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Capone, 1603]
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In Sessa è una chiesa parrocchiale dipendente da questa mia abbadia di Santo Benedetto di Capua, come V.S. più volte ha inteso. Il nipote del vescovo di Nardò, che abita in Sessa vicino a questa chiesa, ha aperto una porta che riesce in un cortile della chiesa già detta. Io, avvisato di questo dal curato, avrei potuto, secondo lo stile del paese, mandar gente e serrargliela per forza, ma volsi usare la mansuetudine ecclesiastica e scrissi al vicario di Sessa che come ordinario vedesse questa causa. La vide e giudicò che la porta si dovesse serrare. E quando io penso che la lite sia finita, ecco che viene dall'ill.mo sig.r cardinale San Giorgio una supersessoria, e poi da monsignor Lancellotto una inibitoria; e procura questo nipote del vescovo di Nardò tirar la causa in lungo e in questo mentre tener la porta aperta in pregiudizio della chiesa e poca reputazione mia, parendo qua che più possa in Roma la potenza del vescovo di Nardò che la giustizia del Cardinal Bellarmino. Desidero che V.S. ragioni di sto fatto a monsignor Lancellotto et a mons.r Garzadoro, o ancora, se gli pare, al sig.r Cardinal San Giorgio, con dirgli da parte mia che questa è una causa leggerissima che si può finire in piedi da chi vede il luogo, e che però mi faccino grazia di commetterla al vescovo di Sessa o ad altri qua in partibus, o di revocar la inibitoria, o almeno di comandare che si serri la porta, e poi si litighi, se si deve aprire in pregiudizio della chiesa.
 
 
Bellarmin � Gonfalonieri.
 
 
 
380
 
 
 
/ In Sessa una chiesa parrochiale dependente da questa mia abbadia di Santo Benedetto di Capua, come V. S. piu volte ha inteso. Il nepote del vescovo di Nardb, che habita in Sessa vicino questa chiesa, ha aperto una porta che riesce in un cortiglio della chiesa gi� detta. Io, svisato di questo dal curato, haverei po tuto, secondo lo stile del paese, mandar gente et serrarglela per forza, ma volsi usare la mansuetudine ecclesiastica et scrissi al vicario di Sessa che come ordinario vedesse questa causa. La vidde et giudico che la porta si dovesse serrare. Et quando io penso che la lite sia finita, ecco che viene dall'ill^^ sig^ cardinale San Giorgio una supersessoria, et poi da monsignor Lancellotto una inhibitoria; et procura questo nipote del vescovo di Nard� tirar la causa in lungo et inq questo mentre tener la porta aperta in pregiuditio della chiesa et poca reputatione mia, parendo qua ohe piu
 
/ y possa in Roma la potentia del vescovo di Nard� che la giustitia del Cardinal Bellarmino. Desidero che V. S. ragioni di questo fat to � monsignor Lancellotto et mons^ Garzadoro, � anco,se gli pa re, al sig^ Cardinal San Giorgio, con dirgli da parte mia che ques ta � una causa leggierissima che si pu� finire in piedi da chi vede il luogo, et che per� mi faccino gratin di commetterla al vescovo di Sessa ad altri qua in partibus, di revocar la inhibitoria, almeno di commandare che si serri la porta, et poi si litighi, se si deve aprire in pregiuditio della chiesa.
 
 
 
[ F. B . 6, f.138. Minute autogr. , sane date.]
 
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In Sessa è una chiesa parrocchiale dipendente da questa mia abbadia di Santo Benedetto di Capua, come V.S. più volte ha inteso. Il nipote del vescovo di Nardò, che abita in Sessa vicino a questa chiesa, ha aperto una porta che riesce in un cortile della chiesa già detta. Io, avvisato di questo dal curato, avrei potuto, secondo lo stile del paese, mandar gente e serrargliela per forza, ma volsi usare la mansuetudine ecclesiastica e scrissi al vicario di Sessa che come ordinario vedesse questa causa. La vide e giudicò che la porta si dovesse serrare. E quando io penso che la lite sia finita, ecco che viene dall'ill.mo sig.r cardinale San Giorgio una supersessoria, e poi da monsignor Lancellotto una inibitoria; e procura questo nipote del vescovo di Nardò tirar la causa in lungo e in questo mentre tener la porta aperta in pregiudizio della chiesa e poca reputazione mia, parendo qua che più possa in Roma la potenza del vescovo di Nardò che la giustizia del Cardinal Bellarmino. Desidero che V.S. ragioni di sto fatto a monsignor Lancellotto et a mons.r Garzadoro, o ancora, se gli pare, al sig.r Cardinal San Giorgio, con dirgli da parte mia che questa è una causa leggerissima che si può finire in piedi da chi vede il luogo, e che però mi faccino grazia di commetterla al vescovo di Sessa o ad altri qua in partibus, o di revocar la inibitoria, o almeno di comandare che si serri la porta, e poi si litighi, se si deve aprire in pregiudizio della chiesa.