Difference between revisions of "Francesco Manera/Manoscritti/FC 1922"

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FC 1922, in buono stato di conservazione, è un manoscritto cartaceo composto da nove unità codicologiche per un totale di 326 carte. Il codice è databile tra il 1820 e il 1850. Il testimone è composto principalmente da bifogli di vario formato, posti gli uni dentro gli altri in fascicoli non rilegati. L’unità codicologica 8 si distingue poiché composta da 5 fascicoli con rilegatura a corda. Le carte sono quasi nella loro totalità ripiegate a metà verticalmente. La scrittura è tendenzialmente disposta in colonna o doppia colonna, fanno eccezione le carte di dimensioni minori, oltre che le cc. 35r-42 (unità codicologica 4) e l’unità codicologica 8, in cui la scrittura si presenta a piena pagina. L’unità codicologica 6 include alcuni fogli di riuso, tra cui si segnalano: la c. 153v, in cui si legge: ''reverendo padre, Casa li 24 Mar 134'': lettera al padre Manera da parte di una donna, Luisa Brunelli Maroni, che giustifica l’assenza del figlio «Reverendissimo Padre. Perdonerà se mio figlio Raffaele è mancato per alcuni giorni alla scuola, mentre essendo assente il suo padre, convenegli adempiere alcuni suoi incarichi; la prego per tanto a non voler ciò attribuire a colpa, mentre mi dico sua obbligatissima serva Luisa Brunelli Maroni»”; la c. 128v in cui si legge “di casa 16 dicembre 1833”; la c. 149v, in cui si legge “Roma 25 giugno 1840”, data di una lettera indirizzata al Monsignor Polsinelli. L’intero codice è stato compilato da Francesco Manera. Una mano diversa è ravvisabile solo nell’unità ottava in cui è trascritto, da un copista non identificato, il testo Osservazioni sull’opera del signor Conte Giuseppe de Maistre intitolata Du Pape.
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Il manoscritto cartaceo F.C. 1922, in buono stato di conservazione, è composto da nove unità codicologiche per un totale di 326 carte. Il codice è databile tra il 1820 e il 1850. È costituito principalmente da bifogli di vario formato, posti gli uni dentro gli altri in fascicoli non rilegati. L’unità ottava si distingue dalle altre, poiché suddivisa in 5 fascicoli con rilegatura a corda. Le carte sono quasi nella loro totalità ripiegate a metà verticalmente. La scrittura è tendenzialmente disposta in colonna o doppia colonna, fanno eccezione le carte di dimensioni minori, oltre che le cc. 35r-42 (unità codicologica 4) e l’unità codicologica 8, in cui la scrittura si presenta a piena pagina. L’unità 6 include alcuni fogli di riuso, tra cui si segnala la c. 153v, in cui si legge: ''reverendo padre, Casa li 24 Mar 134'': lettera al padre Manera da parte di una donna, Luisa Brunelli Maroni. La donna così giustifica l’assenza del figlio:
L’unità codicologica 6 (da 121r a 175v) sembra essere suddivisa in due sezioni ben distinte: da c. 121r a c. 163v è composta da fogli di varia dimensione (mm. 145-283x100-205), filigrana e colore, alcuni di riuso, tutti in mano velox, quasi nella totalità in latino; da c. 164r a 175v sono invece presenti estratti da vari periodici in scrittura curata. Questo è aspetto tipico della pratica di studio maneriana, che alterna quaderni organizzati e in bella copia a carte disorganiche compilate velocemente con grafia a tratti anche di difficile decifrazione.  
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Un elemento caratterizzante del modus studiandi di Manera è anche nell’aspetto miscellaneo del manoscritto, in cui sono affiancati temi fortemente eterogenei. L’unità codicologica 1 include appunti di argomento letterario di vario genere: alle disquisizioni sul bello ideale di Giovan Battista Talia (c. 2v) e a una selezione di excerpta sull’armonia imitativa (4v), ne seguono altri relativi all’opera di Ariosto e all’articolazione del melodramma nel XVIII secolo (8v), a questi si aggiungono appunti sulla censura tratti da Breve saggio sulla letteratura italiana di Francesco Berengher per le alunne della real casa d’educazione ne’ miracoli (c. 6r). Le unità 2 e 6 sono l’esito di un sistematico e meticoloso spoglio effettuato da Manera sui periodici “Biblioteca italiana”, “Giornale arcadico”, “Diario di Roma” ed “Effemeridi letterarie”. Da questi il padre gesuita trascriveva i riferimenti bibliografici delle più recenti pubblicazioni italiane e internazionali, o citazioni di varia misura. La rassegna è fortemente multidisciplinare, come è tipico del sistema di conoscenze sette-ottocentesco. A titolo di esempio, si consideri che nella seconda unità estratti da una storia della Sicilia (cc. 14r-v) sono seguiti da tre riferimenti a trattati di medicina (cc. 14v-15v). L’unità terza è piuttosto organica dal punto di vista contenutistico, si compone infatti di un’apologia della Compagnia di Gesù, con particolare riferimento ai suoi meriti nel campo dell’educazione e all’impegno di eruditi che ne hanno preso parte. Le pagine contengono una serie di appunti che, a differenza da quanto accade nella maggioranza dei quaderni maneriani, non sono esclusivamente estratti da fonti specifiche.  
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''Reverendissimo Padre. Perdonerà se mio figlio Raffaele è mancato per alcuni giorni alla scuola, mentre essendo assente il suo padre, convenegli adempiere alcuni suoi incarichi; la prego per tanto a non voler ciò attribuire a colpa, mentre mi dico sua obbligatissima serva Luisa Brunelli Maroni.''
Le unità 4 e 5 sono di argomento linguistico-letterario e in esse è possibile, ancora una volta, individuare gli elementi tipici della pratica di studio maneriana, primo fra tutti la tendenza a creare dei piccoli dizionari che includono lemmi legati a uno specifico campo semantico. Tra carta 60r a 61v sono infatti incluse anche le definizioni di due gruppi di termini, di cui uno relativo al concetto di orrido (lemmi: istrado, orridi, orribili, stupro) e uno alla superbia (spanna, altiero, superbo, contendere, disputare). Contenuti affini sono presenti alle carte 102r-105v in cui sono inserite parole relative all’ambito della guerra e della tirannia (tiranno, battaglia, guerra, adirato). Esempi di uso sono tratti dalle opere di Filippo Villani, Petrarca, Brunetto Latini, Francesco Sacchetti. In maniera conforme a questa organizzazione sono presenti anche appunti di argomento linguistico, tra cui si segnala Monti, Proposta di alcune correzioni e aggiunte al Vocabolario della Crusca (1818), con citazione delle opere di Dante e Boccaccio.
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L’unità settimana contiene estratti di argomento teologico. L’ottava la trascrizione integrale di altra mano di Osservazioni sull’opera del signor Conte Giuseppe de Maeistre intitolata Du Pape, alla cui fine Manera appunta «Valgono poco, e le riflessioni sono sovente sofistiche» (315v). L’unità nove include estratti dall’opera Carlo Botta, Storia d’Italia continuata da quella del Guicciardini sino al 1814, 4 voll., 1824.
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Utili per la presenza di riferimenti cronologici sono anche: la c. 128v che reca il riferimento ''di casa 16 dicembre 1833''; la c. 149v, in cui si legge ''Roma 25 giugno 1840'', data di una lettera indirizzata al Monsignor Polsinelli. L’intero codice è stato compilato da Francesco Manera. Una mano diversa è ravvisabile solo nell’unità ottava in cui è trascritto, da un copista non identificato, il testo ''Osservazioni sull’opera del signor Conte Giuseppe de Maistre intitolata Du Pape''.
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L’unità codicologica 6 (da 121r a 175v) sembra essere suddivisa in due sezioni ben distinte: da c. 121r a c. 163v è composta da fogli di varia dimensione (mm. 145-283x100-205), filigrana e colore, alcuni di riuso, tutti in mano velox, quasi nella totalità in latino; da c. 164r a 175v sono invece presenti estratti da vari periodici, stilati in scrittura curata su un insieme uniforme di fogli. Questo è aspetto tipico della pratica di studio maneriana, che alterna quaderni organizzati e in bella copia a carte disorganiche compilate velocemente con grafia a tratti anche di difficile decifrazione.  
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Un elemento caratterizzante del ''modus studiandi'' di Manera è anche nell’aspetto miscellaneo del manoscritto, in cui sono affiancati temi fortemente eterogenei. L’unità codicologica 1 include appunti di argomento letterario di vario genere: alle disquisizioni sul bello ideale di Giovan Battista Talia (c. 2v) e a una selezione di ''excerpta'' sull’armonia imitativa (4v), ne seguono altri relativi all’opera di Ariosto e all’articolazione del melodramma nel XVIII secolo (8v); a questi si aggiungono appunti sulla censura tratti da ''Breve saggio sulla letteratura italiana di Francesco Berengher per le alunne della real casa d’educazione ne’ miracoli'' (c. 6r). Le unità 2 e 6 sono l’esito di un sistematico e meticoloso spoglio effettuato da Manera sui periodici "Biblioteca italiana”, “Giornale arcadico”, “Diario di Roma” ed “Effemeridi letterarie”. Da questi il padre gesuita trascriveva i riferimenti bibliografici delle più recenti pubblicazioni italiane e internazionali, o citazioni di varia misura. La rassegna è fortemente multidisciplinare, come è tipico del sistema di conoscenze sette-ottocentesco. A titolo di esempio, si consideri che nella seconda unità estratti da una storia della Sicilia (cc. 14r-v) sono seguiti da tre riferimenti a trattati di medicina (cc. 14v-15v). L’unità terza è, invece, piuttosto organica dal punto di vista contenutistico, si compone infatti di un’apologia della Compagnia di Gesù, con particolare riferimento ai suoi meriti nel campo dell’educazione e all’impegno di eruditi che ne hanno preso parte. Le pagine contengono una serie di appunti che, a differenza da quanto accade nella maggioranza dei quaderni maneriani, non sono esclusivamente estratti da fonti specifiche.  
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Le unità 4 e 5 sono di argomento linguistico-letterario e in esse è possibile, ancora una volta, individuare gli elementi tipici della pratica di studio maneriana, primo fra tutti la tendenza a creare dei piccoli dizionari che includono lemmi legati a uno specifico campo semantico. Tra carta 60r e 61v sono infatti incluse anche le definizioni di due gruppi di termini rispettivamente relativi al campo semantico dell'orrido (lemmi: istrado, orridi, orribili, stupro) e della superbia (spanna, altiero, superbo, contendere, disputare). Contenuti affini sono presenti alle carte 102r-105v in cui sono inserite parole tratte dall’ambito lessicale della guerra e della tirannia (tiranno, battaglia, guerra, adirato). Esempi di uso sono tratti dalle opere di Filippo Villani, Petrarca, Brunetto Latini, Francesco Sacchetti. In maniera conforme a questa organizzazione sono presenti anche appunti di argomento linguistico, tra cui si segnala Monti, ''Proposta di alcune correzioni e aggiunte al Vocabolario della Crusca'' (1818), con citazione delle opere di Dante e Boccaccio.
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L’unità settima contiene estratti di argomento teologico. L’ottava una trascrizione integrale di mano non identificata delle ''Osservazioni sull’opera del signor Conte Giuseppe de Maeistre intitolata Du Pape'', alla cui fine Manera appunta «Valgono poco, e le riflessioni sono sovente sofistiche» (315v). L’unità nove include estratti dall’opera di Carlo Botta ''Storia d’Italia continuata da quella del Guicciardini sino al 1814'' (1824).
  
  

Latest revision as of 13:28, 19 July 2021



Il manoscritto cartaceo F.C. 1922, in buono stato di conservazione, è composto da nove unità codicologiche per un totale di 326 carte. Il codice è databile tra il 1820 e il 1850. È costituito principalmente da bifogli di vario formato, posti gli uni dentro gli altri in fascicoli non rilegati. L’unità ottava si distingue dalle altre, poiché suddivisa in 5 fascicoli con rilegatura a corda. Le carte sono quasi nella loro totalità ripiegate a metà verticalmente. La scrittura è tendenzialmente disposta in colonna o doppia colonna, fanno eccezione le carte di dimensioni minori, oltre che le cc. 35r-42 (unità codicologica 4) e l’unità codicologica 8, in cui la scrittura si presenta a piena pagina. L’unità 6 include alcuni fogli di riuso, tra cui si segnala la c. 153v, in cui si legge: reverendo padre, Casa li 24 Mar 134: lettera al padre Manera da parte di una donna, Luisa Brunelli Maroni. La donna così giustifica l’assenza del figlio:

Reverendissimo Padre. Perdonerà se mio figlio Raffaele è mancato per alcuni giorni alla scuola, mentre essendo assente il suo padre, convenegli adempiere alcuni suoi incarichi; la prego per tanto a non voler ciò attribuire a colpa, mentre mi dico sua obbligatissima serva Luisa Brunelli Maroni.

Utili per la presenza di riferimenti cronologici sono anche: la c. 128v che reca il riferimento di casa 16 dicembre 1833; la c. 149v, in cui si legge Roma 25 giugno 1840, data di una lettera indirizzata al Monsignor Polsinelli. L’intero codice è stato compilato da Francesco Manera. Una mano diversa è ravvisabile solo nell’unità ottava in cui è trascritto, da un copista non identificato, il testo Osservazioni sull’opera del signor Conte Giuseppe de Maistre intitolata Du Pape. L’unità codicologica 6 (da 121r a 175v) sembra essere suddivisa in due sezioni ben distinte: da c. 121r a c. 163v è composta da fogli di varia dimensione (mm. 145-283x100-205), filigrana e colore, alcuni di riuso, tutti in mano velox, quasi nella totalità in latino; da c. 164r a 175v sono invece presenti estratti da vari periodici, stilati in scrittura curata su un insieme uniforme di fogli. Questo è aspetto tipico della pratica di studio maneriana, che alterna quaderni organizzati e in bella copia a carte disorganiche compilate velocemente con grafia a tratti anche di difficile decifrazione. Un elemento caratterizzante del modus studiandi di Manera è anche nell’aspetto miscellaneo del manoscritto, in cui sono affiancati temi fortemente eterogenei. L’unità codicologica 1 include appunti di argomento letterario di vario genere: alle disquisizioni sul bello ideale di Giovan Battista Talia (c. 2v) e a una selezione di excerpta sull’armonia imitativa (4v), ne seguono altri relativi all’opera di Ariosto e all’articolazione del melodramma nel XVIII secolo (8v); a questi si aggiungono appunti sulla censura tratti da Breve saggio sulla letteratura italiana di Francesco Berengher per le alunne della real casa d’educazione ne’ miracoli (c. 6r). Le unità 2 e 6 sono l’esito di un sistematico e meticoloso spoglio effettuato da Manera sui periodici "Biblioteca italiana”, “Giornale arcadico”, “Diario di Roma” ed “Effemeridi letterarie”. Da questi il padre gesuita trascriveva i riferimenti bibliografici delle più recenti pubblicazioni italiane e internazionali, o citazioni di varia misura. La rassegna è fortemente multidisciplinare, come è tipico del sistema di conoscenze sette-ottocentesco. A titolo di esempio, si consideri che nella seconda unità estratti da una storia della Sicilia (cc. 14r-v) sono seguiti da tre riferimenti a trattati di medicina (cc. 14v-15v). L’unità terza è, invece, piuttosto organica dal punto di vista contenutistico, si compone infatti di un’apologia della Compagnia di Gesù, con particolare riferimento ai suoi meriti nel campo dell’educazione e all’impegno di eruditi che ne hanno preso parte. Le pagine contengono una serie di appunti che, a differenza da quanto accade nella maggioranza dei quaderni maneriani, non sono esclusivamente estratti da fonti specifiche. Le unità 4 e 5 sono di argomento linguistico-letterario e in esse è possibile, ancora una volta, individuare gli elementi tipici della pratica di studio maneriana, primo fra tutti la tendenza a creare dei piccoli dizionari che includono lemmi legati a uno specifico campo semantico. Tra carta 60r e 61v sono infatti incluse anche le definizioni di due gruppi di termini rispettivamente relativi al campo semantico dell'orrido (lemmi: istrado, orridi, orribili, stupro) e della superbia (spanna, altiero, superbo, contendere, disputare). Contenuti affini sono presenti alle carte 102r-105v in cui sono inserite parole tratte dall’ambito lessicale della guerra e della tirannia (tiranno, battaglia, guerra, adirato). Esempi di uso sono tratti dalle opere di Filippo Villani, Petrarca, Brunetto Latini, Francesco Sacchetti. In maniera conforme a questa organizzazione sono presenti anche appunti di argomento linguistico, tra cui si segnala Monti, Proposta di alcune correzioni e aggiunte al Vocabolario della Crusca (1818), con citazione delle opere di Dante e Boccaccio. L’unità settima contiene estratti di argomento teologico. L’ottava una trascrizione integrale di mano non identificata delle Osservazioni sull’opera del signor Conte Giuseppe de Maeistre intitolata Du Pape, alla cui fine Manera appunta «Valgono poco, e le riflessioni sono sovente sofistiche» (315v). L’unità nove include estratti dall’opera di Carlo Botta Storia d’Italia continuata da quella del Guicciardini sino al 1814 (1824).


Il link alla trascrizione è il seguente:
Index:FC_1922.pdf