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Ill.ri et m.to R.di Signori. Alla lettera delle Sigg.VV. dalli cinque del presente non ho fin'hora dato risposta, perche volevo prima sapere il parere del Sig.or Vicario di costì, et se i cappellani si contentavano di quello che si proponeva di dargli un salario stabile. Hora io rispondo risolutamente, che non posso in conto veruno condescendere a questo, che li cappellani non habbino la meta di quello che ha un canonico di sua parte di distribuzione. Primo perché questa è una delle parti sustantiali delle constitutioni di Papa Marcello, et non repugna allo stato di chiesa cathedrale. 2<sup>o</sup>, perché N.S.r non approvaria questa mutazione, perché fa gran conto del giuditio di quel grand'uomo, et io gl'ho detto che non si muta niente, se non sia contrario allo stato di chiesa cathedrale e alle riforme del concilio. Messale, Breviario, ceremoniale et simili. 3<sup>o</sup> perché li cappellani si potriano giustamente querelare et appellare al Papa, et gli saria fatta ragione, et così in cambio di metter pace nasceriano nuove discordie. 4<sup>o</sup> perché questa usanza, che i cappellani perpetui siano come mezi canonici, si osserva nella chiesa di S.Pietro di Roma et in altre con molta pace. 5<sup>o</sup>, perché voler dare ai cappellani un salario certo, non è altro che redurli pian piano a cappellani amobili ad nutum, et che non habbino il benefitio in titulo, ma siano semplici serventi: il che è tanto contrario alle constitutioni di Papa Marcello, che non si può dir più; et non sta bene a me, che sono suo nipote, il guastarle. <lb/>Però conchiudo, che se le Sigg.VV. si contentano di queietarsi
Rome,25 janv.16l4. Bellarmin au chapitre de la cath�drale Mnntegulciano^____________________
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al parer mio, io quanto prima darò le constitutioni con la riforma a N. Sig.re et approvate dalla S.tà sua, le manderà costa. Se non si contentano, l'avisino subito, et io procurerò che N. S. si contenti l'autorità, che ha data a me, transferirla al Sig.or Ugo e a Monsig.or Vescovo, et io mi ritirerò. Et se non vorrà transferirla, farò quanto la S.tà sua comanderà. Et mi faranno piacere pigliar'in bene questa mia resolutione; et che finiamo una volta questo negotio. Et alle Sigg.VV. mi racomando con pregargli da Dio ogni contento. Di Roma li 25 di Gennaro 1614.
/ Ill/ri et ^/to R/di Signori. Alla lettera delle Sigg.VV. dalli cinque del presente non ho fin'hora dato risposta, perche volevo prima sapere il parere del Sig/or Vicario di cost�, et se i cappel lani si contentavano di quello che si proponeyva di dargli un sala-
 
J*rio stabile. Mora io rispondo risolutamente, che non posso in conto veruno condescendere questo, che li cappellani non habbino la met� di quello che ha un canonico di sua parte di distribuzione. Primo perche questa e una delle parti sustantiali delle constitutioni di Papa Marcello, et non repugna allo stato di chiesa cathedrale. 2�, perche N.S/r non approvaria questa mutazione, perche fa gran conto del giuditio di quel grand'huomo, et io gl'ho datto che non si muta niente, se non sia contrario allo stato di chiesa cathedrale � al le riforme del concilio. Messale,Breviario, ceremoniale et simili. 3�, perche li cappellani si potriano giustamente querelare et ap-
 
/y*pellare al Papa, et gli saria fatta ragione, et cosi in cambio di metter pace nasceriano nuove discordie. 4^, perche questa usanza, che i cappellani perpetui siano come mezi canonici, si osserva nel la chiesa di S.Pietro di Roma et in altre con molta pace. 5�, per che voler dare cappellani un salario certo, non altro che re-
 
^Vdurli pian piano cappellani amobili ad nutum, et che non habbino il benefitio in titulo, ma siano semplici serventi: il che tanto contrario alle constitutioni� di Papa Marcello, che non si pu� dir piu; et non sta bene me,che sono suo nipote, il guastarle. Per� conchiudo, ohe se le Sigg.VV. si contentano di queietarsi
 
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;omando con pregargli da Dio ogni contento.Di Roma li 25 di Gennaro 1614.
 
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Ill.ri et m.to R.di Signori. Alla lettera delle Sigg.VV. dalli cinque del presente non ho fin'hora dato risposta, perche volevo prima sapere il parere del Sig.or Vicario di costì, et se i cappellani si contentavano di quello che si proponeva di dargli un salario stabile. Hora io rispondo risolutamente, che non posso in conto veruno condescendere a questo, che li cappellani non habbino la meta di quello che ha un canonico di sua parte di distribuzione. Primo perché questa è una delle parti sustantiali delle constitutioni di Papa Marcello, et non repugna allo stato di chiesa cathedrale. 2o, perché N.S.r non approvaria questa mutazione, perché fa gran conto del giuditio di quel grand'uomo, et io gl'ho detto che non si muta niente, se non sia contrario allo stato di chiesa cathedrale e alle riforme del concilio. Messale, Breviario, ceremoniale et simili. 3o perché li cappellani si potriano giustamente querelare et appellare al Papa, et gli saria fatta ragione, et così in cambio di metter pace nasceriano nuove discordie. 4o perché questa usanza, che i cappellani perpetui siano come mezi canonici, si osserva nella chiesa di S.Pietro di Roma et in altre con molta pace. 5o, perché voler dare ai cappellani un salario certo, non è altro che redurli pian piano a cappellani amobili ad nutum, et che non habbino il benefitio in titulo, ma siano semplici serventi: il che è tanto contrario alle constitutioni di Papa Marcello, che non si può dir più; et non sta bene a me, che sono suo nipote, il guastarle.
Però conchiudo, che se le Sigg.VV. si contentano di queietarsi al parer mio, io quanto prima darò le constitutioni con la riforma a N. Sig.re et approvate dalla S.tà sua, le manderà costa. Se non si contentano, l'avisino subito, et io procurerò che N. S. si contenti l'autorità, che ha data a me, transferirla al Sig.or Ugo e a Monsig.or Vescovo, et io mi ritirerò. Et se non vorrà transferirla, farò quanto la S.tà sua comanderà. Et mi faranno piacere pigliar'in bene questa mia resolutione; et che finiamo una volta questo negotio. Et alle Sigg.VV. mi racomando con pregargli da Dio ogni contento. Di Roma li 25 di Gennaro 1614.