.