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Rome,12 mai 1607. Bellarmin � son fr�re Thomas.
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Molto ill.re Sig.r fratello. La licenza per cavar le figliole dal monastero si manderà quando si sarà ottenuta dalla congregazione. Io desideravo che si allevassero in Bernardo, perchè gli venisse spirito di farsi monache in quel luogo, che è monastero riformato e non vi è la proprietà. In S.to Girolamo per mio consiglio non si farà monaca nessuna delle nostre, e credo che se Ippolita comincia a parlare di esser monaca, deve intendere di Girolamo, dove già è stata qualche tempo e ha preso qualche amicizia.<lb/>
 
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II domandar la croce di s.to Giacomo massime con pensione è troppo presto; bisogna prima che i figlioli crescano e abbiano qualche poco di abilità. Quando il Sig.r Giulio Ricci, che sia in gloria, ebbe la pensione di Spagna con la croce di s.to Giacomo, aveva 27 anni di età, e il duca di Savoia non avrebbe per certo dato il prioraro di s.to Andrea e fatto tante dispense ad un putto di sei anni, se non era la paura che io rinunciassi il priorato a qualche clerico, Ne papa Marcello volle mai impetrare per i suoi nipoti ne croce ne pensione, sebbene erano già di anni quindici. Si che V.S. si riposi, perchè ci è tempo assai da pensare a queste cose. Gli rimando le sue scritture. Con questo saluto tutti. Di Roma li 12 di maggio 1607.
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fratello aff.mo di V.S.
 
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/ Molto ili Sig fratello. La licenza per cavar le figliole
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E bene di sollecitare la vendita del podere di Angelo, a ciò si paghino i suoi debiti.
 
 
dal monasterio si mandar� quando si sar� ottenuta dalla congrega-
 
 
 
tione. Io desideravo che si allevassero in
 
 
 
Bernardo, perche
 
 
 
gli venisse spirito di farsi monache in quel luogo, che � monas-
 
 
 
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II domandar la croce di s^� Giacomo massime con pensione
 
 
 
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priorato qualche clerico, ^e papa Marcello volse mai impetrare
 
 
 
per i suoi nipoti ne croce ne pensione, se bene erano gi� di anni
 
 
 
quindici. Si che V.S. si riposi, perche ci tempo assai da pensa-
 
 
 
re � queste cose. Gli rimando le sue scritture. Con questo salu
 
 
 
to tutti. Di Roma li 12 di maggio 1607.
 
 
 
fratello aff^^ di V.S.
 
 
 
il card.Bellarmino
 
 
 
B bene di sollecitare la vendita del podere di Angelo, � ci� si paghino li suoi debiti.
 
 
 
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Molto ill.re Sig.r fratello. La licenza per cavar le figliole dal monastero si manderà quando si sarà ottenuta dalla congregazione. Io desideravo che si allevassero in Bernardo, perchè gli venisse spirito di farsi monache in quel luogo, che è monastero riformato e non vi è la proprietà. In S.to Girolamo per mio consiglio non si farà monaca nessuna delle nostre, e credo che se Ippolita comincia a parlare di esser monaca, deve intendere di Girolamo, dove già è stata qualche tempo e ha preso qualche amicizia.
II domandar la croce di s.to Giacomo massime con pensione è troppo presto; bisogna prima che i figlioli crescano e abbiano qualche poco di abilità. Quando il Sig.r Giulio Ricci, che sia in gloria, ebbe la pensione di Spagna con la croce di s.to Giacomo, aveva 27 anni di età, e il duca di Savoia non avrebbe per certo dato il prioraro di s.to Andrea e fatto tante dispense ad un putto di sei anni, se non era la paura che io rinunciassi il priorato a qualche clerico, Ne papa Marcello volle mai impetrare per i suoi nipoti ne croce ne pensione, sebbene erano già di anni quindici. Si che V.S. si riposi, perchè ci è tempo assai da pensare a queste cose. Gli rimando le sue scritture. Con questo saluto tutti. Di Roma li 12 di maggio 1607. fratello aff.mo di V.S. il card. Bellarmino
E bene di sollecitare la vendita del podere di Angelo, a ciò si paghino i suoi debiti.