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La morte del Ser.mo Gran Duca, che sia in cielo, è stata sentita da tutta questa corte con dispiaccere infinito, e da me in particolare come più devoto servitore di nessun altro. Me ne dolgo però con me stesso, con V.A. S.ma e con tutto cotesto stato, che se bene è rimesso successore tale, che possiamo consolarci, nondimeno non si può fuggire il dispiacere per infiniti rispetti. Dio N.S. conceda a quell'anima il paradiso, come si può credere avrà fatto per essere stato sempre tanto pio quel Sig.r come è manifesto a tutto il mondo, e a V.A.S. e a chi resta sia ristoro di sì gran perdita con altrettanta vita lunga e feliciss.ma e a V.A.S. ma faccio um.a riverenza supplicandola dei suoi comandam.ti. Di Roma il dì febbraio 1609.<lb/> | La morte del Ser.mo Gran Duca, che sia in cielo, è stata sentita da tutta questa corte con dispiaccere infinito, e da me in particolare come più devoto servitore di nessun altro. Me ne dolgo però con me stesso, con V.A. S.ma e con tutto cotesto stato, che se bene è rimesso successore tale, che possiamo consolarci, nondimeno non si può fuggire il dispiacere per infiniti rispetti. Dio N.S. conceda a quell'anima il paradiso, come si può credere avrà fatto per essere stato sempre tanto pio quel Sig.r come è manifesto a tutto il mondo, e a V.A.S. e a chi resta sia ristoro di sì gran perdita con altrettanta vita lunga e feliciss.ma e a V.A.S. ma faccio um.a riverenza supplicandola dei suoi comandam.ti. Di Roma il dì febbraio 1609.<lb/> | ||
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Ser.ma Sig.ra oss.ma
La morte del Ser.mo Gran Duca, che sia in cielo, è stata sentita da tutta questa corte con dispiaccere infinito, e da me in particolare come più devoto servitore di nessun altro. Me ne dolgo però con me stesso, con V.A. S.ma e con tutto cotesto stato, che se bene è rimesso successore tale, che possiamo consolarci, nondimeno non si può fuggire il dispiacere per infiniti rispetti. Dio N.S. conceda a quell'anima il paradiso, come si può credere avrà fatto per essere stato sempre tanto pio quel Sig.r come è manifesto a tutto il mondo, e a V.A.S. e a chi resta sia ristoro di sì gran perdita con altrettanta vita lunga e feliciss.ma e a V.A.S. ma faccio um.a riverenza supplicandola dei suoi comandam.ti. Di Roma il dì febbraio 1609.
Di V.A. Ser.ma
umiliss.o e devotiss.o Servitor
il Card. Bellarmino.
Ser.ma Gran Duchessa di Toscana.