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Ill.<sup>mo</sup> et Rev.<sup>mo</sup> Signore e Padrone mio colendissimo.<br>
Salerno,27 ju�ll.l6l4. Petro M.Sal�mbeni a Bellarmin.
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Sono tanti li favori che m'ha fatto e le fatighe che s'è pigliata per me, mercè di sua molta bontà, ch'io son forzato à restarle per sempre obligatissimo, potendo altro con lei, pregherò Sua Div.<sup>a</sup> Maestà che la ricambi per me. Nel resto qua sentiamo caldi a eccessivi e tali ch'io penso per un'altra state di portarmi altrove, se troverò luogo più temperato. Nè però credo io che à Roma habbiano freddo, se non quanto se ne prucurano con la neve come facciamo noi. S'aiutano anco questi Signori con certe conserve che fanno di zuccaro con rose, e con certe altre paste di succaro pur con rose. Però, havendole eglino in stima, ho resoluto farne parte à V.S. Ill.<sup>ma</sup> come di frutto di questi paesi. Forse à Napoli haverebbono fabricato cose megliori; ma non haverebbe ella gustato di ciò che si fà à Salerno, dove io mi sono bene fidato sopra la diligenza di mio signor [[Semantic content::Infirmitas|medico]], quale s'ha pigliato peso di farmi sinceramente servire. Sono chiusi in una scatola nove barattoli di conserva di zuccaro con rose e dodici pistre, così le chiamano: sei, le più alte, sono con rose, che qua l'usano nel caldo del giorno con acqua fresca; l'altre sei più sottili sono composte con alcuni ingredienti medicinali, giovevoli assai, come dicono, per le distillationi et catarri, che qua chiamano descensi.<br>
 
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Desideravo che venissero più presto, ma non ho potuto; e ad ogni modo alla poca quantità che ne mando sarà, credo, soverchio il caldo che ci resta. Se saranno à suo gusto e se le parrà ch'io sia stato servito, à tempo nuovo potremo meglio e piu provedercene; per ora scusimi appo lei la poca pratica che ho del lavoro e del paese.<br>
3Q53
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Ho ordenato che si faccia ogni diligenza acciò venghino bene conditionate; bisogna però tutta via ch'io mi rimetta alla discretione delli vetturali, i quali non sempre fanno l'uffitii come promettono; pero, se qualche cosa si rompesse, nascerà dalla gattiva lor cura.
 
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/ Ill/mo et Rev/mo Signore e Padrone mio colendissimo. Sono tanti li favori che m'ha fatto e le fatighe che s'� piglia
 
ta per me, merc� di sua molta bont�, ch'io son forzato restarle per sempre obligatissimo,n� potendo altro con lei, pregher� Sia Div^^
 
 
 
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/^^signor medico, quale s(ha pigliato peso di farmi sinceramente servi re. Sono chiusi in una scatola nove barattoli di conserva di zuccaro con rose e dodici pistre, cos� le chiamano: sei,le pi� alte, so no con rose, che qua l'usano nel caldo del giorno con acqua fresca; 1 'altre sei pi� sottili sono composte con alcuni ingredienti medi-
 
^^cinali, giovevoli assai, come dicono, per le distillationi et ca tarri, che qua chiamano descensi. Desideravo che venissero pi� presto, ma non ho potuto; e ad ogni modo alla poca quantit� che ne mando sar�,credo, soverchio il caldo ohe ci resta. Se saranno suo gusto e se le parr� ch'io sia stato
 
;^Tservito, tempo nuovo potremo meglio e piu provedercene; per ora scusimi appo lei la poca pratica che ho del lavoro Rei del paese. Ho ordenato che si faccia ogni diligenza acci� venghino bene conditionate; bisogna per� tuuta via ch'io mi rimetta alla discretione delli vetturali, i quali non sempre fanno l'uffitii come promettono; pero, se qualche cosa si rompesse, nascer� dalla gattiva lor cura.
 
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Ill.mo et Rev.mo Signore e Padrone mio colendissimo.
Sono tanti li favori che m'ha fatto e le fatighe che s'è pigliata per me, mercè di sua molta bontà, ch'io son forzato à restarle per sempre obligatissimo, nè potendo altro con lei, pregherò Sua Div.a Maestà che la ricambi per me. Nel resto qua sentiamo caldi a eccessivi e tali ch'io penso per un'altra state di portarmi altrove, se troverò luogo più temperato. Nè però credo io che à Roma habbiano freddo, se non quanto se ne prucurano con la neve come facciamo noi. S'aiutano anco questi Signori con certe conserve che fanno di zuccaro con rose, e con certe altre paste di succaro pur con rose. Però, havendole eglino in stima, ho resoluto farne parte à V.S. Ill.ma come di frutto di questi paesi. Forse à Napoli haverebbono fabricato cose megliori; ma non haverebbe ella gustato di ciò che si fà à Salerno, dove sò io mi sono bene fidato sopra la diligenza di mio signor medico, quale s'ha pigliato peso di farmi sinceramente servire. Sono chiusi in una scatola nove barattoli di conserva di zuccaro con rose e dodici pistre, così le chiamano: sei, le più alte, sono con rose, che qua l'usano nel caldo del giorno con acqua fresca; l'altre sei più sottili sono composte con alcuni ingredienti medicinali, giovevoli assai, come dicono, per le distillationi et catarri, che qua chiamano descensi.
Desideravo che venissero più presto, ma non ho potuto; e ad ogni modo alla poca quantità che ne mando sarà, credo, soverchio il caldo che ci resta. Se saranno à suo gusto e se le parrà ch'io sia stato servito, à tempo nuovo potremo meglio e piu provedercene; per ora scusimi appo lei la poca pratica che ho del lavoro e del paese.
Ho ordenato che si faccia ogni diligenza acciò venghino bene conditionate; bisogna però tutta via ch'io mi rimetta alla discretione delli vetturali, i quali non sempre fanno l'uffitii come promettono; pero, se qualche cosa si rompesse, nascerà dalla gattiva lor cura.
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