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Rome,15 avr�l 1606.
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Molto Ill.re Sig.r Fratello. Rispondo al Sig Guido conforme all'informazione datami da V.S. Il monaco Silvestrino già deve esser così. Sarà bene ultimare questo negozio d'accordo. Al Sig.r Lelio Mancini non ho dato niente, perchè credevo che, essendo solo e avendo l'officio di avocare, non avesse bisogno di niente; e anche perchè non mi ha domandato niente. Quando mi sarà fatta istanza, che gli dia qualche cosa, non mancherò usare la carità, come ho fatto con gli altri. Ho mandato la lettera al Sig.r card. Madruzzo insieme con un'altra mia, nella quale lo ringrazio. Quanto al mettere in ordine Gasparre, già ho scritto che si aiuti con quelli denari che sono in mano del cavaliere Vignanese. Io credo che per il principio Gasparre dovrebbe entrare per aiutante di camera, perchè così avrebbe non solo il vitto, ma anche il vestito dal Cardinale, ne è vergogna esser aiutante di camera di un principe come è il card. Madruzzo; e qua ancora il card. Farnese e altri simili grandi tengano aiutanti di camera nobili; altrimenti bisognerà che ci rimetta assai di casa se vorrà stare da gentiluomo. E sebbene io gli avevo promesso tre scudi il mese accomodandosi in Roma, non dimeno avendo speso poi per lui in un mese molti scudi e dandogli ora parecchi altri scudi per mettersi in ordine, non pretendo farci altro. Il duca di Savoia mi ha scritto che mi darebbe il possesso del priorato, ma che desiderava che io promettessi di rinunciare subito il titolo al Sig.r conte della Bastia, che ha una gran croce, non ritenermi tutti i frutti. Io gli rispondo che queste promesse sono contro i sacri canoni; e che però non ci posso consentire; e supplico Sua Altezza che mi dia il possesso libero conforme alle bolle, e poi ci sarà tempo di trattare di rinunciar a qualche cavaliere, o se io morirò prima, sarà in mano di S.A. di dare il priorato a chi gli piacerà; perchè per morte mia diverrà subito commenda della religione. Altro non mi occorre. Di Roma li 15 d'aprile
 
 
Bellarmin � son fr�re Thomas.
 
 
 
568
 
 
 
/ Molto 111 Sig Fratello. Rispondo al Sig Guido conforme
 
all'informatione datami da V.S. Il monaco Silvestrino gi� dee es ser costi. Sar� bene ultimare questo negotio d'accordo. Al Sig^ Lelio Mancini non h� dato niente, perche credevo che, essendo solo ^^'et havendo l'offitio di avocare, non havesse bisogno di niente; et anco perche non mi ha domandato niente. Quando mi sar� fatta instan za, che gli dia qualche cosa, non mancar� usare la charit�, come ho fatto con gl'altri. Ho mandato la lettera al Sig^ card.Madruzzo insieme con un'altra mia, nella quale lo ringrazio. Quanto al mettere in ordine Gasparre, gi� ho scritto che si aiuti con quelli de nari che sono in mano del cavaliere vignanese. Io credo che per il principio Gasparre doveria entrare per aiutante di camera, perche cosi haveria non solo il vitto, ma anco il vestito dal Cardinale, ne vergogna esser aiutante di camera di un principe come il card.Madruzzo; et qua ancora il card.Farnese et altri simili gran di tengano aiutanti di camera nobili; altrimenti bisognar� che ci rimetta assai di casa se vorr� stare da gentil'huomo. Ft se bene io gl'havevo promesso tre scudi il mese accomodandosi in Roma, non dimeno havendo speso poi per lui in un mese molti scudi et dandogli hora parechi altri scudi per mettersi in ordine, non pretendo far ci altro. Il duca di Savoia mi ha scritto che mi daria il possesso del priorato, ma che desiderava che io promettesse di renuntiar subito il titolo al Sig conte della Bastia, che ha una gran croce, non ritenermi tutti li frutti. Io gli rispondo che queste promesse sono centra li sacri canoni; et che per� non ci posso consentire; et supplico Sua Altezza che mi dia il possesso libero conforme alle bolle, et poi ci sar� tempoi di trattare di renuntiar � qualche ca valiere, se io merit� prima, sar� in mano di S.A. di dare il prie rato � chi gli piacer�; perche per morte mia diverr� subito commenda della religione. Altro non mi occorre. Di Roma li 15 d'aprile F.B.1. Lettere orig. ( fin et adresse de solito.)
 
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Molto Ill.re Sig.r Fratello. Rispondo al Sig Guido conforme all'informazione datami da V.S. Il monaco Silvestrino già deve esser così. Sarà bene ultimare questo negozio d'accordo. Al Sig.r Lelio Mancini non ho dato niente, perchè credevo che, essendo solo e avendo l'officio di avocare, non avesse bisogno di niente; e anche perchè non mi ha domandato niente. Quando mi sarà fatta istanza, che gli dia qualche cosa, non mancherò usare la carità, come ho fatto con gli altri. Ho mandato la lettera al Sig.r card. Madruzzo insieme con un'altra mia, nella quale lo ringrazio. Quanto al mettere in ordine Gasparre, già ho scritto che si aiuti con quelli denari che sono in mano del cavaliere Vignanese. Io credo che per il principio Gasparre dovrebbe entrare per aiutante di camera, perchè così avrebbe non solo il vitto, ma anche il vestito dal Cardinale, ne è vergogna esser aiutante di camera di un principe come è il card. Madruzzo; e qua ancora il card. Farnese e altri simili grandi tengano aiutanti di camera nobili; altrimenti bisognerà che ci rimetta assai di casa se vorrà stare da gentiluomo. E sebbene io gli avevo promesso tre scudi il mese accomodandosi in Roma, non dimeno avendo speso poi per lui in un mese molti scudi e dandogli ora parecchi altri scudi per mettersi in ordine, non pretendo farci altro. Il duca di Savoia mi ha scritto che mi darebbe il possesso del priorato, ma che desiderava che io promettessi di rinunciare subito il titolo al Sig.r conte della Bastia, che ha una gran croce, non ritenermi tutti i frutti. Io gli rispondo che queste promesse sono contro i sacri canoni; e che però non ci posso consentire; e supplico Sua Altezza che mi dia il possesso libero conforme alle bolle, e poi ci sarà tempo di trattare di rinunciar a qualche cavaliere, o se io morirò prima, sarà in mano di S.A. di dare il priorato a chi gli piacerà; perchè per morte mia diverrà subito commenda della religione. Altro non mi occorre. Di Roma li 15 d'aprile