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Rome,2 janvier 1612. Bellarmin � Antoine Cervini.
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Non sapevo, che V.S. fusse così buon cacciatore; ma ben sapevo, che non vole lassarsi vincere di cortesia. Delle dieci starne, ne mandarò due al sig.or Marcello, et l'altre serviranno per un banchetto che ho da fare a tre vescovi, et due loro parenti, nella consecreazione di un vescovo, perchè questa è l'usanza di Roma, che il cardinale, che consacra, fa il banchetto al consecrato, et alli assistenti. Io sono andato pensando, di tirare il sig.or Marcello in
 
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casa, per haver più cura della sanità dell'animo, et del corpo, ma lassarò passare il Gennaro, già che è pagata la dozzina per tutto questo mese così non occorrerà, che V.S. mandi più denari, eccetto che per vestirlo. Credo, che mio fratello manderà qua presto il suo primo figliolo per provare quest'aria: et io l'haverò caro, a ciò tenga compagnia al sig.or Marcello, et procurerò qualche buon sacerdote, che sempre li accompagni. Ma V.S. scriva al Sig.or Marcello, che il nostro patto ha da essere, che lui, come anco Ruberto, non hanno da tener denari in mano loro, ma in mano di chi ordinerò io, et non si ha da spendere senza licenza mia, o di chi haverà autorità da me. Se per sorte il sig.or Alessandro Cervini si dolesse che io non ho mai tenuto ne lui,ne il fratello in casa; V.S. gli potrà dire, che quando loro erano principiati nello studio, io ero poverissimo, et poco doppo andai a Capua, si che l'età loro non venne a tempo, ma che io vo pensando ancora, in che modo possa dargli qualche aiuto. V.S. non pensi che le starne mi habbino persuaso questa resolutione, perchè prima, ciò è al Natale mi risolsi. Con questo gli prego da Dio ogni prosperità. Di Roma li 2 di Gennaro 1612.<lb/>
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Montepulciano.
che non vole lassarsi vincere di cortesia. Delle dieci stame,ne
 
 
 
mandar� due al sig^^ Marcello,et l'altre serviranno per un banchet-
 
 
 
.^*to che ho da fare tre vescovi,et due loro parenti,nella conse-
 
 
 
creazione di un vescovo, perche questa l'usanza di Roma, che il
 
 
 
cardinale,che consacra, f� il banchetto al consecrato,et alli as
 
 
 
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casa,per haver pi� cura della sanit� dell'animo,et del corpo, ma
 
 
 
lassar� passare il Gennaro, gi� che pagata la dozzina per tutto
 
 
 
questo mese cosi non occorrer�, che V.S. mandi piu denari,eccetto
 
 
 
che per vestirlo. Credo, che mio fratello mander� qua pr�sto il sno
 
 
 
primo figliolo per provare quest'aria: et io l'haver� caro,� ci�
 
 
 
tenga compagnia al sig�^ Marcello, et procurer� qualche buon sace-
 
 
 
rdote, che sempre li accompagni. Ma V.S. scriva al Sig�^^ Marcello,
 
 
 
che il nostro patto ha da essere, che lui,come anco Ruberto, non
 
 
 
hanno da tener denari in mano loro, ma in mano di chi ordiner� io,
 
 
 
et non si ha da spendere senza licenza mia,di chi haver� autori
 
 
 
t� da me. Se per sorte il sig�^ Alessandro Cervini si dolesse che
 
 
 
io non ho mai tenuto ne lui,ne il fratello in casa; V.S. gli potr�
 
 
 
dire,che quando loro erano principiati nello studio, io ero pove
 
 
 
rissimo,et poco doppo andai Capua, si che l'et� loro non venne
 
 
 
tempo, ma che io vo pensando ancora,in che modo possa dargli qual
 
 
 
che aiuto. V.S. non pensi che le starne mi habbino persuaso questa
 
 
 
.t^resolutione, perche prima, ci� � al Natale mi risolsi. Con questo
 
 
 
gli prego da Dio ogni prosperit�. Di Roma li 2 di Gennaro 1612. Di V.S. m^o 111^^ Cugino affmo Il Card.Bellarmino.
 
 
 
Al m^� ill^^ sig^ cugino,il Sig�^ Antonio Cergini. ____________ _________ Montepulciano.
 
 
 
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Mss.Cervini 53 fol.64. Origin. autogr.
 
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Molto Ill.re Sig.or cugino.
Non sapevo, che V.S. fusse così buon cacciatore; ma ben sapevo, che non vole lassarsi vincere di cortesia. Delle dieci starne, ne mandarò due al sig.or Marcello, et l'altre serviranno per un banchetto che ho da fare a tre vescovi, et due loro parenti, nella consecreazione di un vescovo, perchè questa è l'usanza di Roma, che il cardinale, che consacra, fa il banchetto al consecrato, et alli assistenti. Io sono andato pensando, di tirare il sig.or Marcello in casa, per haver più cura della sanità dell'animo, et del corpo, ma lassarò passare il Gennaro, già che è pagata la dozzina per tutto questo mese così non occorrerà, che V.S. mandi più denari, eccetto che per vestirlo. Credo, che mio fratello manderà qua presto il suo primo figliolo per provare quest'aria: et io l'haverò caro, a ciò tenga compagnia al sig.or Marcello, et procurerò qualche buon sacerdote, che sempre li accompagni. Ma V.S. scriva al Sig.or Marcello, che il nostro patto ha da essere, che lui, come anco Ruberto, non hanno da tener denari in mano loro, ma in mano di chi ordinerò io, et non si ha da spendere senza licenza mia, o di chi haverà autorità da me. Se per sorte il sig.or Alessandro Cervini si dolesse che io non ho mai tenuto ne lui,ne il fratello in casa; V.S. gli potrà dire, che quando loro erano principiati nello studio, io ero poverissimo, et poco doppo andai a Capua, si che l'età loro non venne a tempo, ma che io vo pensando ancora, in che modo possa dargli qualche aiuto. V.S. non pensi che le starne mi habbino persuaso questa resolutione, perchè prima, ciò è al Natale mi risolsi. Con questo gli prego da Dio ogni prosperità. Di Roma li 2 di Gennaro 1612.
Di V.S. m.to Ill.re
Cugino aff.mo
Il Card. Bellarmino.
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Al m.to ill.re sig.r cugino, il Sig.or Antonio Cervini.
Montepulciano.