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Capone,1 septembre 1618. D.Sebast.Civita � Bellarmin. 4537
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/ Ill/mo et Rev/mo Sig/re padrone colend/mo Rieri venerd� mi fu consignata una di V.S.Ill/ma, nella quale
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Hieri venerdì mi fu consignata una di V.S. Ill.ma, nella quale mi comanda ohe consegni al P.D. Honofrio vicario del monasterio de' Celestini di Capua il grano raccolto questo anno dall'Abbadia et altri frutti insieme con le scritture; e perche il mio intento non preme in altro che in servire et obedire alli ordini di V.S. Ill.ma, non tantosto ritornerà il detto Padre di Napoli, dove al presente si ritrova, che esseguirò quanto da V.S. Ill.ma mi vien comandato.<lb/>
mi comanda ohe consegni al P.D.Honofrio vicario del monasterio de' Celestini di Capua il grano raccolto questo anno dall'Abbadia et jTaltri frutti insieme con le scritture; e perche il mio intento non preme in altro che in servire et obedire alli ordini di V.S. Ill/ma, non tantosto ritorner� il detto Padre di Napoli, dove al presente si ritrova, che esseguir� quanto da V.S.Ill/ma mi vien comandato.
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Ma perche nel principio della sua asserisce essersi risoluto di mutar economo,per la poca rendila dell'Abbadia, volendo esperimentare se in mano d'altri renderà il solito frutto di mille scudi sin come per prima s'affittava, pertanto,volendo procedere con V.S. Ill.ma sicome sempre proceduto con chiarezza e fedeltà, mando l'inclusa nota, nella quale si contengono sei anni di mio servitio. La supplico per premio della mia divota servitù, quando meno si ritroverà occupata,darci un'occhiata, perchè vederà V.S. Ill.ma che in detti sei anni si sono cavati di frutto dal la detta Abbadia docati settemila centonovantanove, tari tre e grana cinque e mezo, quali divisi in sei, viene ogni anno l'entrata docati mille cento novantanove e tari due, oltre che si sono dispensate ogni anno tomola 14 di grano che non s'includeno in detta somma. E di detta quantità d'entrate percette anno per anno dato conto per tutto il 1617 et son pronto à ripeterlo quante volte V.S. Ill.ma non si sentirà ben sodisfatta di esso, e di venir à mie spese à Roma à tal effetto. Si che la lettera inviatami m'ha dato non poco da dubitare che altri per farsi bello con V.S. Ill.ma habbia voluto pregiudicare alla mia sincera servitù, sapendo di certo che in mia mano s'è fatto non poco avanzo di rendita ogni anno, come appare dall'inclusa nota. Scrivo in questo modo perchè mi viene da V.S. Ill.ma scritto che da qualche tempo in quà si sia
Ma perche nel principio della sua asserisce essersi risoluto di mutar economo,per la poca rendila dell'Abbadia, volendo espeirimentare se in mano d'altri render� il solito frutto di mille scudi sin come per prima s'affittava, pertanto,volendo procedere con V.S.Ill/ma sicome h� sempre proceduto con chiarezza e fedel^^Tt�, mando l'inclusa nota, nella quale si contengono sei anni di mio servitio. La supplico per premio della mia divota servit�, quando meno si ritrover� occupata,darci un'occhiata, perch� veder� V.S.Ill/ma che in detti sei anni si sono cavati di frutto dal la detta Abbadia docati settemila centonovantanove, tari tre e grana cinque e mezo, quali divisi in sei, viene ogni anno l'entra ta docati mille cento novantanove e tari due, oltre che si sono dispensate ogni anno tomola 14 di grano che non s'includeno in detta aomma. E di detta quantit� d'entrate percette anno per anno h� dato conto per tutto il 1617 et son pronto ripeterlo quante ^^*volte V.S.Ill/ma non si sentir� ben sodisfatta di esso, e di venir mie spese Roma tal effetto. Si che la lettera inviatami m'ha dato non poco da dubitare che altri per farsi bello con V.S.Ill/ma habbia voluto pregiudicare alla mia sincera servit�, sapendo di certo che in mia mano s'fatto non poco avanzo di rendita ogni anno, come appare dall'inclusa nota. Scrivo in questo modo perch� mi viene da V.S.Ill/ma scritto che da qualche tempo in qu� si sia
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Ill.mo et Rev.mo Sig.re padrone colend.mo
Hieri venerdì mi fu consignata una di V.S. Ill.ma, nella quale mi comanda ohe consegni al P.D. Honofrio vicario del monasterio de' Celestini di Capua il grano raccolto questo anno dall'Abbadia et altri frutti insieme con le scritture; e perche il mio intento non preme in altro che in servire et obedire alli ordini di V.S. Ill.ma, non tantosto ritornerà il detto Padre di Napoli, dove al presente si ritrova, che esseguirò quanto da V.S. Ill.ma mi vien comandato.
Ma perche nel principio della sua asserisce essersi risoluto di mutar economo,per la poca rendila dell'Abbadia, volendo esperimentare se in mano d'altri renderà il solito frutto di mille scudi sin come per prima s'affittava, pertanto,volendo procedere con V.S. Ill.ma sicome hò sempre proceduto con chiarezza e fedeltà, mando l'inclusa nota, nella quale si contengono sei anni di mio servitio. La supplico per premio della mia divota servitù, quando meno si ritroverà occupata,darci un'occhiata, perchè vederà V.S. Ill.ma che in detti sei anni si sono cavati di frutto dal la detta Abbadia docati settemila centonovantanove, tari tre e grana cinque e mezo, quali divisi in sei, viene ogni anno l'entrata docati mille cento novantanove e tari due, oltre che si sono dispensate ogni anno tomola 14 di grano che non s'includeno in detta somma. E di detta quantità d'entrate percette anno per anno hò dato conto per tutto il 1617 et son pronto à ripeterlo quante volte V.S. Ill.ma non si sentirà ben sodisfatta di esso, e di venir à mie spese à Roma à tal effetto. Si che la lettera inviatami m'ha dato non poco da dubitare che altri per farsi bello con V.S. Ill.ma habbia voluto pregiudicare alla mia sincera servitù, sapendo di certo che in mia mano s'è fatto non poco avanzo di rendita ogni anno, come appare dall'inclusa nota. Scrivo in questo modo perchè mi viene da V.S. Ill.ma scritto che da qualche tempo in quà si sia
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