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R.mo Padre mio. Mi i fu mandata un mese fa una lettera in cifra da Costantinopoli da un italiano, che è segretario dell'ambasciatore inglese. Un capitolo della detta lettera decifrata è l' incluso, e se bene io non molto credo a quello ohe me la scrive: tuttavia mi è parso di mandarlo a V.P. a ciò la veda, se gli par bene la comunichi per mezzo dell'assistente al Sig.or Ambasciatore del re di Francia; o anche a N.ro Sig.r dal quale mi sono licenziato questa mattina per quindici giorni; e così non potrò io dargliene conto fino al primo giovedì di quaresima. Mi raccomando alle sue S.te orazioni.<lb/>
Rome,11 f�vrier 1610. Bellarmin au F.Aquav�va.
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Di casa li 11 di febbraio 1610.<lb/>
 
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Di V.P. R.ma<lb/>
953
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Servo aff.mo in X.o<lb/>
 
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Roberto Card. Bellarmino.<lb/>
/ ^mo
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Non posso tralasciare di dirle alcune cose che si trattano contra questi padri Gesuiti dal Bailo e altri, e mi creda che periranno se non sono aiutati da S.S.tà andando le cose con tanta segretezza che l'Ambas.re di Francia non ne sa pur un minimo che, e che di ciò sia consapevole il vescovo di fine non sa, ma se il Bailo non avesse saputo da lui dette due chiese, che dovevano pigliare da questi Perotti si riavrebbero, e non starebbero così scomodi. Si dice a questi Turchi, che sono venuti a vedere il paese per dar Durazzo e Modonna ai cristiani e di pigliarli, e che fanno fare una lega e si gioca con denari.<lb/>
 
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Al molto R.do  in X.o P. N. il P. Claudio Acq.va Praep. Gen. della Comp.a di Gesù.
mio. Mi fu mandata un meee fa una lettera in cifra
 
 
 
da Constantinopoli da un'italiano, che secretario dell'ambas
 
 
 
ciatore inglese. Un capitolo della detta lettera discifrata � 1'
 
 
 
incluso, et se bene io non molto credo quello ohe me la scrive:
 
 
 
^"tuttavia mi parso di mandarlo V.P. � ci� la vegga, et se gli
 
 
 
par bene la communichi per mezo dell'assistente al Sig�^ Ambascia^
 
 
 
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Di casa li 11 di febraro 1610.
 
 
 
Di V.P.R?^
 
 
 
Servo aff^� in X�
 
 
 
Roberto Card.Bellarmino.
 
 
 
Non posso tralasciare di dirle alcune cose che si trattano con-
 
 
 
tra questi padri Gesuiti dal Bailo et aliri, et mi creda che peri-
 
 
 
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di ci� sia consapevole il vescovo di fine non s�, m� se il Bailo
 
 
 
non havesse saputo da lui dette due chiese, che dovevano pigliare
 
 
 
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di. Si dice questi Turchi, che sono
 
 
 
venuti vedere il
 
 
 
paese per dar Durazzo et Modona � christiani et di pigliarli, et
 
 
 
che fanno fare una lega et si gioca con denari.
 
 
 
Al molto di Gies�.
 
 
 
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R.mo Padre mio. Mi i fu mandata un mese fa una lettera in cifra da Costantinopoli da un italiano, che è segretario dell'ambasciatore inglese. Un capitolo della detta lettera decifrata è l' incluso, e se bene io non molto credo a quello ohe me la scrive: tuttavia mi è parso di mandarlo a V.P. a ciò la veda, e se gli par bene la comunichi per mezzo dell'assistente al Sig.or Ambasciatore del re di Francia; o anche a N.ro Sig.r dal quale mi sono licenziato questa mattina per quindici giorni; e così non potrò io dargliene conto fino al primo giovedì di quaresima. Mi raccomando alle sue S.te orazioni.
Di casa li 11 di febbraio 1610.
Di V.P. R.ma
Servo aff.mo in X.o
Roberto Card. Bellarmino.
Non posso tralasciare di dirle alcune cose che si trattano contra questi padri Gesuiti dal Bailo e altri, e mi creda che periranno se non sono aiutati da S.S.tà andando le cose con tanta segretezza che l'Ambas.re di Francia non ne sa pur un minimo che, e che di ciò sia consapevole il vescovo di fine non sa, ma se il Bailo non avesse saputo da lui dette due chiese, che dovevano pigliare da questi Perotti si riavrebbero, e non starebbero così scomodi. Si dice a questi Turchi, che sono venuti a vedere il paese per dar Durazzo e Modonna ai cristiani e di pigliarli, e che fanno fare una lega e si gioca con denari.
Al molto R.do in X.o P. N. il P. Claudio Acq.va Praep. Gen. della Comp.a di Gesù.